DAI LETTORI – Ingegnera, carabiniera e pizzaiola: una giusta battaglia di emancipazione
MUGELLO – Ho letto l’articolo “Quote rosa e vocabolario” del signor Frilli pubblicato in data 11/03/2021 sul vostro giornale.
Voglio proprio credere che possa essere considerata una battaglia di emancipazione quella di far declinare al femminile alcuni vocaboli della lingua italiana utilizzati solitamente al maschile.
La figura femminile viene spesso svilita dall’uso di un linguaggio stereotipato che ne dà un’immagine negativa o quantomeno subalterna rispetto a quella maschile.
Non voler declinare al femminile titoli professionali e ruoli istituzionali riferiti alle donne significa voler continuare con un linguaggio discriminante. Purtroppo sia nella comunicazione istituzionale che in quella quotidiana, le resistenze ad adattare il linguaggio alla realtà sociale sono ancora forti come lo dimostra l’articolo in questione che il vostro giornale ha pubblicato.
Dovremmo tutti utilizzare ingegnera, architetta, chirurga, sindaca, giardiniera, pizzaiola, magazziniera, arbitra, ministra, carabiniera… perché questa è la forma corretta.
Invitiamo l’autore dell’articolo a leggere l’ottimo lavoro della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna curato da Alma Sabatini e intitolato “Il sessismo nella lingua italiana” pubblicato nel 1987.
Cordiali Saluti
Nicoletta Giovannini
Risponde Gianni Frilli.
Gentile Nicoletta, grazie per il suo commento. Ho letto, parzialmente e con fatica, quel lavoro. Non mi ha entusiasmato. Opinione per opinione, la sua, la mia. Con il suo contributo i nostri lettori hanno così una diversità di commenti da valutare. Quindi, di nuovo, ancora grazie.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 Marzo 2021