La cocaina passava dal Mugello. I Carabinieri stroncano il traffico di droga, con le indagini partite da Cavallina
MUGELLO – A conclusione di un’articolata attività investigativa denominata “San Gallo”, all’alba di martedì 2 maggio i Carabinieri del comando provinciale di Firenze, in collaborazione con i colleghi di Lucca, Prato e Castellammare di Stabia hanno dato esecuzione a 12 provvedimenti cautelari, di cui 9 in carcere e 3 all’obbligo di dimora , emessi dal GIP di Firenze Mattia Dolores Limongi su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Firenze, PM Ettore Squillace Greco ed Eligio Paolini.
Contestualmente sono state eseguiti anche 23 decreti di perquisizione delegati dall’A.G.
In totale sono stati impiegati oltre 100 carabinieri dell’Arma territoriale, unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Firenze e Pisa e personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Firenze.
L’attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Borgo San Lorenzo, è stata avviata nel 2014 sulla scia di una precedente indagine, denominata “Cavallina”, che nel febbraio del 2015 aveva consentito ai carabinieri mugellani di smantellare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, composta da tre uomini albanesi, tutti residenti nella frazione di Cavallina del comune di Barberino di Mugello, dediti a rifornire di cocaina il territorio del Mugello.
Il nuovo filone investigativo antidroga ha permesso di individuare un ulteriore e prolifico canale di approvvigionamento della droga, non solo nel territorio mugellano ma operante in tutta la Provincia, gestito da due fratelli albanesi, Ervis e Fabjo Lulashi, di 29 e 31 anni, entrambi dimoranti a Sesto Fiorentino.
Il lavoro lungo e certosino degli investigatori, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, ha permesso di appurare che i due malviventi ricevevano la cocaina che smerciavano nell’hinterland fiorentino direttamente da un altro loro fratello, Eljon, di 34 anni, dimorante nella città di San Gallo, in Svizzera, aiutato dalla connazionale convivente Orjeta Haxhiraj di 27 anni.
Il 23 settembre 2014 i Carabinieri avevano intercettato a Calenzano un corriere italiano trovato in possesso di 1,3 kg. di cocaina, nascosti all’interno di un’auto noleggiata in Svizzera.
Successivamente a tale riscontro, tenuto conto dell’esigenza di documentare con certezza il modus operandi del sodalizio e ricostruire il canale di approvvigionamento scoperto in Svizzera, veniva stato stipulato un “accordo su indagini collegate” tra l’A.G. della Confederazione Elvetica – Divisione Protezione dello Stato Reati Speciali e Criminalità Organizzata e la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, con la creazione di un “gruppo d’indagine comune”, in virtù di accordi in materia di assistenza giudiziaria stipulati dal nostro Paese con la Svizzera. Delegati allo sviluppo delle indagini i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Borgo San Lorenzo e la Polizia Federale Svizzera.
Le investigazioni hanno permesso così di accertare che Eljion Lulashi e Orjieta Haxjiraj effettuavano gli approvvigionamenti di cocaina direttamente dall’Olanda. La droga, quindi, veniva trasportata per mezzo di corrieri in Svizzera e da lì, in parte messa sul mercato elvetico e in parte inviata in Italia ai due fratelli. Nel corso delle indagini sono stati documentati gli approvvigionamenti di circa 12 kg di cocaina importata dall’Olanda alla Svizzera dal marzo 2015 al maggio dello stesso anno ed effettuati diversi riscontri, come quello effettuato dalla Polizia Federale elvetica, a San Gallo, in coordinamento con i Carabinieri di Borgo San Lorenzo, nel maggio 2015, quando venivano tratti in arresto tre soggetti di nazionalità italiana, dimoranti in Svizzera, trovati in possesso di circa 4 kg di cocaina nonché di una pistola semiautomatica con relativi proiettili.
Dopo una breve battuta di arresto, l’attività di traffico di cocaina dei fratelli Ervis e Fabjo Lulashi è proseguita e con essa l’attività investigativa, individuando un nuovo canale di approvvigionamento nei connazionali Kole Blinishta, 29enne, ed N.D.,28enne, che nell’ottobre del 2015, nel breve volgere di cinque giorni avrebbero rifornito i due fratelli con circa mezzo chilo di cocaina. Anche in questo caso, i militari sono riusciti a riscontrare quanto ipotizzato traendo in arresto N.D. poco prima di effettuare una consegna di circa 250 grammi di cocaina.
Anche il padre, L.D. 58enne, e la moglie di uno dei tre fratelli, L.L. ,32enne, facevano parte a pieno titolo del gruppo criminale operante nell’hinterland di Firenze, , oltre al connazionale Nikolle Lleshi di 36 anni, al cittadino italiano Claudio D’Elia, 30 anni, al cittadino marocchino Said Ez Zitouni di 24 anni e un altro albanese, Agim Kocecu di 40 anni, dipendente di una ditta di trasporti di Sesto Fiorentino presso i cui magazzini, all’insaputa dei titolari, quest’ultimo stoccava la cocaina del sodalizio in attesa di essere consegnata agli acquirenti.
Il gruppo aveva posto in essere un’attività di controllo delle piazze di spaccio di Sesto Fiorentino e zone limitrofe avvalendosi della attività intimidatoria tipica propria di consolidati gruppi criminali, intimorendo “i concorrenti” anche con la minaccia di utilizzare armi da sparo in loro possesso. Non è un caso, per gli investigatori, la circostanza nella quale, nell’operazione condotta in Svizzera nel marzo 2015, sia stata rinvenuta nella disponibilità dei trafficanti anche una pistola.
Elevato il giro d’affari dell’associazione criminale e numerose le cessioni di droga documentate dai carabinieri, rivolte sia ad assuntori che a soggetti che successivamente rivendevano a loro volta lo stupefacente acquistato; tra questi emergevano per la loro condotta gli albanesi B.B., trentenne, C.K. di 38 anni, il marocchino L.N. 35enne, dimoranti rispettivamente a Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino, per i quali sono scattati gli obblighi di dimora, mentre per gli italiani C.A., 29enne di Prato, F.F., 26enne di Campi Bisenzio e A.S., 21enne di Sesto Fiorentino, è scattata la denuncia.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 maggio 2017