Effetto Giro d’Italia. Il miracolo delle asfaltature
MUGELLO – Viabilità secolare, strade piene di buche. Ma ecco che passa il Giro d’Italia e tutto, insomma qualcosa, viene rimesso a nuovo. Effetto collaterale della politica, incentrata più nell’apparire momentaneo che nel vivere la quotidianità. Così qualche lettore, giustamente, ha osservato: “ci vorrebbe il Giro d’Italia almeno una volta al mese e su percorsi diversi.”. Impossibile dargli torto.
Anni di immobilismo, con la conseguenza di aver viste trasformate le strade in percorsi ad ostacoli. Buche, voragini, gobbe sui bordi causate dall’invasivo radicamento delle alberature. Intendiamoci subito, questo è il male del secolo che ammorba una nazione intera, non solo il Mugello. Poi scopri che il Giro d’Italia, di ciclismo, passerà sulle tue strade così, aldilà dell’aspetto prettamente sportivo, agonistico, si innesca un operoso esercizio di rifacimento dei manti stradali. Che, ovviamente, sarà limitato al percorso della tappa di giornata.
Tutto nasce, oltre all’evidenza dei sopportabilissimi disagi nei tratti viari interessati dal piano di riassetto, da un comunicato istituzionale apparso sul notiziario on line MET (News dalle Pubbliche Amministrazioni della Città Metropolitana di Firenze). Una nota capziosa, tendenziosa, che non menziona la concomitanza dell’imminente transito della corsa ciclistica nazionale, proprio su quelle strade oggetto dell’intervento. Il solito dubbio atavico: sarà una dimenticanza, una distrazione tematica oppure la strategia dell’apparenza dettata dalla politica?
Il titolo del resto si presta ad interpretazioni da evento epocale, “Borgo San Lorenzo, nuovo manto stradale nel capoluogo e nelle frazioni”. Poi se ne scorre il testo e, oltre il magheggio, uno si accorge della limitazione degli interventi ristretti e previsti, guarda caso, solo sulla viabilità attraversata dal Giro d’Italia. E allora perché non dirlo, senza, invece, farlo apparire come un progetto di normale manutenzione? Per l’amore del cielo, qualsiasi miglioramento alla rete stradale è ben accetto e meritorio di soddisfazione, ci mancherebbe. Ma scrivere, con quei toni, in modo subdolo, quella nota, ebbene irrita il comune senso del pudore, presupponendo la credulità dei cittadini.
Ma, fra loro, ci sono anche quelli che non la bevono, affatto disposti a farsi prendere per i fondelli. Questi rifacimenti, certamente disposti “per la sicurezza dei cittadini”, in quanto definiti “una priorità”, hanno una tempistica sospetta. Peraltro anche sorprendente in relazione al cosiddetto cronoprogramma che ne scandisce l’attuazione. Lo ripeto ben vengano. Ma tante altre sono le strade, e le località, che necessiterebbero di una manutenzione strutturale, cioè ben diversa dal tappare le buche. Perciò se si vuole davvero recuperare il tanto agognato rapporto con i cittadini, anche la forma, appropriata, nello stilare i comunicati istituzionali, e presentare i progetti, non dovrebbe venir meno nel rispetto di tutto e di tutti.
Quindi grazie al Giro d’Italia, sport popolare, uno dei pochi che si possa vedere senza pagare il biglietto, volano indiretto e temporale anche per l’asfittica politica d’investimento sul territorio, il Mugello avrà qualche chilometro di nuovi manti asfaltati. E da oggi, più con curiosità che con ansia, aspetteremo di vedere anche gli altri interventi. Ovvio, tutti “per la sicurezza dei cittadini”, altrettanto “una priorità”.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 maggio 2017
L’ho già scritto più volte e più volte me ne viene data conferma. A noi rimane sempre più forte il senso di essere stati presi in “giro”.Ad ennesima dimostrazione, il tratto finale degli interventi in Borgo, la riasfaltatura di viale Giovanni XXIII, è stata eseguita di venerdì notte. Non tanto per non dar noia al traffico ma perché visto l’avvicinarsi del Giro i lavori dovevano essere terminati prima di domenica. Quasi a dire che quando i lavori si devono fare, si lavora anche 24 ore al giorno. Peccato che questa solerzia non venga usata per tutto il resto del paese. E intanto noi continuiamo a ballare sulle buche. Altro che Giro d’Italia. Questa è la solita ” presa in giro degli italiani’. Almeno, quando passavano negli anni ’70_’80 la carovana si fermava a regalare gadget (chi ha almeno 45 anni se ne ricorda) come quei cappellini in plastica con gli sponsor dei ciclisti. Ora è solo merchandising a pagamento (ben prima del passaggio dei ciclisti la strada è invasa da venditori di kit che per un modico prezzo ti scarica la maglietta simil-rosa piena di sponsor). Il paradosso: ti fanno pure pagare per comprare la roba timbrata dallo sponsor. Oltre ad averti fatto pagare la lisciatura della strada su cui passano. Almeno avessimo qualcosa da guadagnarci. E pensare che quando passeranno da Borgo ancora non ci sarà neanche la diretta TV…