L’acqua, il suo percorso e i suoi problemi nel territorio di Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – I Piani Operativi comunali non trattano solo di strade, case ed urbanizzazioni, ma tracciano anche una interessante e aggiornata fotografia del territorio. E tra, i loro allegati, si possono spesso trovare schede di interesse, utili per definire il quadro in cui si muovono le attività e, soprattutto, le scelte amministrative. E’ il caso del documento che segue e che rappresenta una interessante analisi della risorsa idrica e delle sue criticità nel territorio di Borgo San Lorenzo. Tra queste le perdite di rete dell’acquedotto ancora elevate (attorno al 40%), la presenza di frazioni ancora non collegate ai depuratori o addirittura sprovviste di fognature e gli inquinanti che derivano dall’agricoltura e dalla zootecnia. Un documento non troppo lungo, interessante da leggere:
“QUADRO CONOSCITIVO: ELEMENTI DI FRAGILITÀ E CRITICITÀ
L’analisi effettuata sulla risorsa “Acqua” si basa sull’esame della qualità delle acque sia superficiali (reticolo
idrografico) sia sotterranee (falda, sorgenti, pozzi) e sullo stato delle infrastrutture e dei sistemi tecnologici
(acquedotto, fognature).
Le maggiori criticità si riscontrano in corrispondenza dei maggiori centri urbani, prevalentemente situati
lungo tutto il fondovalle della Sieve. Le campagne di monitoraggio ambientale condotte da Arpat
confermano tale tendenza: sia l’espansione urbana sia l’espansione di attività fortemente impattanti quali
attività agricole e zootecniche hanno contribuito ad un progressivo peggioramento qualitativo della
risorsa idrica.
Gli inquinanti che incidono negativamente sullo stato sia chimico che ecologico delle acque sono da ricondursi soprattutto a quelli legati all’agricoltura e zootecnia (fitofarmaci e apporto di nutrienti) nonché legate al metabolismo umano. Quest’ultimo aspetto è riconducibile principalmente ad una non corretta gestione delle acque reflue civili derivanti da insediamenti non serviti da pubblica fognatura o non afferenti a depuratori consortili.
Il sistema fognario è maggiormente sviluppato lungo la valle della Sieve dove si concentrano gli agglomerati urbani maggiori; raccoglie i reflui sia civili che industriali per convogliarli ai vari impianti di depurazione presenti sul territorio, in particolare verso quello di Rabatta il quale riesce a sopperire alla quasi totalità del fabbisogno della Val di Sieve. Come riferito poc’anzi, la copertura fognaria dei centri abitati minori rappresenta un elemento di criticità per tutto il territorio: una gran quantità di piccole/medie frazioni non sono servite da fognatura o comunque, qualora sia presente, non sono allacciate ad un depuratore.
Una scarsa copertura fognaria e, in termini generali, carenze nella gestione delle acque reflue sia dal punto di vista depurativo che dal punto di vista dell’efficienza (tratte fognarie non recapitanti ad impianto di trattamento) contribuiscono a peggiorare lo stato qualitativo della risorsa idrica soprattutto in riferimento al fenomeno dell’eutrofizzazione.
Allo stato attuale non è possibile rilevare elementi di criticità qualitativa sulla rete acquedottistica civile in quanto le indagini condotte da Publiacqua non sono aggiornate. Tuttavia, è possibile fornire alcune considerazioni riguardo la consistenza della rete acquedottistica ed il livello di integrità: i dati forniti dai due gestori del servizio pubblico, in tal senso, evidenziano ancora perdite di rete elevate che per Publiacqua si attestano al 40%.
L’intero territorio in esame è interessato dalla presenza di un elevato numero di pozzi per l’approvvigionamento idrico autonomo, sia per usi domestici che per uso potabile; la massiccia presenza di punti di captazione idrica comporta una pressione sulle risorse idriche del sottosuolo soprattutto in quegli ambiti dove gli apporti e la ricarica della falda non compensa i prelievi. Tale aspetto determina una ripercussione negativa anche sugli equilibri idrogeologici tra corsi d’acqua (in particolare sulla Sieve) che acquiferi di fondovalle. Secondo dati dell’Autorità di Bacino competente infatti la quantità di acqua assorbita da attività antropiche è maggiore alla disponibilità idrica naturale del fiume stesso, ciò comporta periodo di notevole siccità specialmente nei mesi estivi dove la disponibilità idrica naturale tende a ridursi.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 Febbraio 2023