Licenziato l’addetto alla raccolta differenziata che denunciò la mancanza di guanti e mascherine
MUGELLO – Gabriele Sarti lavorava per Ati che, per conto di Alia, azienda concessionaria del servizio, si occupava della raccolta del porta a porta nei Comuni di Borgo San Lorenzo e Scarperia e San Piero. Un impiego in prima linea nel campo dell’igiene ambientale. “Lavorava”, perché lunedì 6 aprile è arrivata la sua lettera di licenziamento. Il dipendente sarebbe stato colpevole, secondo la cooperativa, di aver reso pubblico sulle pagine di questo giornale (articolo qui) le condizione in cui lui e decine di suoi colleghi erano costretti a lavorare, senza guanti, senza mascherine, senza alcun presidio di sanificazione a tutela dei dipendenti. Gabriele ricopriva anche il ruolo di rappresentante sindacale e, dopo innumerevoli tentativi e segnalazioni, rimanendo inascoltato, ha voluto semplicemente porre all’attenzione una questione legittima e doverosa. E invece è stato punito nel modo più estremo.
“Dall’inizio dell’emergenza sanitaria del Covid-19 – dice Cinzia Della Porta dell’Usb – Unione sindacale di base – sono state richieste le adeguate condizioni di lavoro previste. I lavoratori non hanno mai interrotto il servizio pur avendone pieno diritto, ma vista l’assenza di risposte Gabriele si è rivolto ad un giornale per rendere pubblica una condizione che è oggi grave, pericolosa e inaccettabile. Questo ha determinato il suo licenziamento che non può e non deve essere accettato. Meno che mai in un appalto di un servizio pubblico essenziale come l’igiene ambientale. Dovrebbero essere proprio le Asl, i Comuni, la Prefettura, la committente Alia a intervenire per garantire il rispetto delle norme previste, a tutela dei lavoratori e della cittadinanza tutta in questa fase di grave emergenza epidemica”.
Prosegue Massimiliano Zandonà, sempre di Usb: “Con quale criterio Ati procede al licenziamento di un delegato sindacale che chiede l’osservanza di disposizioni di legge e diritti costituzionali e, per avendo facoltà, insieme ai propri colleghi, di astenersi dall’attività lavorativa, ma mostrando grande abnegazione e senso civico, si reca ordinatamente al lavoro? Con quale arroganza chiede che non si arrechi danno all’immagine e al decoro aziendale quando col suo irresponsabile comportamento obbliga i propri dipendenti ad operare in condizioni tali da mettere a rischio la loro incolumità e quella della cittadinanza?”
“Chiediamo – concludono Della Porta e Zandonà – ai sindaci dei comuni interessati, in qualità di soci, di intervenire nei confronti della committenza Alia, affinché vigilino, come previsto dalla legge, sulla puntuale applicazione delle norme di sicurezza all’interno dei cantieri. Chiediamo ai cittadini di sostenere il lavoratore e ad Alia di intervenire, esigendo il reintegro di Gabriele Sarti e l’applicazione delle normative previste in termini di sicurezza e non diffusione del contagio”
Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 Aprile 2020
Sono accanto a Gabriele Sarti,una persona perbene che ha osato dire la verita’ e sottolineo OSATO non cercava un encomio,ma nemmeno il licenziamento!
Piena solidarietà a Gabriele Sarti.
Per quello che può servire sono accanto a te Gabriele.
Potrebbe essere la molla per rimettere tutto in mano ai comuni , acqua (con tariffe moltiplicate per 10 in pochi anni per pagare lauti stipendi a politici che avevano perso un posto in politica e vengono coperti di cariche , senza lavorare , solo per prendere stipendi che chi ci lavora da vero nemmeno si sogns) , mense scolastiche , raccolta rifiuti .
L’interessato farà di certo valere nelle sedi opportune i propri diritti. Si tratta comunque di una notizia che mi turba in un periodo in cui la scala dei valori si sta giustamente ribaltando e portando in evidenza la salute e il benessere delle persone. In un momento chiave per gettare basi di una nuova era economica post crisi le aziende hanno certo problemi enormi ma si deve fare ogni sforzo per tutelare la sicurezza dei lavoratori.
Concordo pienamente Guido, e grazie per aver denunciato un malaffare tipicamente italiano: mettere a capo di partecipate pubbliche e pagarli come manager personaggi trombati in politica; e qui danno il loro contributo di incompetenza, pressapochismo, superficialità e boria in campi che avrebbero bisogno di tutt’altre qualità.
La mia solidarietà sicuramente non porterà nelle tue tasche niente, perché di “solidarietà” non si acquista nemmeno un pezzo di pane, comunque se chi legge queste righe e sta dalla parte del popolo come dicono sempre gli amministratori dovrebbero imporre la tua reintegrazione immediata nelle tue finzioni, altrimenti se ciò non accadesse le Amministrazioni dovrebbero stracciare gli accordi presi, perché i primi a non far rispettare le norme sulla sicurezza devono essere i committenti del servizio, sennò sono solo COMPLICI di chi non rispetta ls legge sulla sicurezza 81/2008.
To sono vicino, perché essendo stato in una RSU e TLS so perfettamente come ragionano i padroni del “vapore”.
Dovrebbero fare chiudere l’azienda vergognosi
E’ una sanzione sicuramente “democratica”, considerandone la provenienza.
Piena solidarietà a Gabriele Sarti.