“Noi restiamo aperti”: la protesta di due coltellinai di Scarperia
SCARPERIA E SAN PIERO – C’è esasperazione tra i commercianti per le nuove chiusure previste con l’arrivo della zona rossa in Toscana. Esasperazione e rabbia per attività che sono ogni giorno di più con l’acqua alla gola. Tanto da portare alcuni di loro ad infrangere le regole in segno di protesta. Ed è il caso delle due coltellerie scarperiesi “Fontani” e “L’Artigiano” che hanno deciso di rimanere aperte. Un gesto semplice ma che non solo ha trovato consenso negli altri commercianti del centro di Scarperia, ma che ha visto numerosi CCN locali contattarli per sapere come aderire alla protesta.
“È un anno che ci alziamo la mattina per inventarci il modo per vendere qualcosa evitando di cadere in un oblio senza fine – spiega Alessandro Muratore- Dopo un anno dobbiamo riveder chiudere i nostri negozi in un paese di 10000 mila abitanti. In un negozio dove entrano 10 persone a settimana. In un anno non siamo riusciti a far stare aperti questi ambienti che non hanno alcun impatto sul covid. Siamo dei sopravvissuti! Questo perché nessuno si prende delle responsabilità. Il commercio è arrivato ad un punto di non ritorno , siamo stanchi e stremati, abbiamo una cognizione del futuro ancora più incerta di prima , lottiamo giorno dopo giorno contro lo stesso sistema che ci chiede i contributi per far girare questa giostra che va dal lavoratore autonomo al contribuente, fino ad oggi niente aiuti, niente supporto e indifferenza totale verso le nostre imprese, mentre la grande distribuzione avanza lucrando sulle nostre spalle”.
Muratore nota un’ingiustizia: “Pretendiamo che vengano nastrati tutti quegli spazi all’interno di supermercati (grandi e piccoli) e centri commerciali dediti alla vendita di prodotti che fanno parte delle nostre categorie, nel rispetto di chi senza alcun motivo valido è costretto a chiudere la propria attività, vedendo far concorrenza sui propri prodotti da chi a rigor di logica non ne avrebbe il diritto etico.
L’artigiano scarperiese non si ferma, e continua a sfogarsi: “I nostri sacrifici sono stati vani, ci appelliamo al diritto di lavorare, al diritto di vivere una vita serena che ormai manca da molto tempo, e non vogliamo compassione da parte delle persone, ci siamo stancati di sentirsi dire “siete nei nostri pensieri”. Vogliamo un supporto concreto e rispetto, per noi, per tutti coloro che lavorano per vivere, per le nostre famiglie e per le nostre aziende che con tanto sacrificio abbiamo tirato su”. E continua ancora: “Chiediamo supporto al nostro popolo, alle nostre forze dell’ordine, dove sotto una divisa si trova un cuore: siete persone come noi, persone che si svegliano la mattina per lavorare”.
I due coltellinai di Scarperia ribadiscono la loro volontà: “Abbiamo deciso che, anche se lo facciamo in paesi ormai vuoti, privi di turisti, privi di persone, privi di futuro #IORIMANGOAPERTO. Nella speranza che altri lavoratori nelle nostre stesse condizioni riescano ad alzare la testa e seguano la nostra iniziativa #NOISTIAMOAPERTI.
Andrea Pelosi
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 marzo 2021
Amici,avete ragione!Queste chiusure sono fatte a capocchia, come se un matto giocasse a testa e croce:profumerie sì,scarpe no,parrucchieri no, lavacani sì.E ormai è chiaro che chiudere contro questa influenza gonfiata non serve.Non lo sanno che giocano sula pelle delle persone??Se ne accorgeranno quando voteremo(sempre se ce lo lasciano fare)
Leggi e regole in Italia son fatte per non essere rispettate, tutti poi hanno da avere, se nevica troppo, se piove troppo poco, se batte i terremoto uguale. Lo stesso vale con chi vuole stare aperto e non dovrebbe. Può farlo tanto non interverrà nessuno.