Il Centro Giovanile, il “Settembre”, i giovani: intervista a don Francesco Alpi
BORGO SAN LORENZO – Il “nuovo” Centro Giovanile del Mugello – che ancora molti conoscono e qualificano come “I Salesiani” – da cinque anni ha compiuto un’importante riqualificazione, con il recupero della cosiddetta”incompiuta”. E ora sta ospitando il 65.mo Settembre Giovanile. Con Don Francesco Alpi, Direttore del Centro Giovanile, facciamo il punto della situazione.
Come sta andando e dove sta andando il Centro Giovanile?
“Quello che vedo io è che ci sono sempre più famiglie al Centro Giovanile. C’è il coinvolgimento non solo dei ragazzi, ma anche delle famiglie; spesso i ragazzi vengono a giocare e si fermano anche i genitori. Certo, io sono arrivato durante il Covid e non era un momento favorevole. Però quello che ho visto crescere in questi anni, è il fatto che non ci sono soltanto i frequentatori abituali, i ragazzi, ma anche i genitori che portano qui i bambini e rimangono anche con loro. Questo è molto bello perché dà l’idea di una sinergia tra giovani, parrocchia, educatori e famiglie, che collaborano insieme; quindi io ringrazio i genitori e le famiglie per la loro presenza, perché qualificano questo luogo. E sono grato a don Luciano per la fiducia che dà continuamente a me e agli altri componenti del Consiglio del Centro Giovanile”.
Cosa offre il Centro Giovanile?
“Secondo me la cosa bella del Centro Giovanile, che lo caratterizza, è che è uno spazio aperto. Tutti coloro che varcano quel portone e che entrano in questo cortile si sentono a casa, da subito. È un cortile aperto che permette l’incontro, la socializzazione, il dialogo tra generazioni diverse e tra ambienti diversi”.
È ancora un oratorio?
“A volte mi domando se riusciamo a dare una chiara testimonianza di fede attraverso questo luogo e quello che facciamo. Però credo che una comunità che riesce attraverso l’aiuto di tanti volontari, di tante famiglie e di tante persone, a mantenere in piedi questo luogo e a dare una casa ai giovani, fa comunque un gesto d’amore e quindi anche di fede. Amore e fede vanno insieme”.
Negli ultimi anni ci sono stati interventi importanti alla struttura, come li valuti?
“Credo siano stati interventi fondamentali, per i quali non posso che ringraziare, dato che sono arrivato qui e ho trovato i lavori già avviati da don Antonio e dalla Fondazione Romanelli, grazie alla sinergia anche con la parrocchia. Penso che aver avviato questo processo di riqualificazione abbia messo in atto un meccanismo che ha portato a rendere questo luogo ancora più importante per tutta la comunità. Continuamente, durante l’anno, si susseguono eventi e iniziative che non sono soltanto di carattere pastorale, o che vengono dall’iniziativa del Centro Giovanile. Tante volte siamo un punto di approdo anche per iniziative e gruppi che vengono da fuori: la sala, la cucina, il piazzale, sono diventati punto di riferimento per associazioni sportive della città di Borgo San Lorenzo, che magari in precedenza non avevano nel Centro Giovanile un punto di riferimento. Siamo cresciuti in questi anni a livello di interazioni”.
Prossimi progetti?
“Il progetto di riqualificazione partito cinque anni fa ancora non è terminato. Purtroppo abbiamo un problema alla ‘Casa del catechismo’, che è inagibile da dieci anni, e nella quale non siamo riusciti a intervenire in tempo prima che il tetto crollasse. È infatti dall’inverno scorso che si è aperta una grossa falla nel tetto della ‘Casa del catechismo’, che all’apoca dei Salesiani era sede della scuola per geometri. Abbiamo l’obbligo morale di intervenire, perché è una struttura che potrebbe prestarsi a tante attività. Stiamo lavorando per questo. Poi c’è la questione della destinazione dell’ex teatrino, che è stato rimesso in sicurezza, ma per il quale non è ancora stata data una chiara destinazione. È un ambiente importante, anche per le attività dell’oratorio del sabato pomeriggio, del Grim. E potrebbe essere utilizzato anche come sala per riunioni e per eventi culturali”.
Parliamo di Settembre Giovanile, con quale spirito stai per affrontarlo?
“Sono molto sereno. So che è una macchina composta da tantissimi volontari, che già da mesi lavorano con lo spirito giusto e che per questo voglio ringraziare. Ciascuno di noi, come una rotella all’interno di questo grande macchinario, fa la propria parte. E i volontari sono tanti, tra i 150 e i 200”
Qual è oggi il messaggio che il Settembre Giovanile dà al paese?
“Quello che mi piace del Settembre Giovanile è che veramente vince chi si diverte. Il messaggio è che lo sport deve essere un trampolino per l’aggregazione, per lo spirito di squadra. Anche per riconoscere che abbiamo dei limiti e che dove non arrivo io posso contare su qualcun’altro, e che è importante anche saper chiedere aiuto nella vita”.
Quindi è un grande momento educativo?
“Secondo me sì, anche se alle volte bisogna saperlo leggere tra le righe. Quest’anno poi vogliamo dare qualche messaggio formativo più diretto, sia umano che cristiano, con una serata, il 10 Settembre, con il pentatleta azzurro Daniele Masala e poi con quella dell’11 Settembre con don Gianni e le Sentinelle del Mattino di Pasqua. Perché il Settembre Giovanile possa continuare ad essere momento di aggregazione ma anche di annuncio educativo, umano e cristiano”.
C’è qualcosa che ti preoccupa dal punto di vista della pastorale giovanile? Essere giovani oggi non è facile…
“Mi sento fortunato, perché nella nostra comunità ci sono tanti giovani belli e pieni di qualità. Penso però che non si valutino abbastanza, che non sappiano vedere le loro potenzialità, magari fermandosi ripiegati su se stessi a vedere i loro difetti. In generale penso che i giovani abbiano bisogno di tanto incoraggiamento e di persone che vogliano loro bene, anche a volte dicendo cose in grado di scuoterli dal loro torpore, dal divano su cui a volte rischiano di fermarsi isolandosi dalla vita reale”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 Settembre 2024