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È Natale! – “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”
Innanzitutto… Buon Natale a tutti! Un augurio che serva anche da impulso per ridare speranza ai nostri cuori e mettere più entusiasmo nelle nostre azioni.
Azioni colme di speranza: non sono semplici auguri “fatalistici” o di consuetudine, ma auguri frutto di un percorso che abbiamo fatto nelle quattro settimane di Avvento.
La prima Domenica di Avvento siamo stati invitati a vegliare per non essere superficiali e non vivere come “lo fanno tutti” senza accorgerci di niente. (Mt 24,39) Verso una vita più consapevole e meno “a caso”
Nella seconda Domenica S. Giovanni Battista ci ha proposto la conversione: un cambiamento di mentalità per un miglioramento del nostro cuore e della nostra anima. Al fine di formare una personalità rinnovata.
Nella terza Domenica l’annuncio è stato nell’invito ad imparare ad attendere pazientemente un mondo nuovo attraverso gesti concreti di bene. Per imparare a vivere, attraverso la lettura dei segni dei tempi, con costanza, per costruire un mondo migliore; questo senza pretendere “tutto e subito”, come ci stiamo abituando a fare, perdendo il gusto della ricerca sapiente e l’impegno di scegliere coerentemente.
E l’ultima Domenica, S. Giuseppe ci ha insegnato a cercare la vera giustizia che consiste nell’essere disponibili a vivere secondo la volontà di Dio.
Il Natale, festa di consapevolezza, di novità, di attesa e di giustizia, arriva dopo questo percorso di preparazione.
Nel bambino di Betlemme sono racchiuse, oggi come ai tempi del profeta Isaia, tutte le speranze di un popolo, di ciascuno di noi. Così ci annuncerà nella notte di Natale il profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1) Quel bambino era, ed è, la risposta alle buie ansie del nostro momento storico: la luce per rimediare allo smarrimento del quotidiano.
Risposta che all’epoca di Gesù, rimase nascosta ai più: solo gli umili e “ultimi” pastori ricevettero l’annuncio. Per gli altri la stalla di Betlemme è rimasta un luogo sconosciuto.
Voglia Dio che non rimanga anche per noi un semplice ricordo tenero e commovente davanti ad un semplice presepe di cartapesta o davanti ad una costruzione più impegnativa, senza che niente cambi nella nostra vita. La capanna di Betlemme ci invita e ci esorta a vivere veramente un “Buon Natale” di speranze concrete:
– per una piena consapevolezza di vivere con intensità nella ricerca del bene;
– per un maggior impegno nel desiderio di rinnovare la nostra vita continuamente;
– per un’educazione a vivere in attesa, come momento di crescita paziente e costante nel quotidiano impegno;
– per spendere la nostra esistenza nella ricerca della giustizia. O meglio: della “cosa giusta” da fare.
La visita alla grotta di Betlemme, attraverso la partecipazione alla Messa di Natale, ci faccia tornare nelle nostre case arricchiti di tutti questi sentimenti di bene, di vita e di speranza.
“La speranza – cito il card. Cantalamessa – è di aiuto nel cammino personale di santificazione. Essa diviene, in chi la esercita, il principio del progresso spirituale. Permette di scoprire sempre nuove possibilità di bene, sempre qualcosa che si può fare. Non lascia che ci si adagi nella tiepidezza e nell’accidia. E anche quando la situazione dovesse diventare dura all’estremo e tale da sembrare che non c’è proprio più nulla da fare, ecco che la speranza addita ancora un compito: sopportare fino alla fine e non perdere la pazienza, unendoti a Cristo sulla croce.
Il Natale può essere l’occasione per un sussulto di speranza”.
Buon Natale di speranza a tutti!
Don Stefano Ulivi
Pievano di Barberino di Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 dicembre 2022
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