“La via degli Dei” declassata a pista dell’incoscienza
FIRENZUOLA – Ennesimo scempio ambientale. Senza alcuna esagerazione nella sintesi di questo sottotitolo. Questa volta è toccato subirlo, seppure parzialmente, al sentiero lungo il tracciato ambientalistico e turistico della “Via degli Dei”, sul crinale appenninico nel comune di Firenzuola. Un evento motoristico, dentro una faggeta, con il patrocinio di Regione Toscana, Città metropolitana e comune di Firenzuola, ne ha danneggiati alcuni tratti.
Domenica 29 maggio è stata una giornata piovosa. Aggiungo, uggiosa e irritante. Pensavo fosse finita lì, insignificante, sparita anche dall’archivio mentale di ognuno di noi. Invece ecco che le testimonianze di alcuni turisti, raccolte in certe strutture ricettive locali, hanno riaperta la cronaca di quel giorno. Ed in effetti andrà riscritta. Il crinale appenninico, fra il passo della Futa e monte Gazzaro, è stato il campo di gara per una prova del campionato italiano di enduro, la sesta del calendario.
Enduro, motocross. Centauri con gomme tassellate che ad ogni sgasata scorticano il terreno che percorrono. In questo caso infliggendo ferite mortali ai sentieri ed alle antiche mulattiere che travalicano quelle montagne. Sport e divertimento. Forse, poco sport e più divertimento. Chissà, di certo inesistente è stato il rispetto per l’ambiente. Magari, proprio in quei paraggi, avrebbero potuto scegliere altri siti, come una cava dismessa oppure volteggiare, proprio in sella a quegli equini motorizzati, sulle dune di una discarica bonificata. Invece è andata così. Per quelle loro evoluzioni hanno preferito i boschi di faggio, in uno scenario fra gli 800 e i 900 metri di quota.
Il tutto programmato, e poi svolto, con il patrocinio di Regione Toscana, Città metropolitana di Firenze e comune di Firenzuola. Una politica consapevole, che non perde, mai, occasione per valorizzare ambiente e turismo. Evidente il sarcasmo. Già perché i luoghi del misfatto sono quelli che interessano il tracciato della “Via degli Dei”. Un sentiero naturalistico e ricco di storia. Con reperti di indubbio valore. Una attrattiva che registra, annualmente, un afflusso consolidato di oltre 4000 presenze, nazionali e internazionali. Un gioiello turistico.
All’indomani di questa improvvida tornata sportiva, alcuni viandanti, vogliono esser chiamati così quelli che si cimentano nel cammino fra Bologna e Firenze, attraverso l’Appennino mugellano, hanno iniziato a diffondere immagini e testimonianze dell’accaduto. Alcune raccolte direttamente dai gestori delle strutture ricettive locali. Altre sono state segnalate ad “Appennino Slow – Viaggiatori dell’altra montagna”, un gruppo di operatori turistici “innamorati del loro territorio”. Il responsabile di questa associazione, Stefano Lorenzi, ha confermato di aver chieste spiegazioni a tutti gli enti istituzionali che hanno concesso il loro patrocinio ed anche all’Unione montana comuni del Mugello che, in zona, gestisce alcune aree boschive.
Al momento solo il sindaco del comune di Firenzuola ha inviato una sua risposta. Ma, oggettivamente, sembra che il silenzio, degli altri, sia l’unica argomentazione proferita. Nel versante bolognese la sinergia fra istituzioni e comunità locali è fondata sul credere fermamente nello sviluppo turistico legato alla “Via degli Dei”. Dal versante fiorentino, specie metropolitano, purtroppo, aldilà dell’imbarazzo per quest’ultima faccenda, invece, non si riesce a capire se tutto ciò sia considerato, o meno, una risorsa per il territorio. Argomento tutt’altro che chiuso.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 giugno 2016
cavolo, qualche centinaio di moto e solo 2 canaletti di acqua scavati ? chi ha fatto questo articolo aveva tempo da perdere, pertanto gli consiglierei di vedere i danni fatti da poche decine di jeep in alcune zone boschive
In primis la mulattiera dalla Futa al Monte Gazzarro non è la Via degli Dei che invece dalla Futa scende verso S. Lucia. Farebbe bene il giornalista a documentarsi attentamente, invece di riportare cose per sentito dire. In secondo luogo c’è da chiedersi dove fossero gli odierni critici che non si sono accorti che da due o tre anni la vera via degli Dei, quella tra monte Bastione e passo Futa è stata devastata dai trattori forestali usati per trasportare legname, tanto che quasi non era più percorribile nemmeno a piedi. Giganteschi forwarder sono passati avanti e indietro indisturbati per mesi e mesi e nessuno se ne è accorto ? Eppure sono molto più grossi di una motocicletta e soprattutto lasciano solchi molto più profondi…
No via io non ho parole, oltre a ribadire quello che gli altri commenti portano ovviamente alla luce contro questo articolo, io sottolinerei il fatto che il nostro caro giornalista non considera questa disciplina uno sport ma semplice divertimento. Caro Frilli te non sai che rischio, che abilità, che resistenza e perseveranza e che talento hanno questi centauri come dici te. Te ne auguro un decimo di quello che hanno loro per sfondare nel tuo lavoro. Pensiamo fino a 10 prima di parlare e tanto più scrivere.
Ringrazio, tutti, per i commenti. Ho dato voce alle segnalazioni di diversi “viandanti” che sono transitati in quella zona. Ed alla istanza di Appennino Slow che ha chiesto chiarimenti alle istituzioni. Hanno anche loro il diritto a veder pubblicate le loro ragioni. O no? Il luogo è attraversato da un percorso turistico, con oltre 4000 presenze l’anno. Impegnano strutture ricettive locali, creano lavoro. Non solo per tre giorni. Il percorso della Via degli Dei, nelle sue varianti, passa anche sul crinale che dal Passo della Futa porta a monte Gazzaro. Dato di fatto. Poi, ricordo che nel Mugello, a Polcanto, esiste un’area attrezzata, un centro tecnico, proprio della FMI, Federazione Motociclistica Italiana, dalla quale anche l’attività di enduro dipende, con diversi ettari di bosco a disposizione per i vari tipi di competizione. Non c’è da cambiare una virgola di quanto ho scritto.
Sig. Frilli,normalmente il percorso di una gara di Enduro viene ripristinato dagli organizzatori, ovviamente servono le condizioni ideali per poter riportare i sentieri allo stato pre-gara ( o migliore ).
Lei si è preoccupato di controllare se il lavoro è stato fatto prima di scrivere il suo articolo ? Perchè non va di persona a documentare lo stato attuale dei sentieri ? Grazie.
Buongiorno, certo che al vostro “narratore” non manca la retorica…
“Ferite mortali ai sentieri”…una pozzanghera ?!
“volteggiare, proprio in sella a quegli equini motorizzati (SIGH), sulle dune di una discarica” ??!! Perchè i motociclisti sono spazzatura ?
Però chiedo: visto che ha dato voce a “diversi” viandanti, come giornalista non dovrebbe citarli ? E poi, sempre come giornalista, perchè non ha chiamato il MC organizzatore chiedendo se con una pala chiuderanno le ferite mortali?
Abbia pazienza , ma per l’Apocalisse dovrà aspettare ancora un po’…
siamo noi enduristi che faremo finire il mondo ,poi sulla discarica ci vada il signor frilli .non voglio montare ancora di piu’ la polemica ma!io vivo il bosco in moto in mtb ed anche con i piedi ed non o mai dico mai trovato anima viva su quello che lui chiama via degli dei gli unici che trovo sono i trattori della legna e la devastazione che lasciano ………rimango basita da questo articolo oltretutto non lo definisce sport venga pure con me a fare 100 km sui sassi poi ne riparliamo.
soliti scribacchini da 1uattro soldi..
Complimenti all’articolo, ottima disinformazione, nessuna risposta della controparte, nessuna indagine personale sull’accaduto e scarsa conoscenza dell’argomento trattato.
Ottimo lavoro da “NON giornalista” che prima di scrivere qualcosa si informa e cerca di essere oggettivo sugli avvenimenti.
PS: continui così che avrà un’ottimo futuro in questo lavoro.
Egregio Sig. Frilli, mi sono preso un po’ di tempo per rispondere al suo articolo per avere la mente sgombra dalle polemiche scatenate e dalle “offese” che il suo articolo rivolge ad una categoria di persone (gli enduristi) alla quale appartengo anche io.
Ammetto che è una categoria “indifendibile” dato dal fatto che ci sono ancora molti maleducati che girano per i boschi senza preoccuparsi del rispetto delle regole e delle persone magari pensando che il rombo del loro motore piaccia a tutti,e non è cosi, la sfido comunque a trovare in tutte le altre categorie di persone (automobilisti camionisti scooteristi ciclisti e anche escursionisti!)
qualcuno che rispetti il prossimo, sono in pochissimi!
Caro Sig. Frilli ha sritto molte inesattezze senza nemmeno documentarsi, i “numerosi reperti” di cui parla nel suo articolo sono in tutt’altro loco, essendo anche io un appassionato di vecchie vie , i famosi lastricati romani so di dove passano e dove sono (lei a quanto pare no) e non si è avvalso nemmeno di immagini inconfutabili per dimostrare la “distruzione dell’ambiente” perchè chiunque va veramente per i boschi e ne è appassionato sa che quelle pozzanghere che lei chiama “ferite mortali ai sentieri” sono la salvezza della fauna in periodi di siccità, sono gli ultimi posti dove gli animali della foresta (gli unici ad avere pieno diritto di utilizzo del bosco!) possono abbeverarsi!
Non ho finito, devo dire anche qualcosa sui praticanti questo sport, lei lo chiama divertimento ma in realtà quei ragazzi partecipanti alla manifestazione che Lei personalmente non ha visto passare per il sentiero inquisito, sono dei veri e propri atleti che si allenano molto seriamente ed intensamente per poter partecipare a questo tipo di gare , son ragazzi che non spendono soldi per sballarsi ai rave pary non fanno nottate in giro per locali ad ubriacarsi e tornare all’alba (quando tornano!) questi vanno a letto presto fanno vita da atleti e le posso garantire personalmente che sono bravissimi ragazzi educati e gentili e non meritano di essere posti come ha scritto Lei sulle “dune di una discarica”.
Riguardo al centro federale di Polcanto come Lei ha scritto ha ettari di bosco dove si può praticare quello sport…..niente di vero è stato sufficiente che un qualsiasi individuo sia andato ad abitare di recente in zona e nonostante il crossdromo esista da decine di anni (mi pare dal ’68) hanno problemi per continue proteste (come anche la pista di montevarchi!!) e poi sarebbe come dire ai “viandanti” andate a passeggiare dentro un pista di atletica….lì i motori non ci sono!
Inoltre caro Sig. Frilli in un mondo che sta marcendo sotto gli occhi di tutti e non per i “graffi fatti da ruote artigliate” ma da devastazioni immani, lavori pubblici inutili (di tutte le frane e allagamenti che ho sentito fino adesso non ne ho vista neanche una essere imputata al passaggio di moto) varianti di valico che consentono il transito di tir e auto 7 g su 7 24h su 24 ed i valichi appenninici dell’Abetone,porrettana,futa raticosa giogo colla muraglione mandrioli senza nominare quelli minori, sono attraversati continuamente da mezzi a motore e non credo che trattengano l’inquinamento per non farlo arrivare sui crinali, per cui 100 motorette che transitano qua e là per i boschi non faranno finire il pianeta.
Per concludere Sig. Frilli mi piacerebbe contare davvero le 4000 persone che attraversano il sentiero degli dei (io ci passo da anni anche nei giorni della settimana e ne ho incontrati 3 o 4 fino ad ora) probabilmente sono dati che le hanno fornito i “viandanti” nella speranza di fare un po di clamore, ma ha per caso pensato minimamente a quante persone hanno lavoro grazie ad un campionato di enduro? glielo accenno io…..cominciamo con la BETAMOTOR che oltre ad un marchio storico fiorentino negli ultimi anni ha investito nella produzione dando lavoro a migliaia di persone(Immagini anche l’indotto) ed a seguire gommisti, benzinai, officine meccaniche, rivenditori specializzati ecc….secondo Lei(e quelli a cui ha dato voce) tutta questa gente dovrebbe andare a spasso?
E’ da egoisti pretendere il bosco solo per i “viandanti” e se poi si usano le maniere forti vincono i cacciatori ….loro sono armati!!!
Nel mondo in cui viviamo, che oggi si sta bene e domani non ci siamo più perchè accanirsi con un’articolo cosi aggressivo che, purtroppo, ha molto sèguito visto che siamo un popolo di ignoranti e non sappiamo neanche distinguere il motocross dall’enduro.
Vorrei darle una dritta…..faccia un giro nei pressi dei lavori della variante cosi vede quante fonti ora non buttano più acqua e quante colline hanno spianato e quanti camion e ruspe che grondano grasso e olio per terra circolano nei cantieri sotto la futa,la montagna che lei ama tanto….ah già ma un’articolo sulle autostrade non lo cagherebbe nessuno……buona giornata Sig. Frilli.
ROBERTO CAMPA
endurista (educato)
mtbikers
escursionista
delegato fmi
amante della montagna, della natura e delle vecchie vie
applausi!
Sulle autostrade ho scritto della variante di valico, per il pasticcio dell’ingresso a Barberino di Mugello, che impedisce l’accesso al vecchio tracciato. Il primo giornale ad averlo denunciato. Letto da oltre 50000 (poi abbiamo smesso il conteggio) lettori. Quindi molto più di una defecazione, come la identifica lei. Le garantisco che i reperti della Flaminia Minor 187 a.c. li conosco benissimo, sono da altra parte, ma io non mi riferisco a quelli. Nell’articolo cito il tratto passo della Futa monte Gazzaro, mulattiera medioevale, comunque tracciato da salvaguardare. Ripeto c’erano altri posti ove svolgere questo evento sportivo. Se non volete capire. Anche il CAI sezione di Firenze ha protestato (pubblicherò un loro intervento) così come Appenino Slow, sono loro le valutazioni sulle presenze, oltre 4000 che portano lavoro per la filiera locale del turismo. Con questo non dico che le prove di enduro non vadano fatte, ma che si scelgano posti adeguati per farle. Leggo che lei è delegato della FMI, se ci sono problemi all’impianto di Polcanto ed a quello di Montevarchi, ebbene tocca proprio alla FMI stessa risolverli con le istituzioni del territorio, nell’interesse dei propri iscritti. Guardi che ho solo voluto dar voce a chi ha protestato per aver subito quell’evento. Non ho scritto io al sindaco di Firenzuola o agli altri enti per lamentarsi, ma Appennino Slow e CAI sezione di Firenze. Ricambio il saluto, buon pomeriggio.
Solo due righe… riguardo all’autostrada non mi riferivo all’ingresso di barberino ma al disagio ed il disastro ambientale che hanno portato i lavori per realizzarla(qui le ho citato tutti i fontanili secchi e lo sversamento copioso di grassi ed oli da ruspe e camion che non mi sembrano da poco per l’ambiente) tra l’altro mi pare che il discorso del casello era solo un’opera da terminare.
Riguardo ai lastricati la parte dalla futa a isole nel tracciato dove è passata la gara non ve ne sono più sono già stati devastati da decenni da trattori e jeep (anche la forestale mi pare si muove solo con mezzi fuoristrada).
Noi amanti del fuoristrada motorizzato siamo visti come brutti e cattivi quindi a nulla valgono le repliche per quanto riguarda Polcanto o Montevarchi
soprattutto per questioni politiche (voti) salvo che replicare a chi come lei ci pone in cattiva luce una volta in più, è facile mettere in cattiva luce chi vi è già, posti per svolgere questa attività ce ne sono tanti ma…il gran canyon in america non è stato scavato da ruote graffianti ma dall’acqua che scava anche nel sentierino fatto a piedi o dagli animali.
Provi ad informarsi presso le apt dove vengono svolte le gare del campionato di enduro (regionale o nazionale) e verifichi lei di persona cosa ne pensano i comuni ospitanti (al fronte delle famose 4000 presenze annue) e vediamo se da voce anche alla nostra minoranza…..due anni fa ci eravamo passati per l’italiano major negli stessi posti ma probabilmente essendoci stati più iscritti gli operatori turistici del luogo non avevano di che lamentarsi…
Sono curioso di vedere se la sua è una presa di posizione perchè anche lei odia i motorini oppure darà un po’ di eco anche alle nostre motivazioni e disagi….buona giornata
Signor Roberto, io non odio nessuno. Non ho mai parlato di lastricati. Le presenze accertate da Appennino Slow sono reali, 4000, controllate, che pagano la tassa di soggiorno. Sono loro, insieme al CAI sezione di Firenze, che hanno scritto agli enti istituzionali. Io ho solo riportata la loro istanza. Poi, per quanto riguarda l’ingresso in A1 da Barberino di Mugello per accedere al vecchio tracciato, ebbene, è una svista clamorosa del progetto. Che é nato così, almeno sui documenti che abbiamo esaminato. Si informi.
Articolo ridicolo e mal fatto, l’ambiente lo rovinano sopratutto i trattori che trainano rimorchi con 40 e più quintali di legna, poi l’acqua è la neve fanno il resto. La montagna è di tutti basta avere educazione e buon senso!
Caro sig. Frilli, se io le porto foto e testimonianze di chi veramente ha devastato i sentieri di quella zona, mi promette di pubblicarli?
Perchè mi sono stancato di essere trattato da delinquente, quando c’è stata la neve che ha fatto cadere centinaia di alberi sui sentieri gli enduristi hanno passato giornate intere a lavorare per cercare di renderli percorribili, ma in quel momento andavamo bene, no? Io gente del CAI a lavorare per sistemare i sentieri non l’ho mai vista, solo a pitturare gli alberi.
Si prenda la briga di entrare nel bosco dal passo della futa verso MOntefreddi, faccia qualche foto, poi ne riparliamo…
Vedo che da buon giornalista continua a rispondere fischi per fiaschi…..le ripeto per la seconda volta che non ho nemmeno accennato al problema del casello autostradale,quello che le avevo citato era la devastazione dei cantieri per realizzare la variante ma come mi hanno commentato molti amici….non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…tra parentesi al momento del suo articolo non aveva risposto solo il sindaco di Firenzuola ma anche le istituzioni che hanno permesso lo svolgimento della competizione.
I lastricati che lei dice di non aver menzionato sono le “antiche mulattiere” che venivano lastricate nei punti di salita per permettere ai muli di poter avanzare….vedo che ne sa veramente poco mi delude per la sua scarsa conoscenza dato che ha fatto da portavoce ed ha messo la sua faccia per amplificare le lamentele di persone che, ripeto, senza neanche argomentazioni fotografiche adatte, vogliono egoisticamente e prepotentemente essere i “tutori della montagna”
(le due foto delle pozzangherine hanno fatto ridere tutti)
Lei ha scritto (si rilegga) “tra l’altro mi pare che il discorso del casello era solo un’opera da terminare” (nella sua penultima mail a cui ho risposto nei termini che a lei paiono inappropriati, ma il difetto di conoscenza è tutto suo), parole sue. Ho risposto a quello. E anche sui lastricati sbaglia. Conosco le tecnologie costruttive della viabilità, antica e medievale. Tant’è che ho la consapevolezza che in quel tratto non vi fossero lastricati, in quanto danneggiati o rimossi nel tempo. Difatti non ho MAI citati lastricati. Perché insiste? Il tracciato è comunque antico e dev’essere tutelato. Anche sul fatto del sindaco di Firenzuola lei non ha capito. Rilegga quello che ho scritto. Alla richiesta di chiarimenti fatta da Appennino Slow e CAI sezione di Firenze, ai vari enti istituzionali, fino a ieri mattina, aveva data risposta solo il sindaco Firenzuola. Lei confonde le autorizzazioni e il patrocinio concesso alla manifestazione con le richieste di chiarimenti fatte da quelle due associazioni in merito all’intera vicenda. Legga bene. Poi francamente, mi arrendo, e le lascio tutte le ragioni. Buon pomeriggio.
Lascerei il sig. Frilli da solo su questo giornaletto probabilmente letto da pochi suoi amici e parenti. È fiato sprecato. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e il suo comportamento denota uno scarso interesse per l’approfondimento o la ricerca della verità. Risparmiamo le nostre energie per qualcosa di più utile. Non merita attenzioni!
Autocritica, la grande assente di chi scrive senza recepire le osservazioni delle persone. Pensare di essere sempre dalla parte della ragione. Senza se e senza ma, essere competente su tutto. Novello profeta mandato ad educare noi poveri inetti ….
Pare che qualcuno cerchi di salvarsi in corner! Per fortuna l’articolo è scritto nero su bianco, basta leggero!
Allora leggiamolo: “Ennesimo scempio ambientale. Senza alcuna esagerazione nella sintesi di questo sottotitolo. Questa volta è toccato subirlo, seppure parzialmente, al sentiero lungo il tracciato ambientalistico e turistico della “Via degli Dei”…”. Qualche riga oltre si legge che il fatto è accaduto sul sentiero dal passo Futa a M. Gazzarro.
Checcé ne dica il Sig. Frilli, la “Via degli Dei” non ha varianti, segue il percorso della Flaminia Minor che da Passo Futa scendeva a S. Lucia e non saliva a M. Gazzarro. Lo sanno tutti e chi non lo sa basta che legga i segnali indicatori che a Passo Futa indirizzano i pellegrini verso l’Apparita e giù a S. Lucia.
Dunque la manifestazione è passata altrove e non sulla Via degli Dei. Il sentiero Futa – Gazzarro è segnalato dal CAI ad uso e consumo degli escursionisti, ma ciò non significa che possano passarci solo loro (cosa di cui invece pare siano convinti molti degli iscritti al CAI).
In parte, sebbene non tutto, quel sentiero è una strada vicinale pubblica, tutt’ora così censita sulla mappe del catasto dello Stato Italiano. Il codice della strada equipara le vicinali pubbliche alle strade comunali e la legge 48/94 della Regione Toscana, che disciplina il fuoristrada, non si applica sulle strade pubbliche. Da ciò consegue che sulle vicinali pubbliche si può transitare con mezzi motorizzati anche per scopi ludico sportivi. Se il sentiero o parte di esso non è pubblico vi si può comunque transitare previo permesso del proprietario e fino a prova contraria si deve presumere che chi ha organizzato la manifestazione abbia chiesto i permessi a chi di dovere. Dal punto di vista ambientale e culturale il sentiero che sale a M. Gazzarro è tale e quale a tutti gli altri sentieri del Mugello quindi non si capisce dove sia lo scandalo per avervi fatto transitare delle motociclette. Ma appunto perché forse non c’era alcuno scandalo si è tirata in ballo la …“Via degli Dei”. Un sentiero naturalistico e ricco di storia. Con reperti di indubbio valore”… E’ chiaro il banale intento sensazionalistico dell’autore.
Detto per inciso, anche la Via degli Dei, cioè il percorso della Flaminia Minor, tra M. Bastione e Passo Futa in gran parte è censito al catasto Italiano come vicinale pubblica, quindi mancando un divieto specifico, una motocicletta la può percorrere senza che qualcuno debba scandalizzarsi. Va da sé che nessun motociclista sano di mente penserebbe di mettere le ruote sul basolato romano.
Poi come sempre fanno i giornalisti inconsapevoli (ma un giornalista per definizione non dovrebbe essere inconsapevole perché se lo fosse dovrebbe astenersi dallo scrivere), anche in quest’occasione si è equivocato tra enduro e motocross. Val la pena precisare (per il giornalista e i suoi lettori) che le due sono discipline diverse e incompatibili. Il motocross si pratica con moto da competizione su circuiti chiusi al traffico. L’enduro si pratica con moto omologate a norme del CdS su strade pubbliche ancorché sterrate o con fondo naturale. Non si può fare enduro in una cava bonificata e neppure in un crossodromo.
Fin che si parla di informazioni artatamente fuorvianti: le due fotografie a corredo dell’articolo sono proprio della Via degli Dei nel tratto compreso tra Poggio Castelluccio e Passo Futa e non del sentiero da Passo Futa a M. Gazzarro e si intuisce piuttosto chiaramente che in buona parte i solchi non sono stati fatti da motociclette, bensì da veicoli a quattro ruote ( che siano i famosi forwarder invisibili?).
Signor Massimo, buongiorno. Dalla pubblicazione “Il sentiero degli Dei”, pagina 162, Tappa 4 Traversa – castello del Trebbio (430 m.), lunghezza 27 Km., dislivello salita 505 m., discesa 914 m.. “Si segue la strada statale 65, in salita, fino al passo della Futa. Dal passo si scende tenendo la sinistra (in direzione di Firenzuola) e subito si imbocca il sentiero a destra, vicino alla cabina dell’alta tensione.”. Come vede è lei che non conosce il percorso della Via degli Dei. Le faccio notare che quella sua asserzione “anche la Via degli Dei, cioè il percorso della Flaminia Minor”, è si lo stesso fra monte Bastione e il passo della Futa, ma non sempre si sovrappongono. Sul valore del tratto fra passo della Futa e monte Gazzaro, un tracciato comunque medievale, non sono io che gli attribuisco “un intento sensazionalistico”, non ne ho titoli e poteri, ma studiosi di storia locale, che trattano della viabilità sull’Appennino. Le rimostranze, poi, sono del CAI e di Appennino Slow (legga le loro prese di posizione). E le foto sono loro, riferite a quel tratto, con solchi anche al centro del tracciato. Infine sull’aspetto sportivo. Enduro e motocross. Si, discipline con competizioni diverse, soprattutto per agonismo e velocità. Ma le ruote tassellate le hanno anche le moto da endurance, e forse in quel giorno, con quella pioggia, occorreva un ripensamento. Obiettivamente era una manifestazione autorizzata, senza se e senza ma. Tuttavia in un ragionamento generale sul territorio si doveva avere la sensibilità di scegliere altra zona. Buona giornata.
Scusate, ma rimango basito da questa recensione su un avvenimento sportivo che appare come una inquisizione ad una disciplina sportiva, dove viene già vista da molti come un atto di terrorismo nei confonti dell’ambiente.
Sono un Endurista di 59 anni, e non mi sento in difetto o in colpa quando vado a girare, e se sono dalla parte della ragione, e lo sono perchè mi informo sul percorso prima di partire, ebbene, la gente se ne deve fare una ragione che gli piaccia o meno.
Non è possibile che in questo paese del menga, si castri qualsiasi possibilità di praticare altri sport fuori del calcio..sport trà l’altro di una certa elevatura sociale, con il quoziente intellettivo medio di una stella marina.
Ma vivete…e lasciare vivere, non sono queste le cose che devono scandalizzare l’opinione pubblica!