Palazzuolo: i veri Ironman abitano qui
PALAZZUOLO SUL SENIO – La storia di nove ragazzini con un sogno. Palazzuolo anni ’70, abbiamo il telefono con la rotella e a gettoni, le macchine sognate dalla gioventù sono la Giulietta spider e la Mini minor, qualcuno ha una 500 Fiat e si viaggia in corriere con poco riscaldamento. Proprio come quella che parte da Palazzuolo per Casola Valsenio e Imola. I nostri ragazzi sono usciti dalle scuole tecniche di Faenza con un diploma in mano non fanno fatica a trovare lavoro, sono le ditte che li cercano anche prima della fine della scuola, lavorano in grandi aziende imolesi, lavoro sicuro buon stipendio. Eppure nelle chiacchiere della mattina in corriera o ai tavoli della mensa aziendale cominciano a coltivare una di quelle idee che prendono enfasi viaggio dopo viaggio e piatto dopo piatto. Mettiamoci in proprio. Così quello che era un sogno di ragazzini comincia a prendere corpo aspettando l’occasione propizia.
Che arriva con la possibilità di rilevare un’aziendina che produceva manici di legno. Si attrezzano in un capannone agricolo a Misileo dove alcuni di loro abitano e fondano la Elettromeccanica Misileo i manici da lima sono importanti ma bisogna diversificare e così iniziano a montare caricabatterie. Ma è con la meccanica di precisione che fanno il balzo. Ferro e acciaio diventano pane quotidiano. L’azienda va bene al punto che, quando a Palazzuolo un grande campo di erba medica diventa Zona Industriale, i nostri mettono su il loro primo capannone. E comincia il lavoro vero, si fanno conoscere, sono seri ed affidabili e in quell’Italia che ancora produce tanto non è difficile trovare lavoro. Tanto che negli anni ’80 sono già una discreta realtà. Appoggiati dal sindaco di allora Bruno Cavini cominciano a lavorare anche per un imprenditore pratese di successo, Romano Conti, leader italiano nel campo dei lettori ottici con la sua Centro Matic. E’ un bel periodo ed i ragazzi che hanno assunto sono diventati bravi e competenti e vengono incoraggiati ad aprire altre società nascono così La Meccanica RC, la Stame, la Raf. I capannoni nel campo di erba medica spuntano come funghi e gli addetti aumentano . La Centro Matic crede in questi giovani e costruisce un mega capannone le prospettive sono rosee. Ma improvviso arriva come un ciclone il coinvolgimento di Romano Conti nell’inchiesta “Mani pulite”, viene arrestato e tradotto in carcere, poi si scoprirà che probabilmente era anche innocente ma la magistratura non va tanto per il sottile e lo condanna. Anni dopo, col suo libro “Col prosciutto sugli occhi”, Conti, scomparso a 76 anni, racconterà la sua verità e si risolleverà. Ma ormai l’azienda è andata, tutto chiuso. La crisi si riversa improvvisa sulla Elettromeccanica Misileo e sulle aziende collegate, sono anni durissimi anche perché intanto avevano investito in macchinari di grande tecnologia e firmato contratti a 9 zeri. Da quel momento comincia una evoluzione che porta le varie aziende a collaborare ma ognuno deve trovarsi il lavoro.
Ma i nostri ragazzi, che nel frattempo sono diventati uomini, non hanno perso la grinta, sanno che sono come la gazzella, ogni mattina devono correre perché devono andare più veloci del leone. Non smettono di investire e comprano il capannone di Conti, nel frattempo producono e vendono una macchina che fa vassoi di cartone, e una piccola cantina per vini che è il prodotto ideale per enoteche e ristoranti per servire vini pregiati senza perdita di qualità.
E siamo al 2016 ormai la Iron Belt di Palazzuolo vola verso i duecento operai ed è la realtà più importante del paese che conta 1100 anime. Il pendolarismo verso Palazzuolo è importante, il personale è giovane e dinamico. E’ il sangue e il nervo di Palazzuolo. Recentemente i soci si sono ritrovati per festeggiare i 40 anni di attività. Alcuni sono in pensione, altri lavorano ancora e siamo alla seconda generazione, ragazzi che sono cresciuti a pane e acciaio ora portano avanti la realtà creata dai padri. Nove ragazzi che si erano messi in testa un’idea meravigliosa, ma in questo caso non erano i capelli, anzi magari quelli se ne sono andati, ma un’ idea solida di ferro, di passione, di lavoro e di coraggio. Ragazzi che hanno creduto nelle nuove tecnologie, le hanno sempre perseguite e questa è stata l’idea vincente che ha permesso di bypassare le difficoltà logistiche di un paese di montagna ed essere visibili e attrattivi come se fossero in mezzo alla via Emilia.
Lucio Cavini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 novembre 2016