DAI LETTORI – Una lettera “d’amore” al Chino Chini
MUGELLO – Non tutti vanno a scuola di malavoglia. C’è anche chi è entusiasta e “innamorato” della propria scuola. Come questa studentessa, del “Chino Chini”. Che ha voluto far conoscere la propria testimonianza.
Mi basta entrare da quella porta per sentire il profumo dei libri, del caffè e dei sogni. A volte mi capita di sentirli anche da fuori, mentre la mattina mi incammino per raggiungere la scuola, mi capita di sentirli quando la voglia di imparare e scoprire nuove cose supera la stanchezza delle 8 di una mattina incerta.
il chino chini è una famiglia, un riscatto per chi per troppo tempo è restato in disparte, al buio, in un angolo coi pugni chiusi. È stato un’opportunità per chi aveva lasciato la speranza sotto al banco dell’elementari, tra i libri ed i fogli bianchi di un diario troppo pieno, e l’ha ritrovata dentro a delle pagine ingiallite di libro , di un dicembre birichino al chino chini. È quella rivincita per chi si è sentito troppe volte dire “non vali niente, non sarai mai nessuno” ma poi improvvisamente diventa “qualcuno” o semplicemente lo era già. Il chino chino chini è quella scuola che ti mette cerotti nel cuore dove tu non puoi arrivare, in cui da quei graffi fa nascere fiori colorati e radici forti per affrontare il futuro. Ancora oggi mi capita di sentire i profumi che emana. Oggi sento il profumo dei sogni, è dolce e timido, mi entra nel naso e corre verso il cuore incastrandosi fra atrio e ventricolo, nel posto più sicuro e più vero.
È bello sognare attraverso le cose semplici, avere tutto senza avere niente, è bello entrare da quella porta e sentirti nel posto giusto nonostante le difficoltà di ogni giorno, è bello toccare i sogni degli altri aggiungendo loro un po’ di polvere magica. È bello crescere in questa grande famiglia e volare via poi con un bagaglio pieno di emozioni che solo il chino chini può trasmettere.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 novembre 2019
E insieme ai profumi, non c’è pure un gran puzzo di fumo di sigaretta, prodotto anche da certi insegnanti?
E poi quale migliore scuola di quella dove la fatica nello studio è ridotta ai minimi termini? Ma proprio minimi, eh!
E il rumore dei banchi che volano se lo ricorda? Scuola ridicola
Ho lavorato per anni al Chino Chini, indirizzo meccanico, insegnando materie non proprio amate dai ragazzi: italiano e storia. E’ stato prima di tutto necessario impegnarmi a ricostruire in loro la stima di sé che, come dice in modo molto bello la ragazza, era stata messa a dura prova nel percorso scolastico precedente.Accettando difetti, debolezze, momenti di aggressività, di scoraggiamento abbiamo trovato il modo di impegnarci e migliorare. Al termine del percorso di studi tutti, dico tutti, iniziavano a lavorare, la maggior parte nelle industrie della zona. In diversi sono andati all’Università e si sono laureati o lo stanno facendo. Evviva il Chino Chini.