Presentato a Marradi il censimento delle frane nelle aziende agricole
MARRADI – Sono state in totale oltre 2500, nel Distretto montano della Romagna, le frane su terreni privati e strade di aziende agricole cusate dagli eventi atmosferici dello scorso Maggio, 392 delle quali hanno interessato aziende agricole e zootecniche in zona toscana. E’ il risultato di un censimento curato dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, e presentato lunedì 26 Giugno presso l’urban center di Marradi nel corso di un convegno organizzato da Unione Agricoltori di Firenze e CIA Toscana Centro. I risultati della ricerca sono stati presentati dal geologo Gabriele Minardi e dal dirigente del Distretto Montano Rossano Montuschi del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.
Il Consorzio, infatti, ha svolto il ruolo di collettore delle segnalazioni, alcune delle quali ancora in corso di verifica. Impressionante la stima dei costi di ripristino: prossima ai 190 milioni di euro, di cui quasi 20 nel territorio toscano. Invece dal punto di vista più tecnico il 60% delle frane risulta per “scivolamento superficiale” ed il 30% per detriti a seguito di crolli.
E’ stato messo in evidenza il danno subito dalle strade private, poderali, e alle strade vicinali ad un uso privato ed uso pubblico. Con una serie di esigenze prioritare: ripristinare i dissesti in terreni e fabbricati agricoli, e intervenire sugli acquedotti rurali. Tutto questo perché, come evidenziato anche da Montuschi: “Le aziende agricole sono il primo presidio sul territorio. Non si può perdere tempo. Occorre che le risorse necessarie siano indirizzate direttamente alle aziende agricole, che gestiscano in proprio gli interventi da fare. Inoltre le aziende hanno bisogno di conoscere con chiarezza il da farsi entro breve”.
Durante l’incontro di Marradi si è parlato anche delle cause di quanto avvenuto, e Claudio Miccoli, già dirigente dell’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale dell’Emilia Romagna, ha sottolineato come non vi sia solo la responsabilità delle piogge, ma anche quella di scelte che hanno dato priorità a disegni ambientali rispetto allo scorrimento delle acque. In questo caso si è fatto l’esempio delle limitazioni legate alla tutela dei nidi o delle nutrie, che spesso frenano la manutenzione dei fiumi. “Se c’è l’uomo – è stato detto – le sue esigenze devono essere al primo posto”.
Risulta quindi necessario – è emerso – assicurare opere idrauliche necessarie alla messa in sicurezza dei cittadini e considerare che, come è stato detto, “ogni problema idrogeologico è almeno superiore di venti volte il costo che sarebbe stato necessario sostenere per poterlo scongiurare”.
Gli interventi delle Associazioni Professionali agricole sono stati concordi sulla necessità di agire subito per la messa in sicurezza delle persone, tramite la revisione di regole burocratiche complicate dalla differente competenza territoriale nello stesso bacino imbrifero, ce spesso porta a inutili quanto inspiegabili difficoltà legate a regole diverse.
Presenti anche i Sindaci di Firenzuola e Marradi, Buti e Triberti, che hanno messo in rilievo le difficoltà su cui si sono dovuti impegnare, in assenza di una formale copertura finanziaria, per gli interventi di prima necessità e le problematiche relative alla “somma urgenza”.
Ha concluso il Direttore dell’Unione Agricoltori, Marco Anchinico che, ringraziando gli intervenuti, ha riepilogato le provvidenze messe in campo e rimarcato come risulti necessario che nell’area montana debbano essere assicurate regole univoche, non escludendo, nella situazione attuale, la necessità che sia individuata una figura di commissario ad hoc per la gestione della situazione, considerando come se non viene svolto quanto necessario durante l’estate può presentarsi un ulteriore rischio nel prossimo autunno.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Giugno 2023