Formula Uno, biglietti e figuracce
MUGELLO – Prezzi altissimi, poi la vendita a rilento dei biglietti ha costretto l’organizzazione del GP della Toscana di Formula Uno a rivedere la strategia. Prezzi ribassati del 50 %. Una figuraccia planetaria. Il popolo della Ferrari, i “ferraristi” del prato dimenticati, esclusi dallo spettacolo. Un’offesa.
Clamoroso. Eccoci, la Formula Uno in Mugello parte male. Dall’ultima fila. Non in senso agonistico, sportivo, sul cui aspetto tecnico non abbiamo alcun titolo per fare commenti. Però la messinscena della vendita dei biglietti, a caro prezzo, per assistere alle prove ed alla gara, ebbene, questa sì, si presta al dileggio, in questo caso scontato, anzi gratuito. Prezzi alti, tribune vuote. Con buona pace di quegli appassionati super esperti, prodighi nel dare lezioni dalla tastiera di casa a coloro che, semplicemente, facevano notare l’insostenibilità, e un tantino, giusto un filino, di immoralità, beninteso congiunturale, nel diramare quel tariffario. Reiteriamo il concetto: prezzi esosi.
Poi, intuita la malaparata ecco la fuga precipitosa verso il ribasso. Prezzi scontati del 50 % rispetto agli originari per una operazione da fuori tutto, da saldo stagionale, da outlet delle quattroruote. Una strategia di vendita convulsa, sconclusionata, che per ora merita, almeno questa, il gradino più alto del podio. Una figuraccia planetaria, seppure ristretta dalle limitazioni negli spostamenti intercontinentali, tale da far fare il viso rosso, ovvio “rosso Ferrari” per restare in tema, al genio o al manipolo di aspiranti tali che hanno partorito quel prezzario.
In tanti non avevano capito che il malumore, il disappunto, anche l’amarezza, per quelle tariffe stellari non erano dovuti solo a invidia sociale, alla rivalsa fra i diversi ceti degli spettatori paganti o rinunciatari, ma all’assoluta mancanza di rispetto che i vertici della galassia societaria da cui dipende l’autodromo del Mugello avevano riservato al popolo della Ferrari. Un’offesa. Eppure, spettacolo nello spettacolo, proprio la coreografia delle bandiere rosse, con lo scudo giallo e il cavallino rampante, è sempre stata l’anima della scuderia di Maranello. I “ferraristi” del prato. Peccato, in questa occasione, essersene dimenticati. Sì, c’era da ottemperare alla normativa per l’emergenza sanitaria, è vero. Ma il sospetto è che si volesse far cassa a tutti i costi, portando sugli spalti solo le carte di credito oro e platino. Nessun interesse per le altre, tantomeno per chi (di solito) paga in contanti al botteghino. Invisibili, in questo caso inutili.
L’autodromo del Mugello è una risorsa per il territorio, è indiscutibile. Però figuracce di questo tipo non aiutano a valorizzarlo. Chissà se con questa gestione si possa farlo diventare tappa fissa nel calendario agonistico della Formula Uno. I “ferraristi” sognano e, almeno per ora, hanno fatto capire che non sono disposti a supportare questa idea a qualsiasi costo. E che costo. Speriamo bene.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 06 settembre 2020
Mamma mia come scrivi male.
Grazie. Anche se l’uso confidenziale di quell’epitaffio mi porta a pensare che il commento fosse rivolto ad una sua parente stretta. Se la mamma scrive male mi dispiace. Io comunque, glielo assicuro, proverò a migliorarmi.
Mi rifaccio al commento di Marco. In effetti il periodo che inizia “Con buona pace di…” fra virgole e incisi, è contorto, il predicato non trova complemento e il soggetto è un enigma. A volte una rilettura più attenta può aiutare. Anche perché per il resto scorre e ha un taglio gradevole. Sulla vicenda concordo sia una figuraccia, una mancanza di rispetto, una strategia fallimentare (anche al 50% sono prezzi esorbitanti)
Salve. Grazie per il suo commento, per l’attenta disamina. Ha ragione, in quella frase ho usato troppe virgole e incisi. Però in quel labirinto di sintassi il concetto viene comunque fuori. Tengo stretti i complimenti per tutto il resto. Grazie.
PARLA COME MANGI…….GRAZIE.
Prego. Francamente non credo che lei possa conoscere quel che mangio. Ma posso tranquillizzarla: mangio come parlo. Poi, a volte scrivo. Esercizio diverso dal parlare. Soprattutto mi firmo con nome e cognome. Se in futuro avrò bisogno di un logopedista o di un nutrizionista non mancherò di avvertirla. Nel frattempo continuerò a scrivere, ovviamente, ogni tanto.
A me non sembra che il Sig.r Frilli scriva poi così male! Il periodare é scorrevole e si snoda attraverso una forma espressiva agevole direi “moderna” e accattivante. E poi quegli incisi servono a dare enfasi al discorso e rimarcare concetti e
contenuti, peró toglierei la virgola dopo la parola “filino” per non porre una cesura col complemento di specificazione. E poi, gente mia, qui non siamo ad una lezione di linguistica bensì stiamo leggendo un articolo che vuol evidenziare l’etica dimenticata circa il costo dei biglietti per un evento che avrebbe dovuto dare impulso al nostro territorio e invece ha penalizzato proprio coloro che vi abitano e tutti gli appassionati che non possono permettersi di sborsare certe cifre,neppure quelle offerte al ribasso. Al Mugello i prati sono talmente ampi che, con le dovute accortezze, avrebbero potuto accogliere un certo numero di appassionati. E allora sí che la festa sarebbe stata bella e sentita. Cordialmente
Gent.mo Sign.r Di Tullio,
leggendo distrattamente il suo cognome, per un attimo ho creduto che fosse Tullio De Mauro ad esaminare l’articolo, ma con mio grande dispiacere mi sono accorta che non era così…