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Cambiamenti climatici, anche noi possiamo fare qualcosa
Occorre veramente lo sforzo e l’impegno di tutti per un cambiamento dello stile di vita, che porti una reale diminuzione dell’emissione di gas in atmosfera. Tutti si devono sentire impegnati in questa azione.
L’umanità oggi ha gli strumenti tecnologici e le risorse finanziarie per invertire i “cambiamenti climatici”. Ma non rimane molto tempo se per il 2050 è previsto l’innalzamento della temperatura di 4 gradi portando con sé sciagure naturali, uragani, siccità, incendi frequenti e molte catastrofi con milioni di morti, se non si riducono le emissioni di gas nocivi e l’utilizzo dei combustibili fossili, che contribuiscono in modo sostanziale all’effetto serra e sono il primo indiziato per i cambiamenti climatici in atto.
Queste cose sono possibili, come dimostra l’esempio della California: il 25% dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili e lo Stato americano ha già deciso di arrivare al 50% entro il 2050, stimolando ulteriormente i singoli cittadini. E’ presente in questo stato oltre il 40% di macchine elettriche utilizzate sul pianeta e vogliono dimezzare entro quella data il consumo attuale di benzina. Stoccolma è arrivata al 75% di mezzi elettrici per il trasporto pubblico, con l’obiettivo di abbandonare completamente la benzina entro il 2040. (“quando si vole… si pole…”)
Ma anche noi, nel nostro piccolo possiamo e dobbiamo fare qualcosa nella direzione del risparmio energetico e nell’utilizzo di energie rinnovabili.
Da sempre sostengo che la prima fonte di energia rinnovabile è quella non consumata, ovvero quella che tutti noi possiamo RISPARMIARE, che è valutata realmente nel 30% dei nostri attuali consumi.
Il risparmio energetico e l’utilizzo delle energie rinnovabili non sarà l’unico, ma sarà un importantissimo aiuto per ristabilire condizioni di vivibilità sul nostro pianeta. Con l’elettricità prodotta dalle energie rinnovabili, possiamo alimentare abitazioni, ambienti commerciali e produttivi, sia dal punto di vista elettrico che di riscaldamento e raffrescamento, possiamo alimentare veicoli elettrici.
Dobbiamo pensare all’Ambiente come un “bene comune” un bene per l’intera umanità, non come un qualcosa di proprio o peggio ancora come un qualcosa che possiamo depredare e spremere a nostro piacimento, come purtroppo sta facendo la nostra società industrializzata a danno dei singoli e dei paesi più poveri.
Mi ha particolarmente colpito la forza con cui il Papa, nella sua enciclica, sottolinea l’urgenza di aprire gli occhi sul problema della salvaguardia dell’Universo ed una più equa ridistribuzione delle risorse. Riprendendo alcuni riferimenti dell’Enciclica del Santo Padre, recentemente anche il Presidente Obama ha detto: “… siamo la prima generazione ad avvertire gli effetti dei cambiamenti climatici e siamo anche l’ultima che può fare qualcosa per evitare il disastro”. C’è anche un aspetto etico in tutto ciò, e questo ci deve vedere tutti impegnati nel garantire un futuro migliore ai nostri figli: “…abbiamo ereditato la terra dai nostri figli, guardiamo di renderla a loro almeno vivibile”. Diceva Charles F. Kettering, “Tutti dovremmo preoccuparci del futuro, perché là dobbiamo passare il resto della nostra vita”. Al di là degli slogan è necessario operare tutti, con grande impegno, fin da subito.
Il Clima come “bene comune”, deve essere salvaguardato, anche con un uso responsabile delle risorse comuni ed inquinando il meno possibile.
Così è opportuno fare alcune riflessioni sull’applicazione delle energie rinnovabili nel nostro territorio, in particolare sull’autoproduzione di energia elettrica con gli impianti fotovoltaici.
Prima di addentrarsi nei numeri e nei confronti –a cui dedicheremo un prossimo articolo (pubblicato qui)- , è opportuno segnalare come oggi, con il costo dell’impianto fotovoltaico ampiamente ribassato, sia stata raggiunta la Grid-Parity soprattutto nel settore produttivo, commerciale e dei grandi consumatori di energia. Grid-Parity significa che un impianto fotovoltaico è in grado di ripagare i propri costi, anche senza incentivi economici diretti sulla produzione di energia elettrica, ovvero con il solo risparmio di energia autoprodotta.
Nonostante questo traguardo, ci sono enormi differenze del numero di impianti installati fra Comuni, Provincie e Regioni, con prevalenza di installazioni nelle Regioni del nord Italia, cioè quelle con meno sole….. Se ne deduce che oltre alla minore sensibilità all’utilizzo delle energie rinnovabili dei cittadini e delle imprese del nostro territorio, forse influiscono anche altre problematiche quali ad es. i vincoli, i permessi e le autorizzazioni?
Francesco Tarchi
consulente risparmio energetico ed energie rinnovabili
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 novembre 2015
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