DAI LETTORI – L’odissea del “Vaccino dì” a Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – Buongiorno, vi scrive un vostro lettore che sente il bisogno di raccontare quanto vissuto oggi, martedì 23 novembre.
Dopo aver visto la locandina del “Vaccino Dì” a Borgo San Lorenzo, in zona Foro Boario, decido di portarci un mio familiare che rientra nella categoria “fragili”, contento dell’opportunità fornita dal Comune di Borgo San Lorenzo. Arriviamo alla zona volgarmente nota come “bastioni” alle 8.30 in modo da poter essere fra i primi ad avere la tanto ricercata terza dose e troviamo già un nutrito gruppo di persone. Ci rendiamo subito conto che nascono piccoli disagi in quanto non c’è nessuno che dia dei numeri per capire l’ordine di vaccinazione e nemmeno troviamo membri della misericordia o comune con il compito di smistare i presenti o dare informazioni. Nel mentre il freddo imperversa, è nuvoloso e tira vento e troviamo riparo nei casottini mezzi aperti (e mezzi rotti) rimasti li da precedenti eventi fieristici. Passano i minuti, la gente in fila inizi ad aumentare ed aumentano anche i piccoli problemi di priorità di arrivo in quanto non mancano diversi “io sono dietro il signore” o “chi è l’ultimo? io sono dopo di lui”.
Alle 9.30 ancora non si vede nessuno degli addetti ai lavori, o meglio dire alla vaccinazione, e la gente è oramai tanta, tutta infreddolita e spaesata. Ci sono un paio di “giacche gialle” della misericordia che altro non ci dicono se non un “non sappiamo nulla, appena arriva l’ambulanza da Firenze vediamo come fare”. Una manciata di minuti prima delle 10 arriva l’ambulanza, i volontari e gli addetti alla vaccinazione iniziano a scendere e si fermano a salutare ed abbracciare vari conoscenti, fra cui un ragazzo che passava con il cane che si mette almeno dieci minuti a far salotto con uno degli addetti ai lavori.
Tutta la fila di pretendenti al vaccino si sposta, come indicato dai volontari, ed i fortunati in testa al serpente di persone iniziano a mettersi sotto i malmessi casottini fieristici, cercando un poco di riparo dal vento e dal freddo (meno fortunati di loro invece le persone arrivate dopo). Mentre il parcheggio inizia a scarseggiare (qualcuno in sede organizzativa non frequenta spesso Borgo di martedì mattina immagino…) gli uomini e le donne della misericordia iniziano a sistemare tavoli e sedie, recuperati in fretta furia e agitazione da un operaio comunale, per fare una zona di accettazione e cercano di rispondere alle domande dei presenti per capire se (come da locandina) potranno essere vaccinati solo gli ultra ottantenni, i fragili ed il personale sanitario o anche altri; salta fuori che ci sono altre fasce di età, in base alla tipologia di lavoro, che possono essere vaccinate nella mattinata, la confusione regna totale in quanto la carta della locandina canta in un modo, i ragazzi della misericordia invece raccontano una canzone diversa.
Nel mentre uno spaesato sindaco con tanto di operai comunali, parla con i volontari e ci arrivano parole come “non era così che avevamo stabilito/dovevamo organizzarci in altro modo/fino a pochi giorni fa dovevamo farlo in un altro posto”. Si crea il caos: la fila è tutta scomposta, nessuno sa rispondere alle domande dei presenti, vengono distribuiti fogli da compilare ed ovviamente mancano le penne ed i piani di appoggio per scrivere, quello che non manca è il freddo. Vengono messe delle assi di legno per coprire delle zone di passaggio malmesse (e quindi potenzialmente pericolose) da un casottino all’altro, ma il tutto sembra non soddisfare i piani alti ed un operaio comunale pone rimedio con sassi e terra buttati con la pala a rattoppare la “zona scomoda”. Iniziano le prime vaccinazioni e non si capisce niente, chi va da una parte, chi dall’altra, fogli che volano, persone che rischiano di cadere mentre passano dentro i casottini schivando assi spezzate e buche nel terreno. Alle ore 11 riusciamo ad uscire dopo aver fatto la dose di vaccino ed aver controllato che tutti i fogli siano al loro posto e mi pongo diverse domande che sicuramente non avranno mai risposta:
Perché organizzare il tutto di martedì al Foro Boario, con il caos del mercato?
Perché organizzare il tutto all’aperto lasciando morire di freddo fragilissimi e ultra ottantenni?
Perché non mettere qualcuno del comune (giustamente pagato per lavorare) a smistare la fila e dare informazioni chiare e complete?…in soldoni, perchè a Borgo si devono fare le cose sempre alla buona, male organizzate ed in modo pericoloso per i cittadini?
( Rubrica Dai Lettori – raccontalo con una foto )
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 Novembre 2021
Invece di mettere su una iniziativa velleitara e raffazzonata,e per di più una tantum, sarebbe molto più utile riaprire almeno parte degli hub vaccinali del Mugello, chiusi frettolosamente come se la pandemia fosse finita.
Invece ci sono le terze dosi da fare e non è pensabile che tutte le migliaia di utenti interessati possano essere sbattute a 50-60 chilometri di distanza.