Niente finanziamenti della Regione per il Piano di Filiera presentato da Renovo per il reperimento del legname per Petrona
SCARPERIA E SAN PIERO – Politica e imprenditoria. La fragilità della prima, la superficialità e l’inconcludenza della seconda. Il Mugello, una parte del suo territorio, in questo frangente, è diventato terra di conquista per progetti incomprensibili. Fra biomasse e scellerata cultura forestale. Nel nome di una sperimentazione poco scientifica e smisuratamente affaristica. Ed ora è arrivata la la bocciatura. Questa volta è la Regione Toscana che attesta l’inaffidabilità del progetto, comunque collegato alle biomasse di Petrona. E, appunto, adesso, francamente basta.
Lo scorso 19 ottobre, era un lunedì, nello scenario di Villa Pecori Giraldi, Agrirenovo, società della galassia Renovo s.p.a., aveva presentato il proprio “Piano Integrato di Filiera”, insomma un PIF (clicca qui per articolo originale). Con la politica locale che si era prestata a far da cornice a questa iniziativa. Soprattutto con lui, l’assessore all’Ambiente del Comune di Scarperia e San Piero, sempre pronto a sponsorizzare i progetti di questo gruppo imprenditoriale. Un soggetto, quest’ultimo, rivelatosi nei dati di fatto inadeguato, in generale, e nella fattispecie, per una materia così delicata, invasiva sul territorio e per la popolazione.
Quello del PIF era stato annunciato come un progetto non strettamente correlato alla già autorizzata costruzione della centrale a biomasse di Petrona. Però, per stretta e diretta ammissione degli stessi proponenti, ne avrebbe costituito il principale motivo commerciale ed operativo per approvvigionarlo. Con strategie di alta ingegneria sinergica fra imprese. In quell’occasione, così come accade anche per altri progetti, era stata data lettura del libro dei sogni. Queste le promesse: “Col PIF si acquisteranno macchinari – cippatrice, processori e gru, trattrici -, si faranno capannoni. Al momento hanno aderito 14 imprese – non tutte del Mugello -, e di queste sei si sono impegnate a fare investimenti”.
Il fervore attorno a questa ipotesi era in parte giustificato da un bando regionale, che metteva a disposizione somme ingenti, di risorse pubbliche, per questo tipo di attività. Logicamente, nell’ottica di non distribuire a pioggia il denaro, le domande pervenute, con la relativa richiesta di finanziamento, sono state valutate attentamente, dandone poi una graduatoria di merito. Su 51 domande accolte (numero di pratica 1494, del 1 aprile 2016), 39 sono state effettivamente accettate, con una richiesta di finanziamento per un impegno di oltre 81 milioni di euro. Fra le dodici istanze respinte ci si trova quella della società Agricola Agrirenovo s.r.l. (Mugello), posizionata al 44esimo posto su 51. Bocciatura. Globalmente, la seconda. Subito dopo quella per l’avvio di revoca dell’autorizzazione, a costruire la centrale a biomasse di Petrona, emessa dalla Città metropolitana di Firenze.
Ora è evidente come questo soggetto imprenditoriale, nei suoi progetti in questa zona, sia motivato dallo spirito di De Coubertin, in chiave di gioco olimpico. Laddove l’importante è partecipare. Ma che la politica locale impieghi tempo e risorse, umane e finanziarie, per assecondarne il vezzo, è inspiegabile. E davvero, adesso basta.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 06 aprile 2016
Non è stata respinta alcuna domanda.
Altrimenti non sarebbe in graduatoria.
Ecco allora aggiungo un post-It.
Il progetto del gruppo Renovo s.p.a. non è stato ammesso nella graduatoria dei finanziamenti erogabili. È stato bocciato per non aver raggiunto il punteggio di ammissibilità, dato che ha conseguiti solo 44 punti sui 50 minimi previsti. E, fra l’altro, nell’elenco dei progetti non ammessi è preceduto da altri quattro richiedenti che hanno ottenuto un punteggio fra 45 e 48, comunque insufficiente. Verranno erogati finanziamenti per 81 milioni di euro a fronte dei 90 milioni stanziati. Quindi con un avanzo, in disponibilità, di ulteriori 9 milioni. Sicché, quando, come a scuola, non si raggiunge una valutazione ritenuta sufficiente si dice bocciatura. Fuori dalla graduatoria dei progetti finanziati.
(dati tratti dal verbale del decreto dirigenziale n. 1494 del 1 aprile 2016)