C’era una volta la panoramica Ronta – Gattaia…
MUGELLO -Luca Ferruzzi, referente Agricoltura e Ambiente a livello provinciale per il nuovo partito “Cambiamo – con Toti” ha diffuso una lunga e circostanziata nota sulla situazione (drammatica) della strada panoramica che unisce (si fa per dire) Ronta a Gattaia.
Su Wikipedia, alla voce Gattaia si legge: “.. frazione del comune di Vicchio, collegata a Ronta dalla strada Panoramica che passa dalla località Il Pozzo”. Ma è ancora così?
Nata a inizio anni settanta, la “Panoramica” non ha mai avuto vita facile, tra ritardi burocratici ed amministrativi, degrado e abbandono, fino alla sua definitiva interruzione al traffico veicolare a causa di una frana che da almeno un decennio ha bloccato il passaggio in località “Campagna”, poco dopo il ponte sul torrente Temeraio provenendo da Ronta, nella tratta di pertinenza del Comune di Borgo San Lorenzo.
Il motivo è sempre lo stesso: insufficienza cronica d’ogni tipo di manutenzione a monte e a valle della strada, abbandono di qualsiasi intervento di sistemazione idraulico-forestale dei fossi e delle scarpate in prossimità dell’opera, mancanza pressoché assoluta di conservazione di tutti quei manufatti accessori, (in questo caso delle gabbionate, all’epoca realizzate al piede della zona di frana), che avrebbero dovuto essere, se funzionanti, il necessario presidio alla stabilità di quel versante.
Tracciamone, seppur brevemente, la storia: da subito, la strada evidenziò tutti i problemi e i limiti della burocrazia e del rimpallo delle competenze: terminata la costruzione da parte dell’allora Consorzio per la Bonifica della Valdisieve con fondi dello Stato attorno al 1974, si ebbero ritardi di anni nel collaudo e disinteresse generalizzato, da parte degli enti pubblici, alla sua conservazione.
Sciolto il Consorzio, le competenze su quella strada di collegamento intercomunale furono trasferite, in base alla Legge Regionale 83/77, poi confermate dalla LR 34/99, alla Comunità Montana Mugello, oggi Unione dei Comuni del Mugello, che ne assicurò in modo sommario un minimo di manutenzione, fino ad un intervento più corposo resosi ormai improcrastinabile sull’intero percorso nel 1992, cioè a “soli” venti anni dalla sua apertura, dopo innumerevoli lamentele dei residenti e degli utenti e articoli della stampa locale.
In seguito, nel giugno 1997 (per Borgo la Delibera è la numero 253 del 25.06.1997) i due Comuni interessati votarono l’approvazione di una Convenzione con la Comunità Montana per il trasferimento ai comuni stessi delle competenze, la presa in carico e la consegna della strada, trasferimento che avvenne poi in modo formale con la firma delle due Convenzioni da parte dei sindaci e del presidente della Comunità Montana, avvenuta in contemporanea il 18.08.1997, con protocollo n. 1264 per Borgo e 1265 per Vicchio.
Da quel momento la strada appare, in punta di diritto, di pertinenza esclusiva dei due Comuni, che potranno, per quanto attiene la porzione da essi acquisita, e a norma dell’art. 6 della Convenzione stessa, continuare a gestirla direttamente come strada comunale o decidere se farla divenire vicinale o addirittura privata. Purtroppo da quel momento in poi si entra, come spesso avviene in Italia, nel vago, nell’indefinito, nell’imponderabile.
Nel frattempo l’intero versante pedemontano, favorito dalla presenza di una – seppur precaria e spesso negletta – via di comunicazione, cresceva economicamente e si ripopolava. Molte case abbandonate venivano ristrutturate, si aprivano aziende agrarie, allevamenti e attività turistico-ricettive e venivano riattivate le reti dei sentieri minori del turismo naturalistico verso Giuvigiana, Monzagnano, il poggio di Paretaio, molto apprezzate e frequentate da fruitori della montagna e associazioni escursionistiche.
Per la strada, ciò non ostante, continuavano i disservizi e l’incertezza; e se il Comune di Vicchio si dimostrava più solerte e responsabile nel farsi carico, come da obbligo assunto, della manutenzione tanto che ancora oggi la strada in quel territorio è percorribile senza difficoltà, lo stesso non accadde per quello di Borgo per il quale la strada, a parte pochi e saltuari interventi effettuati per “senso di misericordia”, rimane a tutt’oggi incomprensibilmente nel limbo e affidata di fatto, più che di diritto, all’iniziativa privata.
La (ex) Panoramica non risulta, come invece avrebbe dovuto, essere stata inclusa tra quelle comunali, né “declassata” a vicinale, né tantomeno, come anche previsto dagli accordi, privatizzata (ci scuserà il Comune se abbiamo omesso di considerare qualche atto al riguardo, e certo faremo ammenda, se invece esistesse).
Infatti la ricognizione realizzata dal Comune di Borgo San Lorenzo nel 2008 delle strade comunali e vicinali non la inserisce in alcuna di quelle categorie e nemmeno, incredibilmente, in quelle per le quali se ne raccomanda l’inclusione in una delle tante classi previste: in pratica quella strada “sparisce” venendo semplicemente riportata in cartografia col termine vago di “altra strada” e continuando così a disinteressarsi – a nostro parere in modo illegittimo, visti gli atti menzionati – per le sorti di un bene finanziato dalla collettività ed affidato con atto formale alle cure di quel Comune.
Eppure la Panoramica, all’epoca fortemente voluta dai due comuni, mantiene ancora oggi tutta la sua potenziale importanza per l’economia e per il turismo della zona e dell’intero Mugello. Ancora a Gattaia ricordano la cerimonia inaugurale, dove tutto il paese era in festa: bandiere, striscioni e tanti invitati – presenziavano il Sindaco e molte altre personalità. Ora questa gente resta, così come i residenti e i proprietari situati nel Comune di Borgo nelle zone immediatamente prossime all’area di frana, con l’amaro in bocca.
In breve ad oggi si assiste: a) ad uno spreco di denaro pubblico all’epoca investito per la realizzazione di un’opera che non assolve più alla sua funzione primaria, e cioè di collegare Ronta a Gattaia, evitando così ai residenti delle due frazioni e delle zone intermedie di dover utilizzare la viabilità di fondovalle (traversa del Mugello): a questo proposito non intervenendo per il ripristino della strada, il Comune, particolarmente quello di Borgo, abdica al proprio dovere di “Buon padre di famiglia”, che deve conservare quanto ufficialmente preso in carico per scopi di pubblica utilità finché non disporrà diversamente; b) ad un danno per il territorio, sia in termini economici che ambientali (idraulico-forestali in primis), mantenendo aperta una ferita che solo potrà aggravarsi; c) ad una beffa per i cittadini coinvolti i quali, cornuti e mazziati, si sono visti privare di una porzione di un loro bene fondiario per la realizzazione della strada, o per coloro che, avendo investito in loco quando la strada funzionava assistono da anni, impotenti, allo scempio di quell’opera e al conseguente diminuire del valore del loro investimento.
In questa situazione veramente incresciosa non sembra reggere affatto la non-strategia messa apparentemente in atto dal Comune di Borgo anche nel corso di più recenti (2016) colloqui con comitati e gruppi di residenti locali in cerca di risposte.
La presa in carico, legalmente, c’è già stata: se il Comune non sa come classificare la strada è un problema suo, ma intanto non può, a nostro avviso, non prendersi cura di una infrastruttura di pubblica utilità demandata alla sua esclusiva pertinenza, almeno finché essa rimarrà tale.
Se si è nel dubbio sul come agire, si chieda un parere legale ai competenti organi della Regione e dello Stato informandone i cittadini, se invece la situazione è ritenuta essere chiara allora abbia la risolutezza, il Comune di Borgo, per eseguire i necessari lavori di manutenzione, in primis con il ripristino della viabilità nell’area di frana, o alienarla, come nel suo diritto, beninteso dopo averla recuperata all’uso veicolare.
Oppure alfine predisponga, possibilmente assieme a Vicchio e all’Unione dei Comuni, un progetto per la riattivazione, la manutenzione e la valorizzazione dell’intero tratto pedemontano, magari in chiave di fruizione ambientale, finalizzato alla rivalutazione di quello splendido territorio, eventualmente richiedendo il contributo della Regione, di fondi comunitari o del Ministero dell’Ambiente qualora le risorse disponibili non fossero sufficienti: l’area tutta potrebbe veramente tornare ad essere, allora, un bel fiore all’occhiello, uno dei molti, per la nostra vallata.
Luca Ferruzzi- Referente Agricoltura e Ambiente “Cambiamo – con Toti” Comitato Firenze Città Metropolitana
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 novembre 2019
CONCORDO CON QUANTO DETTO NELL’ARTICOLO.
DA BORGHIGIANO, AMANTE DELLA MIA VALLE, PORTO NEL CUORE LA “PANORAMICA”, LA STRADA PIU’ BELLA DEL MUGELLO E MI VERGOGNO DI UNA CLASSE POLITICA CHE SI TRINCEA DIETRO A “MANCANO I FONDI NECESSARI” QUANDO VENGONO INVECE TROVATI PER OPERE CHE CONTRASTANO CON LA “VOCAZIONE” NATURALE DI QUESTO SPLENDIDO LUOGO A POCHI CHILOMETRI DA FIRENZE.
DA FRUITORE SPERO ANCORA IN UNA SOLUZIONE…..