Graziano, la forza di una vita dedicata agli altri. Il ricordo di Massimo Biagioni
BORGO SAN LORENZO – Massimo Biagioni ricorda Graziano, “onnipresente e invisibile, conoscitore di ogni angolo del Centro Giovanile e della parrocchia”.
I boomers negli Anni Settanta vivevano in un microcosmo fatto di punti fermi e nitidi, due parrocchie, Cavallico e Figliano, due squadre di calcio, due gruppi di mezzi di soccorso, due radio, i partiti e altro. In questo mondo il Centro Giovanile del Mugello rappresentava un punto di unione, il Settembre Giovanile e le Olimpiadi mugellane, stante l’impegno dei sacerdoti che, di qua e di là, che si dedicavano ai giovani.
Con l’arrivo dei padri di don Orione la presenza si arricchì di “uomini” di valore, il fiore non compreso don Angelo Vallesi e l’immensa umanità e simpatia di don Vittorio Viconi, per dirne due che ci hanno lasciato ancora giovani. Nei componenti del convoglio c’era anche un giovane magro e scuro di capelli con un accento emiliano che era rammentato come “Graziano”. Per anni non si è saputo nemmeno il cognome, non che ci importasse, ma solo quel nome che girava tra le bocche di tutti. Quando c’era un bisogno lui si materializzava, per la chiesa del SS Crocifisso, per il piazzale, per lavori laici e sacri, si materializzava perché non si vedeva arrivare, appariva.
Origini modenesi, senza legami di parentele importanti in genere, divenne uno di noi, il sacrestano (che faceva anche rima con il nome) in perenne spostamento tra un posto e l’altro, discreto, piuttosto taciturno, disponibile, pieno di rispetto per tutti. Per anni si è contraddistinto per un carretto, un barroccio, su cui caricava le cose più strane e che avrebbe nesso, aiutato in genere da un nugolo di ragazzini felici, in un edificio annesso alla chiesa. Non ho mai capito quanta roba sia riuscito a stipare in quelle stanze, che ne facesse, e che fine avrebbero fatto i suoi sforzi. Poi era praticamente in simbiosi con una cinepresa, o variamente definita, con cui riprendeva tutto, e richiamava la tua attenzione perché tu sapessi che ti stava immortalando, tu, gli amici, tuo figlio. Con gli occhi che ringraziavano come se tutta questa attenzione fosse rivolta a lui e non viceversa. Usava dolcezza e garbo quando richiamava i ragazzi a comportamenti adeguati al luogo sacro. Quasi scusandosi lo faceva prsente ai genitori senza sgridare i figli davanti a loro.
Era impossibile non imbattersi in Graziano, onnipresente e invisibile, conoscitore di ogni angolo del Centro Giovanile e della parrocchia. Fino a farti scoprire una finestrella sulla cupola, da cui osservavi tutte le panche che viste dall’alto sembravano piccole piccole. Quando gli Orioni se ne andarono fu naturale che chiedesse di poter rimanere a Borgo che era ormai il suo paese adottivo, e altrettanto naturalmente fu accontentato.
Se c’è un Paradiso dei cappellai, Graziano tra due giorni prenderà posto. E si metterà a spingere un barroccio che farà sorridere anche San Pietro.
Massimo Biagioni
Da laico ho appreso la notizia della scomparsa di Graziano e non posso augurargli solo che R.I.P.
Una figura indimenticabile per Borgo e l’intero Mugello.