Ex-ospedale… Cafaggiolo?
A LUCO, TRA SPERANZA E SCETTICISMO, QUALE FUTURO PER L’ANTICO MONASTERO DI SAN PIETRO?
La recente notizia dell’avvio delle procedure per la messa in vendita dell’ex-ospedale di Luco di Mugello, oltre a riaprire una vicenda che ormai si trascina da più di vent’anni, ha riacceso qualche speranza affinché l’antico monastero camaldolese trovi un utilizzo, e quindi un recupero e un consolidamento che fermi il preoccupante degrado cui è sottoposto.
Com’è noto la Regione Toscana, che solo pochi anni fa aveva acquistato l’immobile dall’ASL, nell’ambito del progetto di utilizzo universitario della struttura, fallito quel progetto, e non essendo emerso altro dall’iniziativa pubblica, ha deciso di disfarsene, concordando con il comune di Borgo San Lorenzo una diversa destinazione urbanistica, quella ricettiva, al fine di mettere all’asta il complesso e ricavarvi più o meno quanto spese a suo tempo.
Naturalmente, la domanda che tutti si fanno è una. Ci sarà un acquirente, disposto a investire almeno 8-10 milioni di euro? E questo in un momento economico e imprenditoriale così difficile.
Nonostante tutto, negli uffici regionali circolano voci, anche sorprendenti che, se concretizzate darebbero una decisa svolta alla vicenda. Da una parte vi sarebbe l’interessamento, o almeno il desiderio di verificare la fattibilità di un intervento da parte della Ferrari, legato all’autodromo del Mugello. Che a Luco è vicinissimo, e che potrebbe utilizzare in vari modi la prestigiosa struttura.
Ma un’altra ipotesi, clamorosa, tra prendendo campo. Ci sarebbero stati infatti contatti tra Regione e la nuova proprietà della villa di Cafaggiolo, nell’ambito dell’ambizioso progetto turistico-sportivo-ricettivo incentrato sulla struttura medicea. Anche Cafaggiolo non è lontanissimo da Luco, e nel disegno del miliardario argentino-americano, divenuto proprietario della villa e dei suoi 400 ettari circostanti, l’ex-monastero rinascimentale potrebbe diventare complementare, un altro polo recettivo e culturale di grande prestigio per la sua presenza in Mugello. E in un progetto che prevede un investimento di 170 milioni di euro, un’altra decina di milioni in aggiunta non sembrerebbe un ostacolo insormontabile…
Se son rose fioriranno, ma la cautela è d’obbligo. Molta cautela. Troppo volte infatti intorno all’ex-ospedale buone idee sono poi tramontate. Ma certo una proposta concreta da parte di un privato potrebbe dare un impulso decisivo, visto che il pubblico non ha fin qui dimostrato grande impegno e spinta propulsiva a trovare una soluzione.
Le difficoltà, ancora, non mancano. Al di là delle brutte prospettive economiche, ci sono i vincoli della Sovrintendenza, e c’è anche un’area circostante piuttosto esigua per consentire di trasformare l’ex-monastero in una grande struttura ricettiva, che richiede aree verdi, vie d’accesso e ampi parcheggi.
Quanto alla notizia del possibile interessamento della proprietà di Cafaggiolo nei confronti della struttura luchese si aggiunge anche un’altra incognita. Al momento infatti il mega-progetto sta avanzando lentamente, più lentamente del previsto. In base agli accordi con la Regione tutto doveva già essere sistemato, e nelle intenzioni iniziali della proprietà i lavori dovevano già essere iniziati. Invece si sta discutendo ancora sulle varie soluzioni tecniche, in particolare sulla strada destinata a spostare il traffico, allontanandolo dalla tenuta medicea. Le ipotesi di tracciato sono ancora tre e ci sono divergenze, legate ai costi e alla concreta realizzazione dell’opera. La proprietà vorrebbe spostarla più a monte –in pratica dall’incrocio di Galliano la nuova viabilità attraverserebbe le zone di Gabbiano e Bosco ai Frati per giungere fino a Pianvallico all’altezza della rotonda di Borgo Nuovo. Mentre gli enti locali pare preferiscano un tracciato che corra lungo la Sieve. E poi ci sono altri contrasti, anche sull’utilizzo e la ristrutturazione della villa medicea.
L’incognita è dunque legata alla possibilità che il progetto Cafaggiolo prenda davvero concretezza, o si areni invece nella lunga trattativa tra comuni, Regione e proprietà. Facendo sfumare così anche l’ipotesi Luco.
Paolo Guidotti
(Foto di Davide Poggi)