Pd di Borgo, la polemica si arroventa. Botta e risposta tra Incatasciato e Miniati
La Pd-story continua. Dopo la clamorosa sospensione del congresso comunale e la mancata elezione del nuovo segretario, registriamo due interventi, quello del segretario metropolitano Pd Fabio Incatasciato, e la nota del coordinatore del gruppo che ha candidato Cristina Becchi, Marco Miniati.
Interessante la lettura integrale dei due documenti (pubblicati senza modifiche, anche se in quello di Incatasciato vi sono un paio di curiosi errori sui nomi delle candidate…).
PARTITO DEMOCRATICO
Coordinamento Metropolitano di Firenze
A giorni l’incontro per trovare posizione unitaria nel PD di Borgo San Lorenzo
Si terrà prima di Sabato l’incontro tra i rappresentanti delle liste di Cristina Becchi e Caterina Seneci, fino a venerdì scorso candidate Segretario per vincere il Congresso straordinario di Borgo San Lorenzo.
Il Congresso è stato momentaneamente sospeso per permettere proprio alle due liste di trovare un accordo e di interpretare in questo modo alcune richieste fatte in alcuni interventi durante l’assemblea del 7 Novembre.
“Occorre fare un po’ di chiarezza su tutta questa vicenda –afferma il Segretario metropolitano del Partito democratico Fabio Incatasciato – per altro all’interno di una tornata congressuale molto complessa, ma comunque nella norma. I numerosi iscritti di Borgo devono stare tranquilli, sono certo che Cristina e Caterina e le persone che le sostengono troveranno modo di lavorare ad una proposta che possa far ripartire il partito di Borgo San Lorenzo e rappresentare la voglia di partecipazione che in molti hanno espresso. Ho seguito questa vicenda da molte settimane, essendo questo un Congresso straordinario e ho presieduto l’Assemblea assieme ai reggenti che hanno guidato il Partito in questi mesi.
Prima Cristina Seneci e successivamente Cristina Becchi hanno detto di ritirare momentaneamente le loro candidature per trovare una soluzione unitaria. Se non fosse stato così avremmo dato il via affinché gli iscritti votassero. In realtà – prosegue il Segretario – ho posto da settimane la questione di una possibile incompatibilità tra il ruolo di Cristina Becchi di Assessore e quello di Segretario, nel caso avesse vinto. Non si tratta di un cavillo, ma di un tema serissimo, alla base del codice etico del PD e del suo Statuto.
Solo in pochissimi casi alcuni Segretari, eletti senza incompatibilità alcuna, in provincia di Firenze, son poi divenuti Assessori. In quel caso le loro Assemblee comunali hanno chiesto, unanimemente, che proseguissero nel loro ruolo fino alla prossima primavera, dopo di che si sarebbero fatto altre scelte.
A Borgo il caso è diversissimo, perché questo doppio ruolo esisterebbe da subito, e in nessun Congresso una figura della Giunta, chiamata a ricoprire quel ruolo da un Sindaco, si è mai candidata a guidare il Partito.
Per questo in molti hanno chiesto alla candidata di pronunciarsi su cosa avrebbe fatto in caso di vittoria, non ottenendo risposte chiare. Il congresso si è animato su questo, per altro rimanendo sempre nei canoni del rispetto. Se si passa qualche giorno per vedere di uscire da questo empasse, credo sia un bene per tutti.
Nessun sostenitore della lista di Caterina Becchi – conclude Incatasciato – mi ha detto del ricorso, che ho comunque letto. Si richiamano punti che andranno chiariti; ma la situazione è normalmente gestita e quindi prosegue tranquillamente il tesseramento per il 2014, così come la verbalizzazione regolare di quanto avvenuto nella prima assemblea del congresso, che sarà visibile a tutti gli iscritti.
Partito Democratico Metropolitano Firenze
Questa la replica di Miniati
Per Il Partito Democratico borghigiano noi “Vogliamo di più”
Troppe cose inesatte sono state dette in questi giorni sul congresso del Partito Democratico di Borgo san Lorenzo. Il nostro intento è quello di fare chiarezza ed essere rispettati.
La conduzione del Congresso si è rivelata fallimentare già dalle prime battute. Il Segretario metropolitano Fabio Incatasciato ha di fatto presieduto il Congresso senza la votazione dell’Assemblea Congressuale come prevede una prassi consolidata. Nella stessa lettera di convocazione inviata agli iscritti al primo punto dell’ordine del giorno, leggiamo: “Ore 20:30 Elezione ed insediamento della Presidenza”, niente di tutto questo è stato fatto. Questo ha prodotto effetti negativi perché non si sapeva se a parlare fosse il presidente del congresso, garante del regolare svolgimento dello stesso, o il segretario metropolitano cioè la carica politica apicale della nostra struttura territoriale.
L’introduzione al dibattito del segretario/presidente è stata sbilanciata e limitata a quello che è apparso un attacco diretto verso una delle candidate. Il segretario/ presidente non ha così di fatto svolto le funzioni super partes proprie delle cariche che ricopriva. Se una candidatura viene ammessa al congresso, come è stato fatto, la candidata ha diritto di presentare liberamente le sue istanze politiche senza condizionamenti e senza che l’unico punto in discussione sia la sua eventuale incompatibilità. Incompatibilità che si verifica a valle del congresso, al momento della proclamazione del vincitore e non prima (altrimenti doveva essere la candidatura a non essere ammessa). Non esistevano gli estremi per l’incandidabilità e si è provato ad esercitare pressioni per scongiurare una candidatura della quale evidentemente si aveva e si continua ad avere paura. La richiesta di Incatasciato rivolta alla candidata Becchi di informare immediatamente l’Assemblea riguardo alle sue scelte ha aperto un vero processo alle intenzioni. Nonostante la candidata abbia dichiarato immediatamente che avrebbe regolarizzato la sua posizione alla proclamazione dell’eventuale vittoria, sono state esercitate pressioni indebite (irrispettose del Codice Etico del Partito Democratico) a carico della stessa.
E’ bene ricordare che in caso di effettiva incompatibilità, lo Statuto del Partito Democratico fornisce anche gli strumenti perché possano essere richieste deroghe, altrimenti non ci sarebbe spiegazione per le innumerevoli situazioni di incompatibilità presenti in altre città italiane. Ancora più grave di quanto sopra menzionato, si aggiunge il fatto che all’orario stabilito di inizio votazioni, le urne non siano state aperte su specifica indicazione di Incatasciato e questo nonostante le numerose richieste avanzate da elettori presenti e dalla mozione. Non c’era nessun motivo per non aprirle. Il motivo espresso da Incatasciato è quello che la Becchi non aveva risolto il dubbio circa l’eventuale incompatibilità. Motivo che non regge perché le urne dovevano essere aperte per le 22,30, in quanto Cristina era stata ammessa senza problemi alla candidatura, e quindi votabile, senza che in quel contesto dovesse dichiarare cosa avrebbe fatto se avesse vinto le elezioni. Sicuramente, come detto dalla stessa candidata, non avrebbe permesso il commissariamento del circolo, come invece minacciato dal Segretario Metropolitano. Dopo le 23,00 a urne ancora chiuse molti iscritti hanno lasciato il partito indignati da questa situazione e dopo un’ora il ritiro della candidatura da parte di Caterina Seneci prima e di Cristina Becchi dopo, ha fatto si che il Congresso venisse sospeso. A ciò è seguita la richiesta, da parte della lista “Vogliamo di più”, di sospensione del tesseramento ai fini del voto congressuale, ma questa non è stata nemmeno presa in considerazione (chissà perché…ma è bene non pensare male).
Abbiamo deciso di rivolgerci ai Collegi dei Garanti per descrivere l’accaduto perché non ci siamo sentiti e non ci sentiamo tutelati in un partito, quello Borghigiano, in cui la pluralità di opinione dovrebbe essere un punto di partenza. Per Borgo San Lorenzo, vogliamo di più. Vogliamo un Partito Democratico che sia degno del nome che porta.
Marco Miniati
resp. lista VOGLIAMO DI PIU’
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2014