Il caso dei chioschi da buttar giù. L’ex-assessore Romagnoli invita il comune a non ricorrere. Il sindaco replica
BORGO SAN LORENZO – Sulla vicenda dei chioschi “abusivi” di recente, con un articolo su Radio Mugello, è intervenuto Leonardo Romagnoli, che è stato per molti anni assessore al commercio del comune di Borgo San Lorenzo e ha gestito in prima persona molte delle vicende ora oggetto di contenziosi amministrativi e giudiziari. E, per fare il punto della situazione, abbiamo sentito il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni.
Secondo Romagnoli “il comune deve evitare il ricorso al Consiglio di Stato” contro le due sentenze del Tar che hanno dato torto all’amministrazione comunale in merito all’ordinanza di demolizione dei famosi “chioschi”: “I vari pronunciamenti hanno dimostrato che la vicenda era sbagliata fin dal principio e che si è montata una vicenda giudiziaria su aspetti che avrebbero potuto trovare una normale soluzione in un accordo tra amministrazione e titolari dei chioschi”. Per Romagnoli “il rilievo assunto da una vicenda tutto sommato marginale era anche dovuto al fatto che tra i consiglieri indagati figurava anche l’allora sindaco Bettarini diventato successivamente assessore a Firenze”, e il ricorso al Consiglio di Stato “è solo uno spreco di denaro pubblico. Le due sentenze –argomenta- sono già costate al comune 7000 euro di spese legali a favore dei ricorrenti, più le spese legali proprie e quelle degli amministratori prosciolti a cui ora si aggiungerebbero le salatissime spese per il ricorso al Consiglio di Stato che rischia di alimentare un contenzioso con alcuni cittadini di cui nessuno sente il bisogno e che potrà solo avere ulteriori strascichi legali. Cosa succederà in caso di eventuale vittoria o sconfitta dell’amministrazione? Ulteriori ricorsi, richiesta di danni? A chi?per che cosa? Una vera pacchia per gli avvocati. Forse l’errore è stato fatto al momento dell’emissione dell’ordinanza, redatta sulla base delle indicazione di un’indagine che ha dimostrato di avere molti punti deboli, invece di percorrere la strada della conciliazione tra legittimi interessi e la contestazione di eventuali abusi commessi in fase di attuazione e rilevati da puntuali controlli amministrativi”.
Paolo Omoboni, sindaco di Borgo San Lorenzo, che ha scelto la linea dura sulla vicenda chioschi spiega la scelta dell’amministrazione di ricorrere al Consiglio di Stato.
Non senza prima fare un’osservazione alle critiche di Romagnoli: “Sono dell’opinione –nota Omoboni- che chi ha gestito proprio queste vicende, da tutti riconosciute con qualche criticità di gestione, quantomeno dovrebbe evitare di voler dare lezioni di correttezza amministrativa”.
“Come doveroso –continua il sindaco- abbiamo analizzato le sentenze del TAR sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista giuridico. Il TAR contesta le ordinanze di demolizione ma non ne contesta la sostanza perché ribadisce comunque che le opere oggetto dei contenziosi necessitano del permesso a costruire che, come segnalato a suo tempo dalla Procura della Repubblica, risultano mancanti. In assenza di questo titolo edilizio i provvedimenti dovuti per legge portano all’emanazione di un’ordinanza di demolizione, utilizzando anche il preavviso dell’avvio del procedimento, non obbligatorio, consapevoli della delicatezza dell’argomento. Chi aveva la possibilità e volontà di sanare o conformare i manufatti ai regolamenti vigenti poteva farlo ma ha scelto la strada del ricorso al TAR”.
Omoboni va avanti: “Da parte nostra, come più volte ribadito, abbiamo attivato tutte le procedure previste dalle vigenti normative, sempre e comunque in contraddittorio con le parti interessate, nel pieno rispetto delle norme. Si tratta di procedimenti ancora in corso quindi non entrerò nel merito delle questioni. Nessuno vuole far smettere di lavorare chi ha delle attività. Anzi. Ma degli errori sono stati commessi ed è giusto che il Consiglio di Stato faccia chiarezza. E quando tutto il procedimento di sarà concluso si saprà come procedere rispetto ai chioschi e chi ha sbagliato. E agiremo di conseguenza”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 maggio 2017
Io questi soldi li farei cacciare a chi ha concesso la nascita di queste baracche. Ma tanto alla fine paga sempre pantalone, e chi ne è la causa se ne sta “bellamente” a scaldare altre sedie. Ma a Firenze lo sanno a chi stanno pagando lo stipendio? Lo sanno che danni ha fatto? Gli fanno gestire i chioschi (o quelle capanne che chiamano “dehors” perché fa più figo) anche lì? Lo sanno dei 700.000 euri(!) del multi +? E poi ci meravigliamo se la gente lascia la politica per farsi traviare dai populisti.