Il Forteto in difficoltà, intanto si protegge dai creditori. Per preparare il rilancio
MUGELLO – La Cooperativa Agricola Il Forteto “oggi si trova ad affrontare una situazione di significativa tensione finanziaria” e per questo ha chiesto al Tribunale di Firenze di ricorrere alle “misure protettive” previste dagli articoli 18 e 19 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Si tratta di norme, di recente introduzione, che mirano a supportare le imprese che si vengano a trovare in una momentanea situazione di difficoltà. In pratica si bloccano, per un periodo di tempo determinato, le possibili iniziative dei creditori, come la richiesta di apertura della liquidazione giudiziale o di accertamento dello stato di insolvenza, e si “congelano” i debiti. Dando così tempo all’azienda di mettere in ordine i propri conti e di rimettersi in piedi.
E’ quello che intende fare “Il Forteto”. Lo si spiega con chiarezza nel ricorso-richiesta presentato dal pool di avvocati della cooperativa agricola: “Sussistono concrete prospettive di risanamento che potranno consentire a Il Forteto, una volta risolta la propria situazione di dissesto, di riprendere ad operare con risultati senz’altro positivi.“
Nell’atto presentato in Tribunale si spiegano con altrettanta chiarezza le ragioni delle difficoltà:
“Le cause dello stato di crisi dell’azienda sono da ricercarsi negli effetti negativi (economici e di immagine) legati alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la Cooperativa. A seguito delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni soci, nell’anno 2015, la Società ha corrisposto (13.12.2019) le indennità (cd provvisionali) disposte dalle sentenze del Tribunale di Firenze, in sede penale per 820.000 euro. Nel corso dell’esercizio 2020 sono stati ulteriormente corrisposti euro 835.000 euro alle persone offese, riconosciute come tali con sentenza penale passata in giudicato.
Quello delle indennità è solo uno degli aspetti che ha inciso negativamente sull’assetto economico finanziario dell’azienda, l’altro è quello commerciale e di immagine il cui valore non è interamente calcolabile anche se il calo del fatturato che l’azienda registra proprio a partire dal 2017 deve, ragionevolmente, essere addebitato all’eco di quelle vicende. E a conferma di ciò vale il fatto che proprio al termine della gestione commissariale il fatturato della cooperativa aveva ripreso a salire (2020 – 2021). La Cooperativa, quindi, è stata, prima, commissariata e, poi, dal 1.07.2020, è tornata a operare autonomamente.
In seguito al ritorno alla “normalità”, si è pensato a una riorganizzazione degli assetti, procedendo alla nomina di un nuovo cda e all’ingresso di nuovi soci, nonché ad un ricambio della forza lavoro pari a circa il 30%. I cambiamenti societari in questione hanno fatto ben sperare: infatti, dopo cinque anni in cui il fatturato della cooperativa ha registrato un trend negativo, da circa 12 mln del 2016 a 9 mln del 2019, il 2020 ha visto il fatturato in crescita, superando quota 10 mln nel 2021. Tuttavia, per ottenere gli anzidetti risultati, in un contesto caratterizzato dal difficile approvvigionamento di latte ovino, sia nel periodo primaverile che nel periodo estivo, e più in generale delle materie prime, si è dovuto far ricorso alla CIG.
In ultimo, nel 2022, l’aumento generale dei costi di produzione, dovuto ad un fortissimo incremento delle materie prime (latte ovino e vaccino, luce e gas, imballaggi in primis), ha determinato un progressivo aumento dei prezzi al consumo e una riduzione delle vendite, con conseguente calo del fatturato del 7,4%.
Altra vicenda che ha creato grave danno economico alla Cooperativa è quella del maggio 2017 quando su un campione di formaggio Pecorino Toscano dop viene rilevata la presenza di un agente non consentito negli alimenti. Tale agente si trovava in un prodotto della DOMCA che Cooperativa aveva acquistato dalla SCA. Il seguente iter giudiziario porta al sequestro e al blocco di 385 pancali (lotti) di formaggio (140/156 forme per lotto) e di 3100 forme. A causa di ciò la Cooperativa subiva un ingente danno economico e l’apertura di un processo penale a carico del Presidente (recentemente chiuso con proscioglimento dello stesso). Le responsabilità di DOMCA sono apparse evidenti e non negate dalla società ma mai si è arrivati a un’esatta quantificazione del danno (320.000 euro solo di costi vivi). Al momento, dopo l’esame condotto dallo studio legale, si sta valutando l’ipotesi di un procedimento di mediazione ante causa.
Quindi, la situazione economica e finanziaria della Cooperativa è compromessa: pesa, in particolare, la situazione debitoria con il ceto bancario, a causa dei mutui sottoscritti a breve e medio termine per far fronte ai risarcimenti concessi alle vittime riconosciute dalla sentenza di Cassazione.
Per far fronte alla situazione di crisi, la Cooperativa ha recentemente messo in vendita parte del patrimonio immobiliare e l’intero ramo d’azienda agricolo zootecnico.
A fronte, quindi, di tutte le cause esposte, evidentemente indipendenti dalla (ed esterne) alla volontà de Il Forteto, assolutamente imprevedibili, la Società Istante si trova oggi in uno stato di crisi, che si ritiene comunque reversibile”.
Il piano di risanamento prevede:
a) il congelamento dell’indebitamento maturato alla data di presentazione dell’istanza di accesso;
b) la prosecuzione dell’attività d’impresa, al fine di generare flussi di cassa da destinare al soddisfacimento dei creditori;
c) l’aumento di capitale ad opera di terzi investitori appartenenti al mondo cooperativo;
d) riorganizzazione gestionale ed operativa;
e) una rimodulazione dei tempi e delle modalità di pagamento dei debiti.
Il piano prevederà, quindi, uno stralcio con i fornitori no core, una convenzione di moratoria e una rimodulazione del debito con le banche. Utilizzando integralmente la cassa e le risorse che verranno generate dalla prosecuzione dell’attività d’impresa, nonché le risorse finanziarie innestate da terzi investitori, sarà possibile pagare e/o rinegoziare i termini di pagamento con i creditori, in modo da estinguere parte dei debiti e, pertanto, di chiudere la procedura.
Le misure protettive, mirate “ad evitare azioni dei creditori che possono pregiudicare il buon esito delle iniziative assunte per il superamento della crisi”, sono state richieste per 120 giorni eventualmente prorogabili di altri 120 giorni.
Nell’istanza al Tribunale si sintetizza anche l’attuale attività della cooperativa (articolo qui).
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 marzo 2023
È veramente un peccato che una azienda che avrebbe potuto essere un fiore all’occhiello non solo per il Mugello ma per tutta la Toscana, a causa di una persona malata che l’ha trasformata in luogo di orrore, ancora soffra per gli strascichi giudiziari connessi. Non finirò mai di dire che questa persona ha goduto di protezioni politiche ad altissimo livello e che costoro, come in una nota canzone, anche se saranno assolti sono tutti coinvolti.
Spero, per tutte le belle persone che vi lavorano, che questa azienda sana e produttiva, esca davvero dalle difficoltà. Io nel mio piccolo cerco di collaborare acquistando i loro ottimi prodotti.
io da sempre quando osservando i problemi del settore agricolo e di allevamento con la produzione di latte che non andavano bene , si permetteva al Fiesoli di intraprendere nuove attività , che venivano finanziate con soldi pubblici , ho pensato che era tutta una truffa che solo con il compiacimento degli organi politici di sinistra compiacenti , potevano andare avanti , fermato l’ apporto di denaro regalato dalla regione o altri organismi predisposti la fine non poteva che essere che questa . Il Forteto è nato su presupposti sbagliati e nessuno potrà risanarlo . Lorenzone Della Gratella