Mugello Biologico: i produttori rilanciano, con un importante progetto di filiera per carne, latte e farro
“Lavorare insieme”: lo sottolinea il presidente della cooperativa “Agriambiente” Riccardo Nencini, capofila di un gruppo di aziende che sta per presentare domanda di finanziamento alla Regione Toscana per un “Progetto Integrato di Filiera” (PIF).
E Agriambiente, insieme a Cooperativa Agricola di Firenzuola, alla Cooperativa Emilio Sereni di Borgo San Lorenzo, alla “Poggio del Farro” di Firenzuola, alle aziende Borgioli e Vignini, alla Centrale del Latte di Firenze, vogliono lavorare insieme per rilanciare la produzione biologica in Mugello, una delle zone che per prima ha puntato sulle produzioni agricole e zootecniche senza l’uso della chimica, e che ha dedicato oltre un quarto della sua superficie agricola alle colture biologiche. “Siamo stati dei precursori -dice Adriano Borgioli, storico allevatore biologico di Borgo San Lorenzo-, ma era necessario un risveglio, un nuovo corso. E ora c’è questa opportunità”.
Il progetto è stato presentato ieri pomeriggio a Moscheta, presente l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, e vuole valorizzare la produzione locale del Mugello, coinvolgendo le aziende agricole biologiche della zona, in particolare nel settore zootecnico e cerealicolo, attraverso la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti.
Questo attraverso tre passaggi: 1) l’incremento della produzione biologica; 2) la costituzione di un’associazione di produttori biologici del Mugello che si occuperà della promozione del biologico, attraverso un’adeguata comunicazione rivolta al consumatore; 3) la realizzazione di un marchio biologico territoriale, al quale sta lavorando l’Università.
Il progetto, con investimenti per 4 milioni e mezzo di euro prevede interventi di ammodernamento di macchine e attrezzature per la riduzione dei costi, e interventi per la valorizzazione della produzione -Agriambiente ad esempio amplierà la stalla e aumenterà il parco macchine, con un investimento di 1 milione e 900 mila euro-, Per le aziende di trasformazione il PIF prevede l’introduzioe di nuove tecnologie, sia per la trasformazione che per il confezionamento, per ottenere un prodotto finito ancor più competitivo sui mercati.
Latte, carne e farro sono i tre cardini del progetto. Per il latte, coinvolgendo tutte le aziende biologiche della zona -la Sereni, Agriambiente, Vignini, si è concordato con Mukki un aumento del 25% della produzione, passando da 1 milione e 400 mila kg a 2 milioni. E qualora si superasse questa soglia si conta di trasformare in proprio attraverso un caseificio il latte in eccedenza. Per la carne la CAF ha necessità di incrementare il settore biologico, anche perché è accresciuta la domanda, dopo aver vinto un grosso appalto per le mense scolastiche mugellane, che richiedono carni biologiche. E la Poggio del Farro non mette limiti: più farro il Mugello riuscirà a produrre, meglio sarà, perché sui mercati il farro è prodotto sempre più richiesto.
L’iniziativa ha un’altra peculiarità. “Se compro un trattore -spiega Nencini- che da solo costa 250 mila euro, e con l’attrezzatura ha un costo di 400 mila euro, e poi non lo faccio lavorare, son soldi buttati via. Se vuoi stare sul mercato e incentivare l’attività devi avere una tipologia di mezzi adeguati, che però è superiore alle nostre potenzialità d’azienda. Quindi l’unica strada è lavorare insieme, condividere i nostri strumenti. L’esperimento di condivisione è molto interessante sulla carta. Occorre vedere se poi in pratica funzionerà. Anche se vedo un grande affiatamento tra noi”.
Affollatissimo è stato l’incontro di presentazione a Moscheta: con molti produttori, rappresentanti di istituti bancari, amministratori locali.
Ha portato il suo saluto il sindaco di Firenzuola Claudio Scarpelli, ha introdotto il presidente di Agriambiente Nencini, e sono intervenuti Giacomo Matteucci dell’Unione Agricoltori e Cinzia Gullo della CIA, e il presidente dell’Unione montana Federico Ignesti.
Nel suo intervento l’assessore regionale Remaschi, che ha ricordato le sue passate esperienze amministrative -presidente di comunità montana, sindaco di un comune montano- ha sottolineato le ingenti risorse messe a disposizione dalle attuali misure regionali, con oltre 900 milioni di disponibili. E per il biologico la misura ha una dotazione di 17 milioni, e sono pervenute domande per 21-22 milioni. Ma ha ammonito: “Più che spendere -ha notato l’assessore- dobbiamo investire. Non credo che dopo il 2020 arriveranno altri finanziamenti così consistenti. Se spendiamo solo per sopravvivere, senza investire, rischiamo di andare incontro a una scomparsa delle attività agricole”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 ottobre 2015
Ma come può parlare di biologico uno che fa costruire un inceneritore?!
Lo sa, Signor Presidente dell’Unione dei Comuni, che diossina, ossidi e polveri sottili ricalano, oltre che sulle persone, anche su piante e animali ed entrano a far parte del ciclo alimentare?!.
Non mi spiego con che faccia riesca a declamare l’eccellenza dei prodotti del Mugello, lei che si prodiga tanto per inficiarne la qualità!