“La Civetta”. I report del Sindaco Borchi.
“A mezzanotte salgo in macchina verso casa. “Cos’è quella macchia chiara sull’albero attraverso la strada?”. Ci passo sotto: una civetta. Sono di ritorno da un incontro di lavoro con Leandro e Baffino Rossi. Il primo ha implementato un applicativo da utilizzare per tracciare tutti i procedimenti dell’attività comunale. Anche lo spostamento di un tavolino. Stavamo mettendo a punto i passaggi finali. “Cosa mi vorrà dire la civetta?!”. Non sono superstizioso, anzi amo i rapaci notturni, mi intrigano. In questi giorni in cui siamo molto concentrati sull’organizzazione del lavoro e degli uffici, mi sto domandando se ho scelto l’approccio giusto. Magari ce n’era un altro più appropriato. Uscire dal comune come collega e rientrare come sindaco, da una parte mi ha avvantaggiato perché tante cose non avevo bisogno che mi fossero raccontate……..ma forse è più difficile farmi accettare da una posizione di potere, che non tutti sono disposti a riconoscermi.
“Civetta …parla tu”
A proposito di colleghi, di mattina abbiamo avuto l’incontro con la rappresentanza sindacale. Sono stato tanti anni dall’altra parte e spesso mi sono scontrato con la delegazione di parte dell’amministrazione. Stranamente non ho difficoltà. Forse faccio confusione di ruoli, perché per me esiste continuità. Prima, da responsabile di un settore avevo a cuore che il lavoro affidatomi ottenesse i risultati congrui, conciliando gli interessi miei personali e dei collaboratori alle mie dipendenze. Da sindaco ho a cuore che il compito che i cittadini mi hanno affidato sia portato a compimento e che i miei dipendenti siano soddisfatti nelle loro esigenze rispettando diritti e doveri.
Non è cambiato nulla. O forse pare a me perché sono di tendenze schizofreniche ? (non che sia patologico, solo che ho una personalità che ha meno problemi di un altro appunto a scindere i ruoli).
Così si è parlato di regolamento di orario, di revisione di parametri di valutazione, di fondo (soldi, pochi) incentivante. Anche in questo campo è fondamentale la trasparenza e l’onestà di intenti che voglio sempre presenti.
E’ arrivato il preventivo, a cazzotto, da parte di Publiacqua per rifare l’acquedotto di S.Jacopo. A cazzotto perché mi è arrivato come uppercut da stendermi al tappeto: più di 400 mila euro e il ripristino stradale (altri 100 mila euro minimo) escluso.
Anche le tzughe pericolose che (ci contavo poco per la verità) speravo le abbattessero loro a Bivigliano, come boomerang ci sono tornate sul groppone. E sono pesanti.
Parola d’ordine: calma e gesso. Rifacciamo il punto.
Gli assessori, me compreso, hanno quasi completato le bozze relative alle proprie poste di bilancio per il 2015. Ho intravisto quelle di Marione, a cui ho contribuito anch’io sul versante delle spese, e quelle relative all’informatica di Dani. Dove li prendiamo tutti quei soldi? Ah, va bene, poi si passa tutti dal censore! Un’idea più precisa del nostro potenziale di spesa, lo sapremo quando chiuderemo l’assestamento del bilancio del 2014 a fine novembre. Allora avremo un dato certo su cui basare la previsione dell’anno prossimo.
Sempre in tema di soldi…che mancano, sono andato a pietire dal presidente dell’Unione dei comuni del Mugello. Ci devono circa 140 mila euro che ci farebbe molto comodo che ci versassero per compensare il gap che abbiamo sul conto del patto di stabilità. Già che avevamo ( mi accompagnava anche Laura, vicesindaco) fatto il viaggio a Scarperia, abbiamo chiesto di poter rientrare, in convenzione, su alcuni servizi: protezione civile, antincendi boschivi e, perché no, promozione turistica. Tutte attività che Fiesole non vuole mantenere in associazione e che fin qui la comunità montana, prima, e poi l’unione, hanno discretamente svolto.
Per anticipare le critiche di chi dirà: “Hai visto, sono ritornati con i campagnoli!…Non ci hanno interpellato”, l’ho affermato, e lo ridico qui, che il nostro è un atteggiamento esclusivamente pragmatico. Andiamo dove le cose funzionano meglio, o perlomeno…meno peggio.
Ci sono dei servizi che debbono esser riattivati o sono nuovi. Per esempio la committenza delle forniture (carta e matite…….) e delle prestazioni di servizio (taglio dell’erba…) dal primo di gennaio e comunque al massimo dal primo di luglio non può essere svolta da un comune delle nostre dimensioni. Quindi è necessario associarsi. In convenzione, che sta all’unione, come i fidanzatini stanno agli sposati.
Per intendersi: niente ulteriore ente, nessun nuovo bilancio in comune, nessun organo, giunta o consiglio che si voglia. Ci si piglia? Bene. Ci siamo stancati? Arrivederci e grazie.
E vista l’ora…buona notte.
Augh.
“
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2014