Inchiesta sull’urbanistica a Barberino, Paolo Cocchi è stato assolto
BARBERINO DI MUGELLO – Il processo è terminato, con una sentenza di assoluzione totale (o quasi). Scagionati tutti i principali protagonisti della vicenda sull’urbanistica a Barberino di Mugello, e sui rapporti tra amministratori pubblici e Danilo Cianti, già titolare della Mugello Lavori.
Stamani è arrivata la sentenza, che manda assolto sia Paolo Cocchi, ex-sindaco di Barberino ed ex-assessore regionale, sia Cianti, perché il fatto non sussiste. E già nella richiesta del PM era stata richiesta l’assoluzione per insufficienza di prove della moglie di Cocchi, Barbara Bardazzi, e il proscioglimento, per prescrizione, dell’ex sindaco Pd di Barberino Gian Piero Luchi, di suo fratello Luca, dell’ex assessore Alberto Lotti (Pd), accusati di abuso d’ufficio. Stessa richiesta c’era stata anche per l’allora dirigente dell’ufficio tecnico di Barberino Paolo Pinarelli, che invece il giudice ha condannato per falso in atto pubblico. Sembra si tratti del fatto che nella variante urbanistica contestata non era riportata nella cartografia una strada, che invece esisteva. La mancanza peraltro fu fatta notare da un altro dipendente dell’ufficio tecnico barberinese. Alla fine il giudice ha ritenuto di condannare per falso il Pinarelli.
Che di fatto risulta l’unico condannato, per un reato sicuramente marginale. Tutto il resto è stato spazzato via dalla sentenza. Cocchi era stato accusato di aver violato i doveri di imparzialità ponendosi a disposizione di Cianti, indicandogli i terreni che sarebbero divenuti edificabili, interessandosi alla individuazione dei siti da destinare a discarica per i lavori della variante di valico, consentendo a Cianti di opzionare le aree idonee, introducendolo presso amministratori pubblici e imprenditori; e ricevendo in cambio contributi elettorali, vacanze pagate e un aiuto per acquistare, tramite prestanome, un appartamento attiguo al suo. Da qui, al termine della requisitoria la richiesta da parte del pm Leopoldo De Gregorio di condannare a due anni per corruzione Paolo Cocchi, Danilo e Simone Cianti, padre e figlio.
Fu un’inchiesta che fece scalpore. Secondo la procura e la polizia stradale, «il territorio di Barberino era stato piegato a fini egoistici». Già il 21 gennaio 2013 gli imputati erano stati tutti prosciolti dal gip. Ma la Cassazione ritenne che l’impianto accusatorio non fosse consono alla fase istruttoria, quindi annullò la decisione del GIP e mandò tutti a processo.
Adesso la sentenza di assoluzione, di primo grado. La Procura potrebbe appellarsi in Cassazione. Nei prossimi giorni si saprà se il calvario giudiziario di Cocchi e compagni è terminato, o se quella di oggi è stata soltanto una tappa.