Impianto Biomasse Petrona. Renovo commenta il prof. Fagarazzi di IBioNet
Pubblichiamo il comunicato inviato da Renovo Bioenergy:
“Innanzitutto, è con grande soddisfazione che accogliamo gli interventi del dottor Fagarazzi e, tramite IBionet, dell’Università di Firenze: è molto importante che voci così autorevoli, con cui noi collaboriamo abitualmente, prendano posizione su un tale argomento.
Riprendendo la lettera di IBionet e soffermandoci sule prime righe, rleviamo che le finalità con cui è stato costituito l’ente sono le stesse alla base della mission di Renovo: promuovere le filiere bosco-energia, le imprese e le comunità del territorio, favorendo lo sviluppo sinergico della produzione di energia con il presidio, la salvaguardia e la manutenzione del contesto locale.
Come dice lo stesso professore Fagarazzi, il portale di Ibionet serve per determinare la sostenibilità economica degli impianti cogenerativi, valutando la disponibilità di biomasse in un determinato territorio (all’interno della Regione Toscana) in funzione del suo costo. Rileviamo con piacere che lo stesso Professore indica che sul territorio di Scarperia si hanno a disposizione 52.316 tonnellate di residue forestali, con un tasso di umidità al 30%.
Considerando che il nostro impianto cogenerativo ha un fabbisogno annuo di 18.000 tonnellate con un’umidità del 40%, questo vuol dire che con un 10% di umidità in meno aumenta il potere calorifico della biomassa e quindi il nostro fabbisogno scenderebbe a circa 14.500 tonnellate annue. Se poi consideriamo che alla disponibilità toscana va aggiunta quella della zona all’interno dei 35 km che fa parte dell’Emilia Romagna, è facile calcolare che con una tale disponibilità di biomassa potremmo alimentare più di tre impianti come il nostro.
Siamo inoltre d’accordo con il professor Fagarazzi sulla necessità di conoscere a fondo il mercato di riferimento quando si vuole creare una filiera della biomassa e soprattutto è importante considerare anche le dinamiche future che l’impianto può generare.
In chiusura, vorremmo riprendere un altro concetto espresso dal professor Fagarazzi di un’importanza fondamentale: nel passaggio della lettera in cui il Professore parla del mercato del pellet, fa riferimento a una generale tendenza della cittadinanza toscana a sostituire le stufe a legna con quelle a pellet, fornendo dei numeri molto importanti a riguardo: oggi sono consumati 1.400.000 m3 annui di legna da ardere prodotti dalle aziende locali. Ecco qual è il nostro mercato potenziale a cui si aggiunge quello derivante dalla progressiva sostituzione delle caldaie a gasolio e GPL. Ricordiamo che l’Italia è il primo Paese consumatore europeo di pellet a uso domestico con un consumo di 3.300.000 tonnellate annue, di cui 3.000.000 di tonnellate provenienti dall’estero (Ucraina, Romania, Africa, Brasile, USA, etc.)
Quindi i pellet utilizzati nel Mugello provengono per la maggior parte dall’estero e questo determina una progressiva perdita di lavoro per le imprese locali che si sono sempre occupate dell’estrazione della legna da ardere. Il nostro progetto, prevedendo la costituzione di una filiera del pellet certificato del Mugello, propone una valida alternativa a questa situazione che può facilmente concretizzarsi in un’interessante prospettiva professionale per le aziende locali, creando un nuova e stabile occupazione”.
(Fonte: Ufficio Stampa Renovo Spa)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Aprile 2015