Il risultato del referendum: ecco cosa ne pensano i sindaci mugellani
MUGELLO – Il primo – e l’unico – a commentare a caldo la bruciante sconfitta del Sì era stato il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore. Il primo cittadino dicomanese, molto attivo nella campagna per il Sì, aveva scritto: “I dati sembrano sufficientemente maturi per dire che abbiamo perso. Ci abbiamo provato, adesso si aprono scenari foschi. Credo che Renzi si debba dimettere. L’onere di provarci adesso tocca a chi ha vinto questa partita. Chapeaux”.
Gli altri sindaci, anche quelli particolarmente attivi sui social, hanno taciuto. A mente fredda, abbiamo chiesto ad alcuni di loro, un giudizio su quello che è accaduto, in Mugello e in Italia.
Federico Ignesti, sindaco di Scarperia e San Piero, prova a scherzare: “Ho ancora mal di testa, da domenica sera”. Poi si mette ad analizzare: “Siamo in democrazia, e questo è un voto incontestabile. Per quanto riguarda il Mugello sono comunque piuttosto soddisfatto. Intanto vi è stata un’affluenza importante, una grandissima partecipazione che smentisce il fatto che vi sia disinteresse. E francamente mi aspettavo che dal Mugello arrivasse un sostegno alla riforma. Come sindaci ci eravamo spesi, partecipando a iniziative e incontri. Qui il risultato, con la vittoria dei Sì, è stato ampio e positivo.”
Per Paolo Omoboni, sindaco di Borgo San Lorenzo: “Ci sono due elementi. Il primo è che l’Italia è un paese restìo al cambiamento. Da qualunque parte venga. Il secondo è che è stato un voto sul Governo: il tentativo di parlare nel merito della riforma non è andato a buon fine. E in questa ottica, ai vari Brunetta, D’Alema e Salvini che hanno fin da subito gridato alla vittoria, consiglio una riflessione. 13 milioni sono un buon patrimonio di voti. Da non disperdere. Un patrimonio che Matteo Renzi deve continuare a guidare. A Borgo San Lorenzo il Sì ha raggiunto un ottimo risultato, il 60%, più o meno come in tutto il Mugello, a dimostrazione del lavoro che è stato fatto dal PD e dai comitati. Credo ne esca rafforzata un’idea di governo locale progressista”.
Il sindaco di Barberino Giampiero Mongatti legge il risultato nazionale come parte “di un trend di voto anti-sistema”. “Appare chiaro – dice Mongatti – che la componente principale, non l’unica, dell’affermazione del No, inaspettatamente così forte, sia questa tendenza anti-establishment che non è solo italiana, passando da Trump alla Brexit, tutte manifestazioni di fenomeni di crisi delle democrazie occidentali e delle sinistre di governo, che stanno perdendo il contatto con parte dell’elettorato, con conseguente perdita di consenso. Il referendum ha visto un voto soprattutto politico, piuttosto che sulla riforma in sé”. E il Mugello? “Il Mugello – risponde Mongatti – fa eccezione, come poche altre zone. E’ eccezione, perfino clamorosa. E penso dipenda dal fatto che quel modello di sinistra riformista che altrove sta andando in crisi, qui ancora tiene. Ma il problema va affrontato, altrimenti la deriva giungerà anche qui”. Il PD sembra alle corde: “Il Partito Democratico questa crisi la vive tutta – nota il sindaco di Barberino – ma ritengo sia ancora la risposta giusta ai problemi che abbiamo di fronte”.
Unico sindaco della zona a votare No è stato Claudio Scarpelli, sindaco di Firenzuola, anche se, sottolinea in velata polemica con i suoi colleghi, “come sindaco ho preferito non prendere posizione”. “Naturalmente sono contento del risultato – aggiunge Scarpelli – contento che sia stata bocciata la riforma costituzionale, che non ritenevo risolutiva dei problemi burocratici. Penso infatti che finché non verrà introdotto il vincolo di mandato, il problema della governabilità resterà comunque, perché consentire il cambio di casacca continuo da parte dei parlamentari crea di per sé instabilità. Quanto agli snellimenti che si prefiguravano con la riforma, io penso che si possa snellire lo Stato e semplificare le procedure anche con leggi ordinarie. Basta la volontà. Purtroppo in questi tre anni non si è snellito affatto, anzi certe leggi hanno complicato ancor più la situazione burocratica, a cominciare dal livello comunale: si è andati a ingessare le macchine degli enti locali, creando loro maggiori difficoltà a dare servizi ai cittadini. Quanto al risultato mugellano, mi sembra di poter dire che il PD ha confermato il suo peso a livello locale”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 dicembre 2016