Giovani esercenti crescono. La buona carne di Marco Tagliaferri
In questo periodo di crisi, con i giovani che hanno forti difficoltà a trovare un lavoro, e spesso si scontrano con precarietà, basse paghe e sfruttamento, ci sono ragazzi che hanno il coraggio di intraprendere e di mettersi in proprio. Esperienze che è bene raccontare. Come quella di Marco Tagliaferri, 24 anni, che ha rilevato una delle poche macellerie rimaste nel capoluogo borghigiano, in corso Matteotti.
E dopo qualche mese di avvio, ora Tagliaferri è davvero contento: “Non avevo un lavoro fisso, e in questi casi ci si guarda intorno. E mi è capitata questa occasione della macelleria Primarti. Era amico di mio babbo, aveva problemi di salute e mi propose di riprendere l’attività, Ne ho parlato in casa, e ho deciso di buttarmi. Magari sono stato facilitato dal fatto che mio babbo lavora in questo ambito”.
Marco ha trovato anche il sostegno della mamma, che sta con lui in negozio. “Avere Giancarlo Primarti e mio babbo alle spalle -dice Marco- ha contato molto. Non ho fatto corsi, ho imparato stando qua dentro, anche sbagliando. E -sorride- ho fatto delle leticate con mio babbo, a bottega chiusa. Ma è servito”.
E la concorrenza dei supermercati? “E’ vero -risponde subito- i supermercati son tanti. Però tanta gente cerca la qualità e va dal macellaio. E poi la vita di bottega è un’altra cosa, c’è la cordialità verso i clienti, e alle persone piace rapportarsi, piace trovare disponibilità, e poi piace la carne buona. Noi vendiamo solo carni di bovini femmina, le prendiamo in zona, dallo stesso fornitore di Primarti, che notoriamente aveva buone carni. E puntiamo molto sul preparato, sempre fresco. La gente ha poco tempo, il preparato lo apprezza, specialmente la clientela più giovane. I più richiesti? Sicuramente il coniglio ripieno”.
Marco è soddisfatto della sua macelleria: “E’ un lavoro gratificante. Sei a contatto con la gente, capisci se le piaci o no. E se il cliente torna significa che la volta precedente hai risposto bene alle sue necessità. Ed è più gratificante anche il lavorare in proprio, rispetto al fare il dipendente”.
(Foto di Marta Magherini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 novembre 2015