Il senno di prima… Insostenibilità d’impresa (una centrale a biomasse che chiude i battenti, vicino a noi…)
Che almeno, per una volta, magari anche l’unica, possa essere considerato il senno di prima. Così, tanto per evitare il rimpianto, ed il rimorso, per quello di poi, il senno.
Montagna pistoiese, Campo Tizzoro, frazione di San Marcello Pistoiese. Luoghi coperti da boschi. Qui, una società cooperativa, la Cellini GTC di Prato, inaugurò, nel mese di aprile dello scorso anno (2014), a mezzo della propria società controllata, la Crisalide s.r.l., una centrale a biomasse legnose. L’evento fu riportato su diversi giornali, nazionali e locali, e nelle pagine internet delle aziende coinvolte nel progetto.
Una cerimonia con tanto di taglio del nastro tricolore, preceduto e seguito dai proclami sulla ricaduta economica e sociale per quel territorio. Tentativi, e messe in scena teatrali, replicati anche dalle nostre parti. Dunque, la solita politica dettata da lingue logorroiche, scollegate dagli altri organi del corpo umano. E, appunto, sarebbe bastato coinvolgerne uno, di questi organi, quello racchiuso nella scatola cranica, per metterne in discussione l’effettiva sostenibilità ed attestarne l’aspetto effimero. Sicché a pochi mesi dall’apertura, ecco il risultato : chiusura dell’impianto. Notizia ufficiale. Amen.
Quindi, qualcuno, anzi insieme, politici e imprenditori, avranno, ora, a disposizione un luogo ove consumare il loro pianto cooperativo. Una cattedrale in un mare di boschi. In questo caso, i mezzi d’informazione proni, e riverenti, alla politica di quei posti, per annunciarne l’inaugurazione, si sono dimenticati, o forse ben guardati, di scriverne il necrologio. Succede. Sicché tocca ai cittadini sostituirsi a certi giornalisti. Supplire alla loro scorretta deontologia professionale, al loro comportamento pedissequo e riverente vero il palazzo di governo.
Il progetto di Campo Tizzoro era simile a quello che il Comune di Scarperia e San Piero, sostenuto da tutte le altre amministrazioni comunali del Mugello, si prodiga per realizzare nell’area PIP di Petrona. Uguale nei dati tecnici della centrale : “13000 tonnellate l’anno di biomassa legnosa vergine per produrre circa 6000 MWh/anno di energia elettrica e circa 25000 MWh/anno di energia termica” (fonte Coop. Cellini GTC news, n.d.a.). Con la previsione, poi, di realizzare un “impianto di produzione pellet da 25000 t./anno” (fonte Turboden news, produttore di impianti di cogenerazione, n.d.a.). In questo, invece, differisce, e di molto, dalla previsione stimata per quello di Petrona, dichiarata attorno alle 80000 t./anno. Quantitativo, quest’ultimo, industriale, da foresta amazzonica. Ben oltre il potenziale logistico delle imprese forestali locali, che dipanano la movimentazione dei loro prodotti alternando gli Ape Piaggio ai “Gasolone”.
Ebbene, il verde delle risorse boschive della montagna pistoiese non è bastato a coprire il rosso di quei bilanci. Ma dalle nostre parti come potrà essere diverso?
Nell’omertà, e fra le pieghe di una totale disinformazione, anche Legambiente tace. Del resto, è sponsor, ed anche partner, di questo tipo di attività, fino al complice proselitismo con l’imprenditoria che ne propina i progetti. Non c’è da meravigliarsi, tutto il mondo è paese. Il muro di gomma della politica, pur di non perdere le proprie posizioni di vantaggio, oppone resistenze ovunque. Celebra le vittorie, dissimula e nasconde le sconfitte. Spesso con malafede.
Purtroppo, qui da noi c’è anche un’aggravante. Già, perché oltre a far andare in fumo le biomasse, il barbecue della politica nostrana metterà sulla griglia anche i terreni pubblici, pagati con i soldi dei contribuenti. Carboni ardenti e brace per un’attività imprenditoriale insostenibile. Chi pagherà il conto?
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 novembre 2015
Il fatto che in Mugello si gioisca del fallimento di una iniziativa sostenuta dal territorio e delle imprese è la misura dell’ingoranza tecnica e del futuro che i mugellani sono in grado di immaginare per il loro, di territorio..
A proposito di scienza e ignoranza. Il fatto è che su 50 centrali a biomasse (in Italia, da parte di un gruppo industriale sponsorizzato da Legambiente) ne sono in costruzione solo 2, nessuna attiva. E che da altre parti della Toscana, Pontremoli, Monticiano e Chitignano, ci sono, indubbiamente, altri, tanti, “ignoranti” che si sono opposti. Una lotta fra “ignoranti” e geni incompresi. Propongo loro, a questi ultimi, una fuga all’estero, dove la loro scienza sarà meglio apprezzata. Infine, un po’ di sano campanilismo. Gli ignoranti di queste parti, tramite i Medici, sono stati i protagonisti del Rinascimento. Non credo che la genia sia andata perduta. Di sicuro ne è rimasto il buonsenso.