DAI LETTORI – Un prelievo traumatico
BORGO SAN LORENZO – Una lettrice ci invia una lettera dove racconta la propria esperienza di prelievo ematico al centro Auxilium di Borgo San Lorenzo. Un’esperienza che ha lasciato il segno.
Con prenotazione “zero code” e attribuzione di codice di chiamata, più o meno all’orario previsto, ritrovo il mio numero sul pannello luminoso e mi reco alla stanza 2 dove un giovanissimo infermiere (spero) o forse studente, perché impacciato e privo di esperienza, senza la presenza di un adulto e senza il cartellino di riconoscimento sulla casacca, prova a trovare la vena, non riuscendoci, nonostante in ospedale non ho mai avuto alcun problema….
Prima un braccio, poi l’altro, poi il tentativo di utilizzare la superficie esterna della mano (da me prontamente fermato).
Un disagio incredibile e quando ho provato a dire che sarei tornata un altro giorno, mi ha bloccata dicendomi che ci doveva assolutamente riuscire e così, colpo, mi sento una cavia su cui allenarsi…dopo vari tentativi esce dalla stanza, rientra e spegne la luce, aveva in mano uno scanner per rendere visibili le vene e intanto preparava il terzo ago. Il tutto, a mani libere, senza guanti. Il risultato finale è che ho un’enorme macchia viola sulla pelle e una grande grande sfiducia per la direzione che sta prendendo questo mondo. Ho rispetto per quel giovane ragazzo. Non è colpa sua ma di chi dovrebbe offrire garanzie di tutela della salute dei cittadini e soprattutto di chi dovrebbe vigilare.
(Rubrica: Dai Lettori)
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 ottobre 2021
Gentile signora, la lettera che lei ha inviato al Filo, mi rattrista molto.
Mi rattrista perché nella sua narrazione ricca di imprecisioni ed allusioni fuorvianti leggo solo il desiderio di creare un inutile polverone.
Dare giudizi sulla professionalità di infermieri solo perché le appaiono giovani (addirittura studenti) denota che il suo vero problema non è stato il disagio da lei subito bensì la voglia di vendetta e di alimentare inutili polemiche.
Questo e’ doloroso per noi infermieri e per qualunque professionista che si occupa della cura delle persone con passione e amore.
Lei non è neanche informata sul perché un professionista può non usare i guanti: nello specifico è giusto che lei sappia che l’utilizzo del guanto non viene effettuato per proteggere lei dall’operatore bensì per proteggere l’operatore da lei.
Il Suo racconto è pericoloso perché crea nelle persone pregiudizio ed il pregiudizio è un brutto sentimento.
Per fortuna tante persone ogni giorno si complimentano con noi, per l’efficienza del servizio e per l’accoglienza che ogni nostro operatore sanitario e non, offre ad ogni persona che si rivolge a noi.
Se lei avesse davvero il bisogno di chiarire con il professionista ciò che le è successo questo le farebbe onore. Invece sceglie lo schermo della lettera al giornale che evidenzia probabilmente ciò che lei ha veramente nel cuore.
Un cordiale saluto.
Il presidente
Dott. Stefano Chivetti
Infermiere