Mammografia? Solo se paghi… C’è qualcosa che non funziona nella sanità pubblica
MUGELLO – C’erano una volta le liste di attesa. Oggi, spesso, si è perfino peggiorato. Ci sono infatti le liste chiuse.
E’ un bel problema per la sanità pubblica, perché mette in difficoltà tante persone, e abbassa pericolosamente il livello della prevenzione.
Te ne accorgi quando ne hai bisogno, ovviamente. Perché tutto tace. Amministratori e politici locali pensano a tutt’altro e la struttura sanitaria nasconde le proprie magagne.
Io me ne sono accorta, perché ne ho avuto bisogno; il mio medico mi ha prescritto una mammografia e ho meno di 50 anni: quando ti rechi al CUP dell’ASL per prenotare l’esame, ti si apre un mondo. Scopri infatti che quell’esame diagnostico te lo puoi scordare. A meno che tu non vada in un centro a pagamento. “Signora, non ci sono posti disponibili…”, “A Borgo?” “No, dappertutto, in tutta l’azienda. Le liste al momento sono chiuse e non sappiamo quando riapriranno”.
Sembra quasi incredibile, davvero. E non è certamente solo un problema di mammografie. Ma tanti altri esami sono in queste condizioni. Io con 120 euro – per la mammografia – un posto l’ho trovato, e in tempi rapidi. Ma chi non può pagare?
Dire che qualcosa non funziona è perfino lapalissiano. Ed è parecchio preoccupante: perché ci si riempie la bocca con la parola “prevenzione” e invece la si scoraggia. Non solo: solitamente, quando un medico prescrive un esame, significa che di quell’esame ce n’è bisogno. E nei tempi più rapidi possibili. Vuoi per alleviare il dolore, vuoi per intervenire in tempo, vuoi per tranquillità personale. Non esiste che si diano appuntamenti dopo mesi, o ancor peggio si dica, candidamente, che non si sa quando vi sarà un posto. Sarebbe questo il “modello toscano” della sanità buona ed efficiente? Altro che modello, qui si sono fatti passi indietro, fino a ledere il diritto alla salute dei cittadini. Che peraltro pagano fior di tasse per il mantenimento del servizio sanitario. E scoprire che, quando ne hai bisogno, il servizio non c’è, è parecchio amaro.
Michela Aramini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 aprile 2017
Le liste di attesa sono chiuse perché se no rimane scritto che per un esame salva vita una persona deve aspettare un anno! Con la lista chiusa a tre mesi le statistiche vengono parecchio più belle, no?
(Bisognerebbe cercare di ricordarselo quando si va a votare)