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Crinali Liberi sullo stop all’eolico: “Ora si pensi a proteggere i crinali”

Posted On 29 Ago 2020
By : Andrea Pelosi
Comment: 0
Tag: Corella, Dicomano, Impianto eolico, vicchio, Villore

Frase apparsa sul tabellone che invia segnale tv, in località Porcellecchi, tra Villore e Corella

MUGELLO – Il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani commenta l’udienza pubblica relativa al progetto eolico tra Dicomano e Vicchio.

Abbiamo atteso finora perché abbiamo voluto verificare dove ci avrebbero portato gli strumenti predisposti dalla Regione per garantire – nelle decorose intenzioni – rispetto e tutela dei diritti del territorio, del bene comune, di fronte alle proposte di imprenditori amici dell’eolico che mirano ai loro affari. La transizione all’energia verde è un pretesto, lo dimostra il Gran Premio di F1: gli sprechi non vengono arginati ma incrementati, continuano le celebrazioni della tirannia consumista, avanza la cementificazione e la distruzione della Terra.

La delusione – annunciata da chi aveva esperienze in merito e confermata dai resoconti della stampa e di chi ha partecipato all’inchiesta – è stata immediata, già dalla prima seduta e fino all’ultimo, nulla è cambiato: ci sono stati momenti comici, degni di una farsa, che sarebbe bello poter rivedere con gli amici in allegria (sempre che le registrazioni vengano messe a disposizione del pubblico). Altri purtroppo tragici: quell’inchiesta che avrebbe dovuto fare chiarezza sulle mille carenze del progetto si è trasformata in un’imbarazzante passerella di clientele, reticenze, interessi privati, tentativi di sviamento e minacce di querela, tutto messo accuratamente in atto nell’osservanza della legalità (la presidentessa è docente di Diritto, mica per nulla!) e delle condizioni imposte dal Covid: non una riunione si è svolta in presenza, e nessuno ha potuto interrompere il fiume di formule burocratiche che per ore e ore e ore ha continuato a riversarsi nelle orecchie dei circa cento cittadini in ascolto, fino a tarda notte per partorire cosa? Ogni richiesta di rinvio o di maggiore apertura è stata rifiutata, e la comunicazione è stata sempre ed esclusivamente via internet. Davvero un ottimo banco di prova di quel che ci aspetta: la tanto paventata discriminazione tecnologica è già tra noi, le nuove tecnologie sono perfettamente integrate e attive.

Ma i giochi non sono fatti, come qualcuno vorrebbe: questo dell’Inchiesta era un preambolo forse non necessario, ma è risultato estremamente utile per chiarire schieramenti e squadre in campo, perché in realtà tutto si deve ancora “giocare”.

Non a caso gli Amici dei crinali sono molti e avveduti, e non si sono fatti distrarre: hanno presentato alla Regione montagne di osservazioni di grandissimo peso. Ottimi cittadini, animati dal solo senso civico (e non da quello del quattrino!), gruppi locali (associazioni tra le più diverse, ma col cuore sul territorio) ed enti di rilevanza nazionale (Cai, Italia Nostra, Wwf, Lipu, Federcaccia, ecc.), singole famiglie (donne, uomini, anziani, bambini).

Non a caso l’inchiesta non ha potuto evitare di accogliere le osservazioni dei nostri Amici: mentre dalle tante comparse prezzolate che abbiamo visto sfilare le risposte offerte sulle vere criticità, sugli aspetti geologici, idrologici, anemometrici, sollevate e ripetutamente presentate, sono state superficiali e generiche.

Non a caso abbiamo continuato a incontrare la popolazione, lottando con lockdown e amministrazioni poco disponibili, attivandoci con le nostre passeggiate sui crinali, con assemblee settimanali aperte a tutti in presenza o a distanza (quando non era possibile fare diversamente), con i banchini in piazza, volantini e proteste sempre civili, confrontandoci con tutti sui media e faccia a faccia, con i mezzi di comunicazione (grazie!) e con i politici locali.

Ora Agsm (la ditta che vuole mungere quattrini dal vento sulle nostre teste) avrà un mese di tempo per decidere se abbandonare il progetto oppure chiedere 180 gg per integrare quegli aspetti che in esso sono stati evidenziati come lacunosi dal nostro lavoro (e che loro non avevano considerato), perché riconosciuti dalla Regione nelle sue richieste di integrazioni.

Consigliamo caldamente ad Agsm di ritirarsi, perché confermiamo la nostra resistenza: l’opposizione all’impianto Monte Giogo di Villore è pronto per diventare un caso nazionale, e forse anche internazionale. In questi nove mesi ci siamo chiariti le idee, abbiamo affinato i nostri strumenti e abbiamo capito l’orrore che ci aspetta e siamo più che mai convinti che questa non sia la strada giusta verso un comportamento meno distruttivo e più rispettoso del pianeta.

Perché un caso nazionale? Si è parlato di 8000 km di pale eoliche da costruire in Italia. E tutte le altre soluzioni energetiche alternative, meno impattanti, che fine fanno? Si lasciano perdere? Naturale! La corsa all’eolico, con i fondi europei promessi, è diventata una corsa all’oro, scatena gli impulsi più selvaggi del neoliberismo, in una lotta senza esclusioni di colpi ai danni dell’ambiente e delle persone che ci vivono. A chi viene lasciata la gestione? All’arrembaggio delle solite ditte che lotteranno per prevalere una sull’altra e accaparrarsi questo o quel territorio? Dove sono gli Enti locali? Dove sono le Regioni? Vediamo quel che sta accadendo in Calabria, in Basilicata e in Sardegna, ma non solo, la minaccia si allarga a tutto il crinale appenninico. Perché non c’è un chiaro piano energetico nazionale? E perché alla popolazione viene detto poco o nulla di quel che l’attende? Nello specifico: non dovrebbe essere la Regione l’ente politico per eccellenza di gestione del territorio? Non spetterebbe a lei la pianificazione affinché tutto non diventi un Far West? L’abbiamo visto nell’inchiesta: non è coi grandi numeri che ci devono rispondere. I grandi numeri servono solo come cortina dietro cui nascondersi. Si conta sul loro potere persuasivo, e vengono usati da tutti coloro che sono a corto di argomenti, o che aspirano a carriere politiche. Una pseudo-politica, purtroppo, prona e succube di un potere economico sempre più autoritario e pervasivo, che mira alla manipolazione delle persone inibendo i loro veri e profondi desideri e sostituendoli con alternative addomesticate calate dall’alto.

I grandi numeri giocano a fuorviare il discorso adducendo la scusa che non c’è più tempo e che il crinale si deve sacrificare, così come la libertà individuale. Ma è un discorso falso e pericoloso, perché giustifica tutto, ogni abuso e illegalità. Con tutto questo il mondo degli affari va a nozze: non aspettava che questo, l’apocalisse incombente, per considerare ogni territorio buono per i propri interessi. È un gioco feroce, un gioco al massacro, dove invece di armi da fuoco si usa l’arma ben più sottile del condizionamento psicologico, che mira a creare una vera servitù volontaria.

Attaccare il crinale Villore-Corella è un sintomo di questa malattia mortale, che da tempo ha infettato l’essere umano: non riuscire a riconoscere i propri limiti e credersi onnipotenti, non distinguere ciò che si può fare da ciò che non si deve fare. Questo atteggiamento è tipico di un individuo geneticamente, o meglio: economicamente modificato, che ragiona solo in base al profitto e non vuole capire che di fronte alla realtà deve cadere ogni calcolo: c’è solo da fermarsi, ammirare, e comprendere i limiti dei nostri bisogni.

Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 agosto 2020

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