Giulia Bartolini, un cuore di luce. Incontro con una poetessa mugellana
VICCHIO – Per molti è stata una vera scoperta la poesia fresca e sorprendente di Giulia Bartolini. L’abbiamo voluta incontrare, per farci raccontare di lei, della sua vena poetica, e dei riconoscimenti che fin qui ha ottenuto.
Ci racconti chi è Giulia Bartolini? Sono nata a Città di Castello (PG) il 29 maggio 1971. Abito a Vicchio assieme ai miei tre figli: Guglielmo, Edoardo e Gilda. Mi sono laureata all’Università degli di Firenze in Pedagogia (indirizzo psicologico).
Da circa due anni ho iniziato a scrivere poesie.
Come hai cominciato? Qual è stata la scintilla? Ho cominciato a scrivere poesie due anni fa su invito di Serena Latini, che era in quel periodo la presidentessa dell’associazione “Nuovi Occhi sul Mugello”. Era stato indetto un concorso nazionale ed internazionale, a scopo benefico, con la pubblicazione in una antologia delle opere meritevoli. Vi ho partecipato e così è iniziato il mio cammino, da questa manifestazione tenutasi a Barberino nel 2015. Ricevetti molti complimenti per il mio scritto, che fu selezionato e pubblicato nella relativa antologia, grazie a Serena e ai giudici, che hanno visto in me capacità di scrittura e sensibilità umana. Da lì la scintilla: questa grande fiducia riposta in me e nei valori di amicizia e di confronto, che da sempre hanno accompagnato la mia vita.
Quali sono state le tue principali soddisfazioni? E ci sono stati invece dei momenti di dubbio, di delusione? Sono state molte le soddisfazioni in questi ultimi due anni. Ho vinto per due volte consecutive il premio Erato a Roma come miglior poeta per la casa editrice Montecovello. Ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie “A cavallo dell’ Arcobaleno” ( ed. NOSM) che ha portato me ed il Mugello ad essere conosciuti ed amati anche oltreoceano, persino nella lontana Australia! Ho partecipato a numerosi concorsi letterari sia a livello nazionale che internazionale, nei quali sono stata giudicata meritevole dai giurati. Due anni di grandi soddisfazioni insomma, talvolta però macchiati da alcuni momenti di sconforto e di dubbio, perché scrivere vuol dire mettere su carta il proprio sentire in modo semplice e concreto. E non è facile mettersi a nudo senza paura. Un ringraziamento speciale per cui va a tutti coloro che mi hanno da sempre sostenuta, anche in momenti difficili, e stimolata, incitata a raggiungere gli obiettivi ed il successo che ho adesso, che considero comunque non un traguardo, bensì un punto di partenza. Un grazie particolare quindi a Serena Latini, Annamaria Dulcinea Pecoraro, Gianni Calamassi, Marianna Villani, Martina Spencer e tutti coloro che hanno contribuito a divulgare, come dice Martina, “il mio cuore di luce”.
Umberto Saba definiva la poesia come un momento di felicità, uno stato di grazia improvviso, che fa ritrovare all’uomo il senso dell’umanità, della fraternità, dell’ottimismo. Che fa riscoprire se stessi ed i più profondi valori della vita. Cosa è per te la poesia e cosa provi quando scrivi? Per me la poesia è un regalo che l’anima più profonda fa alla nostra vita, non sempre bellissima ed appagante. La poesia indica anche debolezze e mancanze, mettersi a nudo di fronte a chi legge. Cosa non sempre facile, tuttavia doverosa per quel senso di responsabilità che ha l’arte, di fronte al proprio pubblico. Scrivere tuttavia non vuol dire sempre piacere a tutti, significa anche saper accettare critiche e giudizi negativi e da lì ripartire per migliorarsi.
Ci lasci una tua poesia e ci spieghi perché l’hai scelta? La poesia che ho scelto per voi cari amici è della mia raccolta “Sogno le tue mani“.
“Sogno le tue mani
il tuo viso
Inondami di te
Di te
voglio soffocare
Riempire di noi
ogni angolo di cielo.
Colorare il confine
Scintille e coriandoli
Noi sappiamo la strada.
Sfregare i denti con i tuoi
in soli raggi di luce.
Vedo l’ arcobaleno
perdersi nell’ infinito
distendersi sul mare”.
L’ho scelta perché sognare è ciò che ci rende vivi ed umani, anche se imperfetti. Significa avere un obiettivo da raggiungere e fare di ogni nostro passo un cammino per arrivare, sfidando la sorte. Ognuno di noi ha un messaggio da portare con sé, il mio vuole essere di speranza e di pace. Dico sempre che i sogni sono la luce dei nostri passi. Non bisogna mai credere che è tutto finito, siamo tutti sotto lo stesso cielo.
Michela Aramini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 marzo 2017