Cordoglio per Piovanelli, la tristezza e l’affetto di Papa Francesco. Martedì i funerali al Duomo fiorentino
FIRENZE – Papa Francesco ha inviato un affettuoso messaggio di cordoglio per la morte di sua Eminenza Silvano Piovanelli (articolo qui), esprimendo ai familiari e all’intera comunità diocesana la sua “profonda partecipazione al dolore”. “Penso con affetto – scrive il Papa – a questo caro fratello nell’episcopato che ha servito con gioia e sapienza il Vangelo e ha amato tenacemente la Chiesa, ricordandone con gratitudine l’intensa opera pastorale”.
Nell’ultima notte, a vegliare Piovanelli, è stato l’amico e medico Riccardo Poli che racconta: “Si è addormentato serenamente stringendo il rosario tra le dita, la chiesa fiorentina perde un pastore che, come dice il Papa, ha l’odore delle sue pecore addosso”. Con la sua morte, il Collegio cardinalizio scende a 212 porporati, di cui 112 elettori e 100 non elettori.
La camera ardente, per rendere omaggio alle sue spoglie mortali, è stata allestita ieri sabato 9 in Arcivescovado in San Salvatore al Vescovo con accesso da piazza dell’Olio, ma sarà aperta anche oggi domenica 10 dalle 8.00 alle 22.00. Lunedì alle 21.00 ci sarà una veglia di preghiera in Cattedrale, mentre le esequie funebri saranno celebrate martedì 12 luglio alle 18.00 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, quindi la sepoltura nel sepolcro dei vescovi fiorentini nella cripta di San Zanobi. In rappresentanza dei sindaci del Mugello parteciperanno i primi cittadini di Vicchio e di Borgo, Roberto Izzo e Paolo Omoboni
“Non possiamo dimenticare che il cardinale Piovanelli – dice l’arcivescovo fiorentino Giuseppe Betori – appartiene a quella costellazione di grandi figure sacerdotali che hanno caratterizzato il secolo XX della Chiesa fiorentina: la costellazione formata da Lorenzo Milani, Renzo Rossi, Danilo Cubattoli e tanti altri come loro. Davvero un grande dono per la Firenze del Novecento, che egli poi ha portato con sé in un’esperienza che si è travasata nel suo servizio come vescovo e arcivescovo di questa città. Da questo punto di vista, come arcivescovo, non possiamo dimenticare il suo Sinodo diocesano, che segna davvero una svolta dal punto di vista pastorale nella storia della Chiesa fiorentina, e le tante altre iniziative pastorali. Ma soprattutto – direi – la connotazione spirituale che egli ha saputo sempre dare alla sua presenza tra noi e che ha potuto quindi continuare a rifulgere in lui anche dopo la chiusura del suo servizio come pastore della Chiesa di Firenze per raggiunti limiti di età. Un uomo che davvero traeva dalle risorse spirituali della sua vita un alimento continuo per il suo rapporto con gli altri: con la società fiorentina, la società toscana, i fedeli e con i sacerdoti della diocesi. Tutto questo era continuamente alimentato da una profonda spiritualità. Da ultimo, mi piace dire che è stato un uomo grande di comunione nella Chiesa e nella società: sempre pronto a cercare i motivi di incontro, dialogo e relazione che aiutassero a vivere l’unità, a livello sia civile che ecclesiale, del popolo che gli era affidato. Siamo certi che il Signore lo accoglie nelle sue braccia, e che abbiamo già fin d’ora nel cielo un altro santo vescovo che intercede per noi”.
Pubblichiamo in formato audio l’intervista rilasciata a novembre scorso, alla vigilia della visita del Papa a Firenze, da Piovanelli a Luca Collodi, in occasione del V Convegno nazionale della Chiesa italiana, in cui descriveva la realtà fiorentina.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 luglio 2016