NOTE PER LA RINASCITA – 09/ Gian Paolo Giachi, geometra
MUGELLO – Oggi è Gian Paolo Giachi, geometra borghigiano, a rispondere alla domanda sulla ripartenza (articolo qui). Ecco il suo testo.
Davvero un bellissimo quesito, ma più che bellissimo lo definirei al momento difficilissimo oltre che comune: in effetti è il pensiero che occupa la mente di chi tiene al bene della famiglia, della propria città, della propria regione, della propria nazione, oserei dire di tutto il mondo.
Non per niente siamo in un periodo di globalizzazione, tanto è vero che questo virus è venuto dalla lontana Cina, che in un batter d’occhio, ha messo in crisi tutto il sistema mondiale, non solo italiano.
A questo punto nasce spontanea una riflessione:
Non abbiamo, per caso, invertito i valori che effettivamente valgono nella vita di ciascuno di noi, forse (pleonastico) non abbiamo privilegiato “l’avere” piuttosto che “l’essere”?
Prendendo ad esempio un vecchio adagio “… che tutto il male non viene per nuocere …”, forse il virus, a carissimo prezzo, ci vuole comunicare che occorre cambiare “rotta”; in sintesi bisogna abbattere l’egoismo che impera su tutta la società definita “civile”.
Questo è il primo problema da affrontare, e quindi ognuno di noi in questi giorni di riposo forzato dovrà riflettere sull’impostazione della propria vita.
Dobbiamo tenere conto che siamo sopra una nave che sta navigando in un mare di tempesta (leggi crisi economica che dal 2008 ancora oggi ci attanaglia) e che spinge “a tutta forza”, senza esserci accorti che la bussola è in avaria.
Pertanto, prima di tutto occorre effettuare un personale lavoro di introspezione, dopodiché, cerchiamo di modificare almeno in parte il nostro “modus operandi” del periodo ante-virus COVID-19; successivamente mettersi a lavoro con idee nuove, ma soprattutto cambiando mentalità.
Per rimettersi in cammino, in sintesi, bisogna avere maggior fiducia gli uni verso gli altri. Nella fattispecie, bisogna sensibilizzare gli ordini e collegi professionali, oltre che i singoli professionisti, per trovare una giusta collaborazione fondata sulla “reciproca fiducia” eliminando così il metodo della “contrapposizione” che non porta a niente.
Occorre che le istituzioni cessino di legiferare leggi e leggine in continuazione, che, non solo, sono di difficile comprensione, ma anche di non facile applicazione, perché spesso discordanti.
Nel nostro mondo di “professionisti tecnici” ci troviamo, a distanza di soli cinque chilometri ad operare in modo totalmente diverso. Con questa mentalità pretendiamo che l’Europa funzioni? VERA UTOPIA.
Occorre abbandonare una volta per sempre il sistema “clientelare” per dare maggior spazio alla “meritocrazia”, salvaguardando ovviamente la dignità di tutti garantendo un tenore di vita dignitoso. Una volta che ci libereremo da questo “egoismo“ che ci fa perdere il vero significato della vita, potremmo cominciare a ricostruire sulle macerie derivate da questa pandemia.
Occorre davvero, con professionalità, ma anche con tanto spirito di sacrificio, fare la nostra parte di tecnici, perché si possa erigere un’ Italia migliore. Noi abbiamo un ruolo importante nella società, siamo infatti il trait d’union tra “istituzioni” e “cittadinanza”.
Dobbiamo però, con tutte le nostre forze, riappropriarci di questa posizione importante e poi con forza e vigore, pretendere confronti con le istituzioni, per far conoscere il nostro pensiero, senza sudditanza o timori alcuni.
Bisogna avere il coraggio di combattere questa inutile, quanto assurda, burocrazia che non fa decollare niente e crea soltanto immobilismo.
Un intervento tra tanti che si possono consigliare è quello di far capire che è necessario, almeno nel nostro settore, smettere di inventare miriadi di tipologie autorizzative, bisogna dire basta con queste assurdità burocratiche, al fine di rendere l’apparato legislativo più semplice, snello e quindi più efficace, altrimenti, non ripartirà né il cammino locale, né quello nazionale.
Invece, moltissime sono le cose che dobbiamo nell’immediatezza eseguire, se davvero vorremmo incidere sul nostro territorio. Noi, come gruppo di tecnici (ingegneri, architetti, geologi, geometri, periti agrari ed edili, forestali, ecc.) dovremmo riunirci più spesso ed iniziare ad incalzare i propri ordini o collegi professionali, affinché ci supportino nelle iniziative che dovremmo intraprendere, per consolidare la nostra posizione di riferimento locale, indispensabile per uscire nel migliore dei modi da questa inaspettata, quanto devastante, situazione di assoluta criticità.
Gian Paolo Giachi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Aprile 2020