“Cara Pierina…”: la lettera del figlio Emilio
MUGELLO – Una lettera commovente, quella che Emilio Fabbri ha scritto a sua madre. La stava scrivendo, non gliel’ha potuta consegnare. Ora la condivide con tutti quelli che a Piera Ballabio hanno voluto bene.
Se c’è qualcosa che mi ha sempre aiutato a superare i momenti bui, è scrivere. Aiuta a ordinare i pensieri, a mettere a posto le immaginarie scatole della mente e del cuore. E’ un modo “arcaico” di comunicare, eppure mi è sempre piaciuto. Prima che la malattia ce la portasse via, avevo scritto una lettera per la Piera, per la mia mamma, ma non ho fatto in tempo a dargliela, e ho dovuto ripiegare su poche parole prima dell’ultimo viaggio, che spero, anzi ne sono certo, siano riuscite ad arrivarle nel cuore e nell’animo.
E allora questa lettera desidero condividerla con tutti coloro che avevano avuto la fortuna di incontrare sulla via della vita “La Piera”, perché sono certo che le avrebbe fatto piacere che ci si ricordasse di lei anche per ciò che era stata per me, per Amos, e per tutta la nostra famiglia, oltre che per tante, tantissime altre persone, grazie al suo esempio e alle sue infinite lotte.
Cara Pierina,
lo sai, sono sempre stato molto più bravo con la parola scritta, soprattutto quando nei discorsi rientrano i sentimenti e la sfera emotiva, che di persona mi hanno sempre un poco imbarazzato: è la maledizione dei figli primogeniti maschi, a quanto pare.
Non voglio che questa mia lettera sia fonte di tristezza, né di pensieri negativi: nel mio cuore conservo la speranza di una via miracolosa, un farmaco risolutivo, un’operazione audace: ma se c’è una cosa che mi hai insegnato, assieme al non arrendersi di fronte alle angherie della vita, è il pragmatismo. Voglio quindi che questo scritto sia nulla di più e nulla di meno, la testimonianza di quanto, nella mia vita, tu sia stata importante.
Tu e il babbo siete genitori eccezionali: se mi considero oggi una brava persona, lo devo a quanto io abbia presto ispirazione dai vostri valori, dal vostro modo di affrontare la vita, e dalla coerenza che avete sempre dimostrato, senza lo sciocco stoicismo di chi non cambia mai idea, ma seguendo un filo conduttore chiaro e onesto, un qualcosa che mi ha reso orgoglioso di essere vostro figlio. O “topo”, “braciola” e altri nomignoli imbarazzanti, così mi hai sempre chiamato.
Al netto di quanto io sia fiero di averti come mamma, ho sempre pensato che tu fossi una persona eccezionale: intelligente, combattiva (a volte ai limiti dell’intransigenza, come ti dice sempre scherzando -o quasi- il babbo!) e seria, in grado di mettere in gioco tanto, quasi tutto, pur di ottenere giustizia: per te, per i tuoi affetti, per questa terra che amavi così tanto. Gli incontri e gli scontri che abbiamo avuto nella vita, mi hanno forgiato, più di qualsiasi banco di scuola o formazione lavorativa.
Per il carattere che mi ritrovo, ho sempre faticato a testimoniare i miei sentimenti: probabilmente questo aspetto l’ho preso dal babbo, che è un po’ orso come me. Ma adesso è importante che tu lo sappia, e che te lo porti appresso come il più caro dei vestiti usati, confortevoli e sicuri: ti ho sempre voluto bene, quel bene che può esistere solo fra madre e figlio. Se mi sono mostrato sempre forte e positivo in questi mesi, in questi lunghi anni, senza lasciarmi mai andare allo sconforto di fronte a te, è perché so che è meglio così, per il morale della truppa Fabbri-Ballabio. Ma non pensare mai, neanche per un istante, che ciò che ti sta capitando non mi faccia soffrire: ma la sofferenza non deve toglierci il gusto del tempo che ci rimane.
Ho scritto tanto, forse troppo o troppo poco, ma ho scritto di getto e con tutto l’amore che potevo. Forse, tutto poteva essere riassunto con una sola frase: sei la mia mamma, e io ti voglio bene.
Tuo, Emilio
Grazie, mamma. Per tutto.
A coloro che volessero partecipare alle esequie, la Piera sarà esposta nella Cappella della Misericordia in piazza Dante, a Borgo San Lorenzo, a partire da oggi pomeriggio. Domani, 8 Marzo, alle ore 14:30 si svolgeranno i funerali presso la Pieve di Borgo San Lorenzo.
(foto Marta Magherini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 marzo 2023
Ho pianto tanto con questa lettera! Non conosco, purtroppo ne la piera ne la famiglia. Ma la lettera del figlio mi ha fatto capire che deve easere una persona davvero bella. Io sono mamma di un ragazzo grande: so cosa vuole dire avere un legame profondo naturale e sano.
Per questo posso dire con tutta sicurezza a emilio di stare tranquillo: la tua mamma sa e sapeva tutto del tuo amore.
Vi abbraccio perche sarà dura stare senza di lei.
Caro Emilio non ci conosciamo ma io la Pierina, come la chiami te, l’ho conosciuta bene. Non siamo quasi mai stati d’accordo ma ci siamo sempre rispettati e questo è molto importante.
come altre volte ,quando partiva in quarta con un progetto o una presa di posizione , anche questa volta mi ha colto di sorpresa! Pierina , Pierina! non lo dovevi fare!
Il tuo amore per la tua mamma è stato descritto in modo eccezionale e conoscendo le sue capacita’ non poteva essere diversamente.
un abbraccio
Francesco Puccetti