Piazza Dante, ragazze in vendita?
BORGO SAN LORENZO- Quelle nerette si prostituiscono in pieno giorno? Proprio davanti al Comune? Le chiacchiere sono molte, le certezze poche.
Il viaggio verso la terra promessa, verso una qualsiasi terra promessa, è sempre un viaggio di dolore: dolore per ciò che si lascia, dolore per le vesciche ai piedi, per le botte e gli abusi. Talvolta ci vuole un miracolo per arrivare: c’è bisogno che Dio, per mezzo di un uomo, manifesti la sua forza tracciando un percorso in mare.
L’Europa è la terra promessa per molte persone. Ma davvero tutti scappano da qualcosa? Oppure qualcuno lascia la propria terra inseguendo un’utopia? (quelli bravi son pronti a dire: si tratta comunque di migranti economici!). Forse qualcuno è vittima di qualche trafficante?
La risposta a quest’ultima domanda è affermativa, e le vittime sono ragazze.
Da alcuni mesi siamo abituati a vedere molte persone di colore che girovagano per il paese, gran parte di queste risiedono stabilmente nelle molte case di accoglienza distribuite sul territorio. Altre, invece, arrivano a Borgo ogni giorno da lontano, col treno.
Ad arrivare col treno, ci sono alcune giovani ragazze nigeriane che poi girellano nei giardini di Piazza Dante.
Sono andato da una di loro, Z.
Ci siamo seduti su una panchina e abbiamo chiacchierato un po’, mentre i nostri piedi affogavano nelle foglie di tiglio:
“Sono arrivata a Lampaduza (la chiama così, come fanno gli arabi) nel 2013, dopo un viaggio lunghissimo. Prima verso il Niger, poi nel deserto, dove ho zigzagando corpi in putrefazione. Arrivata in Libia sono stata rinchiusa in carcere per molti mesi, trattata come un animale, fino a quando ci hanno detto che la nostra barca era pronta e potevamo partire per l’Europa. Dopo tre giorni in mare, la Marina Italiana ci ha soccorsi. ”
“Tutto qui?” Chiedo io come se mi avesse raccontato di aver percorso la pista ciclabile da Sagginale a Borgo. Dice di sì, sbuffando un po’.
Al che chiedo lei: “ sei obbligata a prostituirti? Dov’è la tua maman?”
Mi guarda sospettosa.
“Quanti soldi devi renderle per essere libera?”
Domando ancora lei con un po’ di impertinenza.
Si alza e mi dice che io non so nulla, che devo andare via, anzi è lei che proprio deve andare, che non sa nulla.
Z. viene a Borgo due volte a settimana insieme ad altre ragazze, tra le mani una busta con dei calzini e dei fazzoletti.
L’organizzazione criminale nigeriana adesca giovani ragazze nelle periferie delle città nigeriane, promettendo loro un lavoro dignitoso in Europa. Dopo averle adescate, le costringono al rito magico Ju ju (una ciocca di capelli, dei peli pubici insieme a una foto), che le lega a un patto di obbedienza. Se rompono il patto, le ritorsioni si allungano anche ai familiari lasciati a casa.
Z, e come lei molte altre ragazze, ha un forse un debito? Migliaia di euro da ripagare appagando uomini di ogni età? Le vediamo salire in qualche auto con persone anziane, saranno solo carezze? Quelle ragazza in Piazza Dante si prostituiscono?
É talmente verosimile che sia così che forse non lo è.
Nota tecnica
I dati del Viminale, di Save the children (https://www.savethechildren.
In poche denunciano questa situazione per il motivo sopra descritto.
Si tratta di schiavitù, sono vittime di una rete criminale che le costringe a lavorare alacremente e a prezzi bassissimi (dalle 10 alle 20 euro a prestazione), per ripagare il loro debito.
L’organizzazione non governativa WFF (http://www.
È di poche ora fa la notizia dell’ennesimo sbarco sulle coste italiane: vivi, morti, donne e bambini. Certamente gli sbarchi continui e incontrollati portano al peggioramento di una situazione che da molti anni affligge molti paesi. In questo articolo ci interroghiamo su un possibile caso di schiavitù sessuale, ma le varianti sono multiple.

Andrea Tagliaferri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 novembre 2016