Cosa pensano i sindaci mugellani delle crisi politica nazionale? Ecco le loro risposte
MUGELLO – Cosa ne pensano i sindaci mugellani della crisi politica nazionale e delle difficoltà del governo Conte? Abbiamo posto direttamente a Giampiero Mongatti di Barberino di Mugello, Federico Ignesti di Scarperia e San Piero, Paolo Omoboni di Borgo San Lorenzo, Giampaolo Buti di Firenzuola, Tommaso Triberti di Marradi, Phil Moschetti di Palazzuolo, Filippo Carlà Campa di Vicchio e Stefano Passiatore di Dicomano questa domanda.
E qui riportiamo le opinioni dei cinque sindaci che hanno risposto.
Il più netto è sicuramente Giampaolo Buti, unico sindaco di centrodestra: “O si trovano d’accordo per un governo forte con i numeri – dice il sindaco di Firenzuola– o meglio le elezioni”.
Per Giampiero Mongatti, sindaco di Barberino, “chi decide di dar vita a un governo e di farne parte si assume anche la responsabilità di portarlo avanti, sapendo di far parte di una coalizione. Per farlo cadere bisognerebbe avere motivi gravi (che in questo caso non sussistono), soprattutto se a quel governo non esistono alternative pronte in Parlamento e si rischia di gettare il Paese nel caos, in piena emergenza sanitaria mondiale e con delle partite importantissime da chiudere come il Recovery fund”.
Filippo Carlà Campa, sindaco di Vicchio, è ancor più critico con la linea di Renzi: “Credo che la tenuta del governo Conte sia un dato importante per la stabilità del nostro Paese. E’ stato fatto un buon lavoro, anche se al Senato la maggioranza relativa raggiunta non dà la soddisfazione che tutti vorremmo per la stabilita, ma è comunque un passo avanti. Renzi ha fatto un errore importante, quello di non fermarsi. Dopo aver ottenuto quello che voleva, perché lo aveva ottenuto, poteva fermarsi e avrebbe comunque vinto. Francamente questo tentativo, ennesimo, di suicidio politico faccio fatica a comprenderlo. Alla fine ha prevalso il buonsenso dei parlamentari, per portare a termine questo periodo così nebuloso e terrificante della nostra Italia. Bene, dunque che Conte abbia tenuto e mi dispiace solo che la spiccata vitalità e intelligenza politica di Matteo Renzi sia giunta a uno strappo che non fa bene a nessuno, e che credo sia un grave errore politico”.
Non è d’accordo il sindaco renziano di Marradi, Tommaso Triberti: “Nel merito i temi che Matteo ha posto sono concreti e vanno aldilà dei singoli leader ma disegnano il futuro dei cittadini come sanità, innovazione, giovani. Un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere o di sbagliare. Italia Viva ha posto sul tavolo la discussione da mesi ma è stata lasciata a languire ed ora non poteva essere più rimandata perchè il tempo sta scadendo.”
Triberti prosegue il suo ragionamento su Renzi: “Poteva porre diversamente la questione? Io non sono a Roma e non conosco le dinamiche ma non sono cosi sicuro si potesse ormai. Detto questo credo sia meglio aspettare ancora un po’ e vedere cosa succede, non mi sembra che le bocce siano ferme del tutto. Io credo sempre nel dialogo sulle cose concrete.” E non teme conseguenze e ripercussioni sui propri ruoli, come sindaco, consigliere delegato in Città Metropolitana e consigliere del Presidente della Regione: “Non ne vedrei il motivo -spiega Triberti-. C’è una visione comune e condivisa e si sta lavorando a mio avviso bene. A livello comunale poi c’è un percorso civico, dove c’è sempre stato bisogno di tutti, e che funziona molto bene, visto che i risultati si toccano con mano. Mi auguro che questa esperienza di civismo possa continuare ancora per molti anni.”
Infine Paolo Omoboni, sindaco di Borgo San Lorenzo, che solleva un’altra questione e preoccupazione di rilievo: “Senza entrare nel merito dei motivi politici forse anche tattici, che hanno provocato la crisi di governo, da amministratore non posso non essere preoccupato. Una situazione tutt’altro che chiara e tutt’altro che risolta. E questo produce incertezza in un tempo così difficile nel quale avremmo tutti bisogno di individuare dei punti di riferimento certi e capaci di segnalare la traccia da seguire. La grave crisi sociale ed economica provocata dalla pandemia mette a dura prova anche l’azione amministrativa locale che ogni giorno si deve occupare di scuola, di servizi socio-sanitari, di investimenti, di dare risposte ai cittadini. Forse il governo, oltre a ricercare una maggioranza parlamentare possibilmente non “affastellata” dovrebbe provare anche a sentire di più gli amministratori locali e le parti sociali per farsi un’idea più chiara di quali siano le priorità e costruire così un progetto di rilancio del paese organico e solido. Magari partendo dai contenuti, riuscirebbe anche a ritrovare una maggioranza parlamentare che lo sostenga. Una cosa è certa -conclude Omoboni-, prima si esce da questa situazione di incertezza, meglio è per tutti, altrimenti si rischia un degrado dal quale sarà poi ancora più complicato risollevarsi. Il senso di responsabilità e di coesione richiamati più volte dal Presidente della Repubblica dovrebbero essere riferimenti decisivi per tutti”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 gennaio 2021