
MUGELLO – La “Via degli Dei”, il noto percorso trekking tra Bologna e Firenze, negli ultimi anni ha visto un consistente incremento dei camminatori, e di conseguenza anche dell’impatto economico sulle attività mugellane. Sarà quindi interessante pubblicare un intervento di Alessandro Donati, ex presidente della Pro Loco Vaglia-Mugello, basato sulla relazione che ha tenuto in occasione di un recente incontro organizzato a Monte di Fo da Confesercenti Toscana (articolo qui).
“Il mio intervento – spiega Donati – ha voluto condensare alcuni aspetti toccati dai vari relatori, filtrati dalla mia personale esperienza di vita lavorativa, vissuta come dirigente di una multinazionale dove ho operato per tanti anni. Fino allo scorso Maggio, sono stato presidente della pro loco Vaglia Mugello e, in quanto residente a Bivigliano, era un mio vezzo intervistare i camminatori della Via degli Dei, chiedendo loro poche cose, provenienza, motivazione del cammino, desiderata.
Posso riassumere che quasi la totalità degli stranieri: tedeschi, austriaci, svizzeri, olandesi, qualche australiano, pochi inglesi, sono tecnicamente molto preparati (scarpe, indumenti, borracce, rete di contenimento dei rifiuti, etc) e curiosi culturalmente, alla ricerca dell’essenza storica e del passato (la Flaminia Militare, ma anche la scoperta della tradizione della cucina locale). Gli Italiani, secondo la mia esperienza, sono in gran parte interessati al lato sportivo, attenti al tempo di percorrenza e disposti a dormire anche in camerata.
Ho speso molto tempo a spiegare la storia dei Servi di Maria del Monte Senario e quasi la totalità delle persone è rimasta affascinata dagli emuli di Francesco d’Assisi e dalle grotte da visitare. Mi sono convinto che anche i giovani, se adeguatamente interessati e coinvolti, diventano curiosi e ritornano sui propri passi per riscoprire le grotte o la storia della Gemma d’abeto prodotta dai frati.
Ad alcuni ho chiesto però se avevano tempo e modo di visitare il Parco Mediceo di Pratolino, che non è nell’offerta del percorso, e costantemente la risposta è stata che avevano già la prenotazione per il treno e che dovevano arrivare velocemente in stazione. Probabilmante questo è colpa della mancata comunicazione dell’esistenza, lungo il percorso, di qualcosa di unico. Che spesso ho paragonato alla Reggia di Caserta, che è diventata meta mondiale per merito degli investimenti e dei dirigenti attuali.
Il percorso tra Bologna e Firenze vanta tante attrattive diffuse, e sarebbe quindi utile rallentare il tempo di percorrenza facendo sostare per tempi più lunghi i camminatori in modo che possano fruire dell’offerta culturale, ricreativa, della presentazione di eventi. Il tutto magari con un Planning coordinato e pianificato di offerta lungo il cammino. In modo da trasformare i camminatori in persone che richiedano un’accoglienza di qualità, con strutture certificate, e disposti a trattenersi per partecipare ad eventi come mostre fotografiche, contest musicali, visite guidate , attività teatrali all’aperto quando possibili, portando l’allargamento dei mesi di punta dei camminatori da quattro-cinque fino, magari, al loro raddoppio.
Dott. Alessandro Donati
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 Luglio 2025