Lorenzo Verdi, candidato borghigiano di “Sì Toscana a Sinistra” racconta la sua campagna elettorale
Lorenzo Verdi, borghigiano, è candidato per il “SI, Toscana a Sinistra” alle elezioni regionali. Gli abbiamo chiesto di raccontarci questo mese di campagna elettorale.
“E’ stata un’esperienza interessante, dal punto di vista della possibilità di conoscere il territorio e le problematiche territoriali, che peraltro sono problemi che in gran parte da anni si manifestano. Un’esperienza nella quale emerge in modo netto da una parte la disaffezione forte della gente dalla politica, dall’altra la volontà e l’interesse a cambiare un sistema amministrativo che anche a livello regionale ha deluso molte persone. Qui si inserisce la nostra proposta di cambiamento, che va nella direzione di rimettere i diritti e gli interessi dei cittadini al centro dell’agenda politica”.
Quali sono state le tematiche più sentite, a livello locale?
“In Mugello sicuramente la questione ambientale In primo luogo il progetto della centrale a biomasse, sulla quale ribadisco la mia netta contrarietà supportata anche dalle odierne notizie trapelate riguardo ai pareri dell’Asl sul versante delle conseguenze ambientali e sanitarie. Ma anche le questioni legate alla cava di Paterno e alla gestione dei rifiuti”.
Altri argomenti caldi?
“Un tema molto importante è quello dell’ospedale e dell’incertezza sul suo futuro, incertezza determinata anche dai tagli portati dall’attuale giunta regionale sulla sanità nonché dalle prospettive di riduzione e smantellamento dei presidi territoriali. Altro tema che ci sta a cuore è la questione del lavoro e degli effetti della crisi economica, con un tasso di disocupazione che anche sul territorio presenta dati allarmanti, rispetto ai quali dovrebbero esservi politiche in controtendenza rispetto a quelle del governo nazionale, che aumenta la precarietà e l’incertezza di vita delle persone. Quanto al tema, anch’esso molto sentito, dei profughi, dico che la nostra regione è sempre stata terra di accoglienza e di solidarietà. Oggi la povertà diffusa rischia di seminare odio e intolleranza. Non si può assecondare la guerra tra poveri ma la politica deve dare risposte che affrontino la questione di fondo, ovvero l’aumento di povertà tra i cittadini”.
Quale il clima di questa campagna elettorale?
“Quello che più mi ha colpito è che si percepisce forte la lontananza dalla politica. La gente considera le istituzioni una sfera a se stante, non interessata o non in grado di dare risposte concrete alle persone”.
Come se ne esce?
“Con una punta di presunzione, direi che occorre provare a rimettere al centro le persone, provando a coinvolgerle prima di prendere le decisioni e non informandole a cose già fatte. E tutelando i diritti, attraverso una politica che esprima la volontà di garantire le risposte ai bisogni delle persone. Credo che emerga in modo evidente, a livello locale e regionale, che chi governa sta dimostrando una modalità politica più attenta ai tagli e alle logiche imposte dall’alto, con nuove richieste di sacrifici, piuttosto che chiedersi di come dare la possibilità alle persone di rilanciarsi in una situazione di crisi, tornando ai diritti e ritovando le risorse per poter vivere in maniera dignitosa”.
Previsioni circa il risultato elettorale?
“Spero che il malcontento della gente possa concretizzarsi in una volontà di cambiamento. Recuperando la tradizione di sinistra della Toscana, che negli ultimi anni è andata perduta, insieme alla deriva renziana del partito democratico”.
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, 29 maggio 2015