La forza invincibile del perdono. La testimonianza del Cardinale Ernest Simoni, nella scuola di Scarperia
SCARPERIA E SAN PIERO – Novantadue anni fa nasceva a Troshan (in Albania) Ernest Simoni: l’unico sacerdote vivente testimone della persecuzione del regime comunista di Enver Hoxha, il dittatore che aveva proclamato l’Albania “il primo stato ateo al mondo”. La notte di Natale del 1963, Don Simoni venne arrestato con l’accusa di tramare contro il regime e di incitare il popolo a dare la vita per Gesù qualora occorresse, quindi fu imprigionato, torturato e costretto ai lavori forzati per circa trent’anni. Riuscì a sopravvivere e a riassaporare la libertà soltanto nel 1990, quando il regime implose e nel 2016 Papa Francesco lo ha proclamato cardinale, donandogli la berretta cardinalizia di porpora che rappresenta la sofferenza dei martiri cristiani.
La giornata mugellana del Cardinale Ernest Simoni è iniziata, il 28 novembre, di buon mattino, quando, dopo aver lasciato Firenze sua città di adozione, si è recato presso la parrocchia di San Pietro a Luco, dove lo attendevano con impazienza Don Christian Comini e i numerosi fedeli accorsi qui da tutto il Mugello. La celebrazione, intensa e solenne, si è conclusa con un saluto personale a tutti i presenti: il Cardinale si è intrattenuto con i fedeli benedicendoli uno ad uno. La visita pastorale è proseguita poi alla volta di Scarperia, dove, presso l’Istituto Comprensivo, è stato accolto dagli alunni delle classi terze e da una classe seconda, dai docenti, dal personale ATA e dal dirigente scolastico, prof.ssa Meri Nanni. L’incontro era stato organizzato e curato nei minimi particolari dal prof. Tiziano Pecchioli, docente di Religione in questa scuola.
Una volta giunto nel plesso scolastico, il Cardinale, prima di iniziare l’incontro, ha visitato tutte le aule per salutare e benedire i ragazzi che non avrebbero potuto, per motivi di capienza dell’auditorium, partecipare all’evento. Tra le autorità presenti, il sindaco del comune di Scarperia e San Piero, il maresciallo dei Carabinieri e il comandante della polizia municipale. Erano presenti il parroco di San Piero, don Luca Carnasciali e il vice-parroco di Scarperia Don Giovanni.
Il segretario del Cardinal Simoni, Cav. Vieri Lascialfari, nell’introdurre l’incontro, ha precisato che le sue origini materne sono del Mugello e per questo si sente ad esso particolarmente legato. Ripercorrendo gli anni della sua formazione, ha voluto ricordare la figura di due “santi“ sacerdoti a lui molto cari: don Costante e don Pizzilli, e salutare il diacono Romano Biancalani, amico da sempre e presente all’incontro.
Subito dopo il saluto della Preside, che tramite il Cardinale, ha voluto rivolgere un pensiero a tutti gli albanesi che in questo momento stanno passando ore difficili a causa del sisma, il sindaco Federico Ignesti ha ribadito l’importanza di poter ospitare un testimone così fondamentale in una delle fasi più buie del Novecento.
Le parole del cardinale sono state di grande affetto verso tutti i presenti e il personale che lavora nell’istituto, quindi ha ripercorso i tratti salienti della sua esperienza di fede profondissima, conservata senza alcuna scalfitura, vissuta in un contesto in cui era veramente difficile continuare a credere. Molte furono le trappole che il regime comunista organizzò per tentare di corrompere, far rinnegare la fede al giovane sacerdote e poterlo poi accusare di tradimento al governo. Subito dopo l’arresto, era stata perfino inserita negli indumenti di Don Ernest una microspia e uno pseudodetenuto gli era stato affiancato con lo scopo di indurlo ad imprecare e a rilasciare esternazioni negative contro il dittatore. Grandissima ed imprevedibile era stata la sorpresa di Enver Hoxha quando, ascoltando in diretta le tracce audio, non solo non contenevano alcuna offesa o elemento di disprezzo verso le autorità, ma addirittura si sentiva Don Simoni che pregava per i propri persecutori. Il cardinale ha raccontato che in carcere, rischiando ogni giorno, riusciva a celebrare la messa di nascosto anche grazie alla complicità dei detenuti musulmani che gli volevano bene e si erano accorti della sua grandezza. Quando un alunno, commosso dal racconto, è intervenuto chiedendogli come avesse potuto resistere a tante torture e violenze, e se si ricordasse tutte quelle a cui era stato sottoposto, il Cardinal Simoni ha risposto che non ricordava più tutto il peso del male subito perché, come Gesù ha insegnato, aveva perdonato tutto -. Altri alunni hanno chiesto in che modo il Cardinale sentisse la presenza di Dio. Lui ha risposto che percepiva il Suo amore attraverso la preghiera, l’abbandono alla Sua volontà e la forza invincibile del perdono. Ha poi invitato i ragazzi ad astenersi da pensieri ed azioni che abbrutiscono l’uomo, lo conducono alla disperazione e non gli fanno apprezzare tutta la bellezza della creazione di Dio. Il parroco di Scarperia, Don Gianluca Mozzi, ha sottolineato come la capacità di perdonare non sia umana, ma sia uno degli attributi, per eccellenza, della Santissima Trinità.
Gli studenti, guidati dal prof. Tiziano Pecchioli e dalla prof.ssa Giorgia Lisi di Arte, hanno donato al Cardinale tre dipinti che rappresentano le sofferenze patite in nome di Cristo: un elaborato, in particolare, raffigura una gabbia invasa dalle fiamme su cui troneggiano attributi da demone, ma la porta è aperta da una chiave a forma di croce; in alto vola una colomba, finalmente libera, con le stimmate e le piume un po’ bruciate. Forte è stata l’emozione di Simoni nell’ammirare quest’opera.
Al termine dell’incontro, i ragazzi, pieni di entusiasmo, si sono riversati verso il Cardinale per abbracciarlo. Le regole del cerimoniale, a questo punto, sono saltate e tutta la sala sembrava davvero un’unica onda d’Amore pulsante.
Tiziano Pecchioli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 dicembre 2019