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Biomasse, la rimembranza
Non mi sottraggo di replicare alle “precisazioni”, che l’ingegnere Roberto Izzo, già sindaco di Vicchio, ha voluto scrivere e inviare alla redazione, per quanto contenuto nel “Dispetti & Irriverenze” di qualche giorno fa (articolo qui). Lo faccio prima di tutto ringraziandolo per aver lette quelle righe e per la sua disponibilità ad intervenire. Poi, anche io, come lui, evito di entrare in polemica con l’amministrazione comunale, che del resto ha attestato di conoscere il problema impegnandosi per risolverlo.
Esaurita la premessa, senza niente da dover aggiungere alla sua cronistoria per la genesi di quell’impianto, ecco che non posso far finta di niente riguardo ad una sua affermazione: “A partire dal 2009, non ho ricordo che qualcuno volesse sponsorizzare una mega centrale a legna.”. Già, a volte i ricordi si perdono. Ma non c’è da preoccuparsi, alcuni eventi e fatti sono documentati su atti istituzionali e anche sulla stampa locale. Strano però che, chi come lui, per l’aver ricoperto un ruolo pubblico in quel periodo e negli anni successivi, non rammenti quanto accadde. Certo non nell’ambito amministrativo del suo comune, ma nell’area del Mugello. E molti sindaci di allora furono proprio chiamati a perorare la politica delle biomasse, spesso citando gli esempi virtuosi, in qualche caso premiati, degli impianti installati – piccoli impianti – sui loro territori.
Rimembranza. Progetto centrale a biomasse di Petrona, a metà strada fra San Piero a Sieve e Borgo San Lorenzo. Ovvero, il convulso tentativo tutto politico del voler vendere terreni pubblici per insediamenti artigianali ad un qualsiasi soggetto imprenditoriale, indipendentemente dalla qualità del piano finanziario e ambientale. Una sorta di liberismo che stonava con il mandato di amministratore pubblico. Sicché lo confermo, era la realizzazione di una mega centrale a biomasse che avrebbe dovuto bruciare ramaglie e potature per produrre energia elettrica, utilizzando un quantitativo annuo di 96000 tonnellate di materiale, tutto da reperire in un raggio di 50 km.. Follia. Doveva essere una delle 50 (cinquanta) centrali da impiantare in tutta Italia, di cui se ne sono perse le tracce progettuali. Pare che ne siano state realizzate due, con una attività rivista rispetto l’idea iniziale, e, sembra, riconvertite a trattare avanzi di agrumi e sughero. Insomma tutt’altra cosa.
Però, qui da queste parti, la politica perseguita dalla maggioranza ne voleva imporre la costruzione con un progetto insostenibile ma sponsorizzato, anzi rettifico in fortemente sponsorizzato da Legambiente, condiviso dalla Regione Toscana, facilitato dalla Unione Montana dei Comuni del Mugello, predicato da alcuni sindaci della zona. Chi vuole potrà leggersi i resoconti del tempo e trovarvi i protagonisti.
Continuo nel ricomporre il vuoto di memoria. Ci fu la sollevazione popolare con la raccolta di oltre 8000 firme, manifestazioni, un ricorso al TAR. Vennero spese decine di migliaia di euro per aspetti legali, compresi quelli pubblici degli enti che avversavano il ricorso dei cittadini e in favore di quella imprenditoria. Il tutto con un epilogo naturale. I cittadini vinsero il ricorso, la mega centrale non venne costruita. I politici sconfitti furono poi premiati nelle elezioni amministrative seguenti. Strano, dunque, il non ricordare.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 febbraio 2023
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