GMG Cracovia 2016. Il diario di viaggio del gruppo di Barberino

Giovani dell’Unità Pastorale all’incontro con Papa Francesco del 30/31 luglio 2016, Campus Misericordiae a Cracovia in Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù
BARBERINO DI MUGELLO – (Katowice, 31 luglio 2016) Scriviamo la prima parte di questo breve “diario” in un albergo nei pressi di Katowice, in Polonia, circa 80 km da Cracovia, dove si è svolto l’incontro dei giovani di tutto il mondo con Papa Francesco, per la XXXI Giornata Mondiale della Gioventù.
Questa mattina abbiamo partecipato alla messa conclusiva, ma il nostro pellegrinaggio in terra polacca non è ancora concluso.
Siamo partiti lunedì 25 luglio in tarda serata ed in pullman siamo partiti alla volta di Budapest.
Ah scusate, non ci siamo ancora presentati: siamo un gruppo di 55 giovani (compresi gli accompagnatori, anch’essi giovani… dentro) provenienti principalmente dalle parrocchie di Barberino di Mugello (ben 43!!) e Scandicci. Veniamo da varie esperienze e percorsi e ci accompagna il vice-parroco di Barberino, don Marco Paglicci.
La nostra prima tappa dunque è stata Budapest, in Ungheria, dove abbiamo ricevuto l’accoglienza di don Davide Mazzoni, già presbitero per oltre un anno proprio a Barberino e da un paio d’anni in “missione” nella capitale ungherese, impegnato nell’evangelizzazione.
E all’evangelizzazione siamo stati chiamati anche noi, dopo aver visitato la città e averla ammirata in particolare dalla vista panoramica a 360° che offre il monte di S.Gerardo. Evangelizzare vuol dire portare e annunciare il messaggio del vangelo alle persone che ti circondano e che sono tuoi fratelli perché sono, come te, figli di Dio. Abbiamo cantato e ballato, pregato, letto le letture e 5 ragazzi hanno portato la loro testimonianza sulla presenza di Dio nella loro vita. Infine è stato annunciato un Kerigma, l’annuncio fondamentale dei cristiani, che dice che Cristo è morto per te, perché tu possa ricevere la vita nonostante il peccato.
A Budapest abbiamo trascorso due giorni, e, secondo uno schema che si ripeterà durante tutto il pellegrinaggio, abbiamo iniziato la giornata con le lodi mattutine, importantissime, nonostante gli occhi che ancora si chiudono, per cominciare la giornata confidando nel Signore.
Durante la giornata se possibile abbiamo anche celebrato l’eucarestia, oppure i vespri se non ci era permesso di fare diversamente. Molto importante è stata anche la celebrazione, la prima sera, della penitenziale, ovvero la confessione.
Dopo due giorni a Budapest siamo partiti per raggiungere Cracovia, passando ben dodici ore in bus, visto il percorso un po’ contorto che ci ha visto attraversare prima l’Austria e poi la Repubblica Ceca.
Come prima tappa in Polonia abbiamo fatto visita al santuario di Kalwaria, luogo immerso nel verde e particolarmente caro al Santo Giovanni Paolo II, nativo di questi luoghi.
Di questo luogo ci ha colpito particolarmente l’icona della Madonna con il bambino: guardandola si viene pervasi da un senso di forte tenerezza. Con lo spirito ancora più rinfrancato abbiamo poi celebrato una bellissima messa in una delle 28 cappelle del santuario.
Il giorno seguente abbiamo pernottato in una sterminata tendopoli, molto ben organizzata, che accoglieva 7.500 giovani del cammino neocatecumenale.
Acclimatati allo stare all’aperto dalla notte passata in tenda siamo partiti, zaini in spalla, per raggiungere la spianata della Misericordia, dove siamo arrivati dopo qualche ora di cammino, molto provati. Infatti la temperatura è estremamente alta per queste latitudini e il sole picchierà molto forte per tutti e due i giorni. Anche la (dis-)organizzazione Polacca ha contribuito a complicare un po’ le cose, ma come dice Vittorio, il nostro capogruppo: “Un applauso a noi, è andato tutto bene!”
La veglia del sabato sera è stata bellissima, e anche i più distratti ricorderanno le parole di Papa Francesco e la sua metafora del divano della comodità, dal quale ci invita ad alzarci poiché non siamo fatti per vegetare. Inutile dire che anche l’omelia della domenica è stata una perla preziosa: il Papa ha commentato il vangelo di Zaccheo in una maniera che forse non avevamo mai sentito, in modo semplice, ma preciso, approfondito e chiaro. Un discorso che vi invitiamo a stampare, leggere e ricordare.
(Barberino di Mugello, 5 agosto 2016) Ed eccoci alla seconda parte di questo resoconto sul pellegrinaggio. Scriviamo queste righe già da casa, con un po’ di nostalgia per gli splendidi giorni che abbiamo passato.
Fino ad adesso ci siamo limitati a fare soprattutto un resoconto cronologico di quanto abbiamo fatto e vissuto. Vogliamo però ricordare la forte comunione che si è realizzata all’interno del nostro pullman, tra persone completamente diverse; come ci ha ricordato poi il capogruppo Vittorio Scopetani, in qualche modo, per grazia di Dio, si è forse realizzata la parola che dice “amatevi e siate perfettamente uno, e in questo modo il mondo crederà”.
Lunedì 1 agosto abbiamo potuto visitare velocemente Cracovia, rimanendo impressionati dalla solennità della cattedrale che sorge sulla collinetta del Wawel, dove sono sepolti i corpi dei re polacchi e anche del presidente delle Repubblica Lech Kaczynski, morto in un incidente aereo insieme ai maggiori vertici politici e militari polacchi nel 2010.
Abbiamo visitato poi il centro storico e la grande e bellissima piazza del mercato, patrimonio Unesco dell’umanità dal 1978. Cracovia, a nostro avviso, mostra molta della bellezza della Polonia e lo spirito di un popolo, quello polacco, bello, dignitoso e fiero delle proprie radici cristiane.
Nel pomeriggio dello stesso giorno abbiamo partecipato all’incontro con Kiko Arguello, il fondatore del Cammino Neocatecumenale (assieme a don Mario Pezzi e Carmen Hernandez, quest’ultima salita al cielo il 19 luglio). Ci hanno colpito le alzate vocazionali, quando è stato chiesto ai ragazzi e alle ragazze che sentissero una chiamata da Dio di consacrare a lui la propria vita e salire quindi sul palco. Ebbene, si sono alzati oltre seimila giovani, e oltre mille famiglie hanno dato la loro disponibilità ad essere inviate in missioni di evangelizzazione laddove Dio vorrà, in qualsiasi parte del mondo.
Del kerigma di Kiko riportiamo solo l’ esempio della tazza rotta e piena di crepe che simboleggia la nostra vita con le nostre ferite e le nostre morti interiori derivate dal peccato. Dio non prova a re-incollare e rattoppare la tazza, ma crea una tazza completamente nuova, un uomo nuovo!
Il giorno seguente è stato nuovamente toccante e pregno di simboli e commozione. Nella prima parte della giornata abbiamo potuto visitare il santuario di Czestochowa, luogo caro a Giovanni Paolo II, sostare in preghiera di fronte alla Madonna nera e chiedere una grazia per la nostra vita o per le sofferenze che ci circondano.
Nel pomeriggio l’emozione è stata fortissima perché abbiamo potuto visitare il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, lager di prigionia e sterminio nazista dove morirono oltre 1 milione e centomila persone, il 90% dei quali Ebrei. Entrare in questi luoghi è scioccante perché un simile orrore sembra inconcepibile e alieno. Fermandosi a riflettere però abbiamo capito come l’uomo sia capace anche di questo, perché coloro che hanno costruito e perpetrato quest’orrore non erano mostri provenienti da chissà dove, ma uomini al pari nostro, esattamente come noi. Per questo motivo Auschwitz-Birkenau non è da intendersi come un cimelio tristissimo del passato, ma come un memoriale e un monito sempre vivo per il presente.
Abbiamo concluso questa giornata con una messa bellissima, nella quale siamo entrati stanchi e forse controvoglia, con gli occhi che si chiudevano, ma che ci ha visti alla fine molto felici.
L’ultima giornata è stata una giornata completamente di viaggio, siamo partiti la mattina verso le 9.30 per arrivare a Barberino di Mugello alle 5.30 della mattina seguente, giovedì 4 agosto. Quello del viaggio però non è certo stato tempo morto e sprecato, perché in pullman abbiamo potuto fare tutti l’esperienza personale sul pellegrinaggio e, nonostante le quasi 20 ore di viaggio, la comunione e la gioia di stare insieme non ci hanno abbandonato.
Adesso siamo tutti tornati alle nostre case, al nostro lavoro, alle nostre occupazioni. Chiediamo al Signore che non ci abbandoni e che lo Spirito che abbiamo sentito presente in questi giorni ci possa sempre accompagnare nella vita, perché anche se intuiamo la bellezza di essere cristiani, ci rendiamo conto che è difficilissimo esserlo e spesso la paura e la poca fede ci paralizzano.
Per concludere, ci viene in aiuto don Marco, che ci riporta le parole di San Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontificato: “Permettete quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, si! di Vita Eterna”.
I Ragazzi di Barberino andati alla GMG
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 agosto 2016