“Non possiamo più fare ginnastica”. La protesta di docenti e studenti del Chino Chini
BORGO SAN LORENZO – “Attualmente siamo senza palestra” si lamentano gli studenti del Chino Chini. Venerdì scorso un ragazzo sarebbe caduto durante l’ora di educazione fisica a causa del pavimento reso scivoloso dalla condensa, che si forma nella tensostruttura. Un problema che esiste da sempre, che era limitato ad alcuni giorni e solo nelle zone perimetrali, ma che da quest’anno sembra coinvolgere, a quanto dicono professori e studenti, tutta la superficie. “Venerdì – raccontano i ragazzi – abbiamo fatto lezione solo sulla linea bianca, perché il pavimento era scivoloso”. Così gli insegnanti Paolo Baldini e Alessandro Guidotti hanno deciso di informare il sindaco, il dirigente scolastico e la Città metropolitana, facendo anche – a quanto riferiscono gli studenti – una segnalazione all’Asl, in quanto il problema coinvolgerebbe anche le attività pomeridiane delle associazioni sportive, anche se la scuola sarebbe l’unica ad averlo rilevato e segnalato al momento. Il gestore della tensostruttura, la società sportiva dilettantistica ViviLoSport, avrebbe quindi deciso, a seguito del pericolo indicato dai docenti, di chiudere l’uso dell’impianto alla scuola fino a che non si trovi una soluzione proprio con la Città metropolitana, che ha la competenza riguardo la questione.
“Per noi è un problema – protestano gli studenti – per una serie di motivi. Il primo è quello, ovvio, di non avere la palestra. Non possiamo usare quella del Giotto Ulivi, perché ha tutti gli orari pieni, ci fanno già lezione tre classi alla volta. Una delle nostre è stata anche ospitata al Gymnasium, ma è una soluzione che può essere solo temporanea. Il secondo motivo è la mancanza di spazio che si è venuta a creare. Oggi per esempio siamo andati a fare lezione in uno sgabuzzino. Non sono più libere, dovendo rimanere in sede, le aule che venivano lasciate vuote nelle ore di educazione fisica e quindi non possono essere occupate dalle sezioni articolate che hanno materie di indirizzo in comune, ma nelle altre devono dividersi in più stanze”.
“E’ ovvio che – continuano gli studenti – anche se comprendiamo la difficoltà di trovare una soluzione per questo problema, se non verrà risolto, saremo costretti a protestare in tutte le forme che ci è consentito. Abbiamo però delle proposte: accendere un po’ prima il riscaldamento e aprire le parti mobili della tensostruttura per fare uscire la condensa e permettere alla ‘guazza’ di asciugarsi”.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 ottobre 2016
La soluzione anticondensa proposta, è in linea con lo stile dei pantaloni dello studente in giubbotto nero a righine gialle.
Che questo vada a scuola così acconciato, la dice lunga sulla qualità della “bottega” Chini.