Il Cardinale Ernest Simoni a Bosco ai Frati
SCARPERIA e SAN PIERO – Domenica 7 agosto è giunto al convento francescano di San Bonaventura al Bosco a Frati uno speciale pellegrino il Cardinale Ernest Simoni, anch’esso “Francescano” come il porporato ama sempre ripetere, poiché fin dall’età di 10 anni, entrò da giovane novizio nel convento del “Serafico San Francesco” di Scutari in Albania, fino a quando il Regime Comunista Ateo d’Albania chiuse il convento. Dopo la soppressione degli ordini religiosi i funzionari del Regime Comunista Ateo d’Albania diedero ordine alla Sigurimi (polizia segreta albanese) di arrestare i superiori e formatori del giovane Ernest, in seguito giustiziati, accusandoli ingiustamente di voler organizzare una sommossa contro il governo. Il ritrovamento di armi sotto l’altare del Sacro Cuore, all’interno della chiesa del convento, collocati furtivamente nella notte, proprio dai funzionari del partito stesso, fu il pretesto per poi accusare i religiosi di tradimento.
Don Ernest dopo gli studi clandestini divenne sacerdote. Il Santo Padre Francesco nel 2014 a Tirana ascoltando dal religioso il racconto della persecuzione della “Chiesa del Silenzio di Albania” durante gli anni duri della dittatura, si commosse e dopo due anni lo rivestì della porpora cardinalizia definendolo “Martire Vivente”. Padre Ernest ad oggi unico testimone vivente del clero di Albania della persecuzione del dittatore Enver Hoxha, il quale per costituzione dichiarò l’Albania il primo stato ateo del mondo, condannando più volte a morte il sacerdote albanese, pena poi commutata in quasi 30 anni di ingiusta prigionia, tra lavori forzati e nei campi di concentramento, nelle miniere e nelle fogne di Scutari.
Il Cardinale è stato accolto dalla comunità religiosa francescana con Fra Mario Panconi (OFM Toscana), da Don Daniele Centorbi parroco della pieve di San Piero a Sieve, dai volontari che custodiscono e si prendono cura del convento e da tanti fedeli che saputo della visita del venerato porporato sono giunti da tutto il Mugello.
Prima della Celebrazione Eucaristica il cardinale accompagnato da Gianni Frilli (responsabile O.F.M. Toscana per il Museo di Bosco ai Frati), ha visitato il convento, e gli spazi abitati nei secoli dai frati francescani e da San Bonaventura, il quale fu Ministro Generale dell’Ordine Francescano settimo dopo San Francesco – cardinale e vescovo di Albano Laziale, filosofo, teologo e Dottore della Chiesa – “Doctor Seraphicus” – di cui fin da bambino aveva studiato la vita e gli insegnamenti.
Si narra che quando giunsero i dignitari papali inviati da Papa Gregorio X, per consegnare le insegne cardinalizie, dopo il concistoro avvenuto il 3 giugno dello stesso anno, Fra Bonaventura, stesse lavando i piatti e le pentole in un grande catino di pietra – tuttora conservato nel convento. Alla vista dei legati pontifici disse loro di pazientare affinché potesse terminare quel suo lavoro. Con grande umiltà chiese che quelle insegne cardinalizie fossero appese al ramo di una pianta, un corniolo. E un corniolo ancora oggi esiste nell’orto del convento. Chissà se il cardinale Simoni, ascoltando commosso la storia dell’elevazione a cardinale di San Bonaventura – avvenuta nel luglio del 1273, inaspettatamente proprio tra le mura del convento di Bosco ai Frati dove si trovava -, non abbia simil modo ripensato alla sua nomina a cardinale, giunta nello stupore generale sei anni fa, quando Papa Francesco – all’insaputa dell’interessato e di tutti, durante l’Angelus a San Pietro – lo annoverò nel collegio cardinalizio da anziano sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult e parroco nelle montagne del nord dell’Albania!
“Ringrazio il Signore Gesù che quest’oggi mi ha condotto al convento di San Bonaventura al Bosco ai Frati abitato nei secoli dai figli e seguaci di San Francesco – ha affermato il Cardinale Simoni – veramente bello poter essere in questo luogo carico di fede, spiritualità e storia. Sempre una gioia spirituale stare con i miei confratelli francescani nei luoghi fondati e visitati dal “Poverello di Assisi”.
Fin da bambino scelsi di abbracciare la “famiglia francescana” dell’Ordine dei Frati Minori, alla quale mi sento tutt’oggi fortemente legato. Tante volte, i miei professori nel collegio francescano dove ho passato gli anni più belli della mia vita mi parlavano di San Bonaventura, mai avrei pensato di giungere alla mia età quest’oggi in questo luogo dove il Santo Dottore della Chiesa ricevette le insegne cardinalizie. Ricordo ancora che nel collegio campeggiava una frase latina iscritta sul muro che sempre leggevo la quale mi rincuorava e faceva meditare: “Sancte Bonaventura, protector noster, aspice nos per omnia terrena tempora’ ovvero ‘San Bonaventura, protettore nostro, proteggici in ogni ora terrena”.
Segreteria Card. Ernest Simoni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 Agosto 2022
Frati o non frati , perché il monastero del Bosco ai frati non si da in uso a dei laici che si impegnino a far esercitare in chiesa dai parroci del Mugello le funzioni religiose ? Di spazio ce né tanto perché non usarlo a beneficio della comunità ?
Tutta la gente della zona son convinto , darebbe una mano .
Lorenzone Della Gratella .