Due pensieri di Carlo Incagli. Quando la vita si fa testimonianza
Ricomposto il dolore, avremo modo di ricordare in modo più compiuto Carlo, il suo impegno, le cose in cui si è speso. Qui, intanto, presentiamo due suoi pensieri, che scrisse tre anni fa, al primo apparire della sua malattia. Pensieri che fanno capire bene l’animo e l’anima di Carlo Incagli.
(Il funerale si terrà venerdì alle 14.30, a Borgo San Lorenzo)
L’attimo presente
14 settembre 2011 alle ore 16.54
In questo momento di prova, insieme ad Ilaria abbiamo trovato illuminante il concetto di “attimo presente” di Chiara Lubich. Mettere la nostra giornata in fila, secondo dopo secondo, non + anno dopo anno o mese dopo mese. Nel quale l’attimo futuro non è + saldo nelle tue mani, invece che come davi x certo prima e cercare la volontà di Dio nell’attimo presente, ci sta dando la forza x affrontare questa nuova vita da una prospettiva diversa. Vivere davvero ogni secondo come un dono, ti fa dilatare il tempo, ti fa gioire della vita che hai a disposizione gratuitamente, e sopratutto ti fa capire allora cosa sono davvero le cose importanti della vita. Come amare un fratello che in quel momento può avere bisogno di te, oppure dedicare del tempo alla preghiera…così arrivi a sera e ringrazi di aver avuto un’altra splendida giornata e di aver potuto aiutare qualcuno, anche solo per un secondo, oppure che ci sia stato qualcuno che ti abbia aiutato in quel secondo che tutto ti sembrava perso pregando x te. Oppure cominci a sperimentare la forza fisica della preghiera che ti sostiene dentro, donandoti serenità e pace di animo, scacciando l’angoscia del fare progetti di vita che per definizione, visto che siamo tutti mortali, nessuno è in grado di metterci la scadenza. Solo che quando si hanno a disposizione le ere geologiche, xchè ognuno pensa di essere eterno…i secondi sembrano essere importanti solo x le lancette degli orologi, che gli devono contare o per stabilire un vincitore di una gara….x il resto normalmente nemmeno ci accorgiamo che ci sono e che passano.
Carlo Incagli
L’importanza di uno strumento
17 settembre 2011 alle ore 12.22
Non avevo mai pensato a cosa sarebbe del genio di Mozart o Beethoven, se non ci fossero semplici strumenti che “vuoti” riescono a vibrare ed a farci udire le note così come pensate dall’autore, riproducendole all’infinito. In effetti se gli strumenti non avessero la capacità di vibrare, di essere in qualche misura elastici, penso a quanti spartiti rimarebbero muti ed a quanta armonia sarebbe andata persa. Kilometri di note inutili. Così penso, noi uomini quanto riusciamo ad essere “vuoti” a lasciare lo spazio a Dio xchè possa usarci come strumenti per la più armoniosa melodia che è il creato. Troppo spesso non riusciamo nemmeno a mettere da parte la nostra volontà, restando così rigidi ed incapaci di realizzare quel disegno di amore che è il Signore a pensato per ciascuno di noi. Riuscire ad essere un umile, semplice strumento è uno sforzo che va tentato, va cercato ogni giorno, cominciando casomai da almeno qualche minuto della giornata, durante il quale proviamo a svuotare il nostro limitato IO ed a far posto a chi ci può riempire di infinito, nel quale ognuno di noi è pensato avere il proprio posto e ruolo. Così al pari di uno strumento di una grande orchestra, senza il contributo del quale la melodia non è perfetta, così ognuno di noi ha il proprio contributo da donare affinchè anche gli altri ne possano beneficiare e, sopratutto, quanto pensato dal Maestro possa riuscire perfetto, così come è stato creato fin dall’eternità per l’eternità.
Carlo Incagli
© Il Filo, Idee e notizie dal Mugello, dicembre 2014
……tu ci insegni il disegno di Vita che ci precede nel volo del tempo…..della speranza……dei tesoti nelle nostre mani……accanto ai nostri sogni….ai desideri …… per un ritorno ai tuoi spazi ormai infiniti……nel mio ❤️……. Per sempre……. Giuliana