“Fermiamoli!”: il Comitato No biomasse a Petrona avvia una raccolta di fondi per il ricorso al TAR
Ormai, siamo passati dalla scaramuccia, e dalle schermaglie dialettiche, alla guerra aperta. Non è più un battibecco fra le ragioni degli uni e le resistenze degli altri. Giusto ricordarne la genesi. Sì, perché, quando esplose la questione “impianto a biomasse di Petrona”, la politica derubricò l’avversione a questo progetto come intemperanza ideologica, una frustrazione fondamentalista, degli scellerati del “NO” a prescindere. La strategia dell’apparato di governo locale, fra feudatari e vassalli, era improntata sul discredito verso quei cittadini, almeno 7500 e chissà quanti altri, e di relegarne, alla dissimulazione, le loro argomentazioni critiche. I fatti, poi, corroborati da prove documentali, hanno dimostrata la fondatezza dei dubbi, così come nel far emergere, dalla sciatteria professionale di certi uffici pubblici, l’inusuale procedura usata per agevolare un investimento privato su dei terreni pubblici. Adesso, è doveroso ribadire quanto la politica sia stata, e continui ad essere, tronfia, lontana dalle necessità quotidiane della gente.
Ieri sera, durante l’assemblea indetta dal “Comitato NO alla centrale a biomasse di Petrona” (presso il Circolo Spazio 3, Borgo San Lorenzo), ho incrociati gli sguardi di alcuni dei partecipanti. Di nuovo, ho dismessi i panni del sostenitore del Comitato ed ho indossati gli altri, quelli del provetto cronista. Ho raccolte le impressioni di qualcuno degli intervenuti, cercando di stimolarne la reazione.
Questo è il quadro dei loro pensieri. Nessuna rassegnazione. Un gruppo coeso, seppure di anime diverse, alimentato dal dogma di tenerne la politica fuori, sull’uscio di casa. Il grido di guerra, ovvio in senso aulico, beninteso senz’armi, è stato: “Fermiamoli, fermiamoli!”.
Nello sviluppo del dibattito è riemersa l’incredulità, del resto mai sopita, verso l‘operato dell’amministrazione comunale. Indaffarata, quest’ultima, nel sostenere, a colpi di agevolazioni procedurali, il progetto di una società privata che non dispone di credenziali adeguate per impiantare questo tipo di attività. Sì perché, in Italia, non ha in funzione alcuna linea di produzione per l’energia elettrica e neppure per la frantumazione, in pellet, del legname. E’ un progetto, in stile vuoto a perdere, che qualcuno non si rassegna ad accompagnare verso la logica della sua vita industriale: l’eutanasia dell’idea.
Ora l’attenzione dei sostenitori, e dei simpatizzanti, è concentrata sull’iniziative da intraprendere per continuare l’azione di contrasto alle risposte del Comune e della Città Metropolitana. Sfugge, dall’esercizio del raziocinio mentale, il concetto per il quale, in tutta la Toscana, da Monticiano a Chitignano, passando per Pontremoli, questa tipologia di attività sia considerata insalubre e soggetta, “obbligatoriamente”, ad approfondite indagini di valutazione ambientale, mentre qui da noi si ignora il problema. Non è una fisima per un “no” a prescindere, semmai un metodo previsto dalla normativa europea. Avallato con sentenze, distinte, della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato. Però la politica, cosiddetta trasparente e corretta, di Castel San Barnaba allo Scarperia e di Villa Sevae, nel feudo orfano degli Ubaldini, non recepisce questa direttiva.
E allora, per far fronte alle nuove spese, necessarie per proseguire i ricorsi legali nelle sedi competenti, il Comitato chiama a raccolta i cittadini affinché possano dare un sostegno economico. Ognuno secondo le proprie disponibilità. Inizia, dunque, la raccolta dei fondi per il finanziamento del ricorso da presentare al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Ecco la sproporzione e l’iniquità della burocrazia italica. Cittadini che si tassano per far valere le proprie ragioni e difendere il territorio ove vivono e lavorano. Politici, e dipendenti pubblici, che usano il loro orario di lavoro per combatterli. Una signora fra quelle presenti, con gli occhi lucidi, non certo per la commozione, ma di rabbia e delusione, conscia di non contare niente, mi è venuta incontro per dirmi : “Lo scriva, aiutateci, fermiamoli!”.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 ottobre 2015
come fare per aderire all’iniziativa ?