IL TEMPO DI IMPAZIENZA
Tanto Tempo fa, ai signori Sventati nacquero due belle gemelle. Ma mentre una se ne stava beata in culla a succhiarsi un dito, l’altra urlava giorno e notte e voleva sempre essere trastullata in braccio alla mamma o al babbo che così dovevano – con loro comprensibile dispiacere – rinunciare al meritato riposo.
Ne venne di conseguenza che quei fortunati – sfortunati genitori chiamarono la prima, Pazienza e la seconda, Impazienza.
Pazienza – lo capite subito, non c’è bisogno di una grande intelligenza – crebbe dolce, pacata, sempre disponibile, pronta a distribuire sorrisi e gentilezze a tutti, anche al più antipatico rompiscatole di questo mondo; Impazienza invece, era sempre tesa e nervosa, pronta a rimproverare, sollecitare e comunicare ansia a chiunque avesse la sventura di starle vicino. E’ chiaro che, appena possibile, tutti la sfuggivano e, anche se era una bella ragazza, non si trovava un giovanotto abbastanza coraggioso da continuare a farle la corte dopo il primo incontro.
E poiché non faceva che lamentarsi per quel fuggi fuggi generale, pensando di essere una povera vittima innocente, i genitori non trovavano da dirle altro che :”Dai tempo al tempo… A suo tempo verrà qualcuno che ti vorrà bene anche se …” Avrebbero voluto aggiungere “anche se sei così tremenda “ ma non ne avevano il coraggio. E, sforzandosi di avere speranza, seguitavano a dire: “Verrà il tempo…”
E un bel giorno il Tempo venne davvero.
Aveva l’aspetto di un bel giovane robusto, anche se a volte il suo viso aveva delle espressioni tipicamente infantili, mentre in altri momenti sembrava un vecchio decrepito. Inoltre il suo carattere era piuttosto prepotente, tanto che la gente diceva “Fa il bello e il cattivo tempo: comanda sempre lui”.
Fu così che quel giovanotto piuttosto variabile si trovò – per quanto era possibile – ad andare abbastanza d’accordo con la signorina Impazienza.
E, come succedeva a quei tempi, si sposarono ed andarono a vivere insieme perché – come dissero i genitori ad Impazienza – :”Chi ha tempo non aspetti tempo e ora che l’hai trovato, non te lo fare scappare”.
Ma una sera la mite Pazienza tornò a casa sconvolta, contrariamente alle sue abitudini e disse ai genitori: “Ah, se sapeste cosa succede a casa di Impazienza!”
“Che succede?” si inquietarono subito i poveri vecchi.
“Succede che Impazienza inganna il Tempo!”
“Oh!” dissero ad una voce i genitori.
“E c’è di peggio: lo batte!”
“E’ il colmo!” commentarono loro. “Sarebbe più giusto che fosse lui a battere lei, dal momento che lo inganna… E’ proprio vero che i tempi sono cambiati.”
E, stringendosi nelle spalle, si misero a ricordare il buon tempo passato, insieme ad alcuni premurosi vicini che avevano saputo in anteprima la piccante notizia della baruffa dei due sposini ed erano accorsi, desiderosi di ulteriori particolari.
Ma, dopo poche ore, videro arrivare come un turbine, la giovane Impazienza.
“L’ho perso !” gridava come una ossessa.
“Che cosa?” chiesero tutti in coro.
“Il Tempo. Se ne è andato e per giunta cantando :”Sono un Tempo libero…” Quel mascalzone, quel delinquente..”
“Veramente si è sempre detto che il tempo è galantuomo” disse ironicamente una vicina che si godeva la scenata di Impazienza come se fosse stata a teatro in prima fila.
“Per la verità, io sono solito seguire il tempo “disse un suonatore di flauto “e non mi è mai sembrato cattivo”.
“Non lo dica a me”ribatté una massaia che passava le giornate a lavare e tendere il bucato della sua numerosa famiglia. “Sono diversi giorni che il tempo è cattivo e non mi si asciuga nulla”.
“Certo, una relazione col tempo non è una cosa semplice, il professor Einstein ne sa qualcosa” disse un pensionato che studiava fisica all’Università della Quarta Età.
“Questa non è una relazione “ lo interruppe, offesa, la mamma di Impazienza. “Sono regolarmente sposati”.
“Basta con queste sciocchezze “urlò Impazienza. E scoppiò a piangere, dicendo, tra un singhiozzo e l’altro : “ L’ho perso…Ho perso il mio Tempo!”
Ma all’improvviso tutti fecero “Ohh” perché avevano visto il Tempo che avanzava tranquillamente con un libro in mano e leggeva ad alta voce:
“C’è un tempo per cercare e un tempo per perdere
un tempo per serbare e un tempo per buttar via…”
“Tempo! “ disse, smettendo di piangere, Impazienza. “Cosa stai dicendo? Non ti capisco.”
“Un tempo per amare e un tempo per odiare
un tempo per la guerra e un tempo per la pace” continuava a leggere, il Tempo. Poi sorrise e disse alla moglie: “E’ la Bibbia, cara, ma dubito che tu la conosca. Comunque quello che conta è la frase finale: un tempo per la pace. Sono venuto per essere tempo di pace. Ci stai?”
“Penso di sì “ disse Impazienza, buttandogli le braccia al collo. E tutti applaudirono.
Poi, i signori Sventati, dissero, senza riflettere: “Forza amici, restate tutti qui, faremo una bella tombola per ammazzare il tempo.”
I presenti rimasero di sasso, spaventati per quello che poteva succedere.
Ma il Tempo era in un momento buono e disse solo :”Ragazzi, basta con gli scherzi. Il tempo è scaduto.”
Nicoletta Martiri Lapi
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, luglio-agosto 2009