Raccolta irregolare del tartufo mugellano, controlli e sanzioni
MUGELLO – In base agli accordi convenzionali con la Regione Toscana è stata disposta dal Gruppo Carabinieri Forestale di Firenze, una campagna di controlli nella “Zona del tartufo bianco del Mugello”, per accertare la regolarità della raccolta di questo pregiato fungo, considerato da molti l’oro bianco della gastronomia. È opportuno ricordare che il tartufo è un fungo, che cresce sottoterra e fa parte della famiglia delle Tuberacee. La zona del Mugello è una delle 6 zone vocate per la presenza del tartufo bianco, insieme alla zona delle Crete Senesi, delle Colline Sanminiatesi, del Casentino, della Val Tiberina e del litorale della Maremma Grossetana (Bianchetto).
I Militari della Stazione Forestale dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo hanno effettuato, dal mese di settembre al 31 dicembre del 2018, 47 accertamenti sottoponendo a controllo oltre 60 persone per la quasi totalità dei cercatori locali di tartufo. In totale sono state comminate sanzioni amministrative per un importo totale di più di 3.000 euro. Le motivazioni principali delle sanzioni sono state: esercizio della ricerca e della raccolta del tartufo in ore non consentite, ricerca e raccolta del tartufo con tesserino di idoneità scaduto, mancato pagamento dell’importo annuale relativo all’abilitazione per la ricerca e raccolta del tartufo, attività di ricerca all’interno di un’area in cui è riservato il diritto di raccolta del tartufo e tabellazione non conforme alle disposizioni di cui all’art. 3 comma 4 della Legge regionale n. 50 del 11 aprile 1995 e s.m.i..
Oltre alle sanzione amministrative è stato denunciato anche un cercatore, a seguito di querela sporta dal proprietario dei terreni, poiché si era introdotto abusivamente all’interno di un’area a “raccolta riservata” con i cani e l’attrezzatura necessaria per la ricerca e per l’asporto dei tartufi.
Da porre in evidenza che questi servizi di controllo sono stati richiesti anche dagli stessi tartufai, auspicando che tale attività possa essere estesa anche in altri periodi dell’anno ed in periodi di raccolta per varietà meno pregiate quali il Tartufo nero e lo Scorzone o Tartufo nero estivo.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 gennaio 2019
Sarebbero ben altri i reati da perseguire.
Sig. Piero
se è a conoscenza diretta di fatti criminosi è invitato a presentarsi in caserma per le dovute segnalazioni.
Per un esempio di senso civico nei riguardi dei suoi concittadini.
Loro sono pagati per sorvegliare, indagare, approfondire ogni e qualsiasi cosa che, a vista, appare sospetta; loro sono pagati per garantire la sicurezza dei cittadini e dei loro beni; loro devono girare per ogni dove alla ricerca di tipi sospetti, fare ronde notturne con le loro auto a benzina pagata, per scoraggiare tentativi di furto; loro devono sorvegliare sulle infrazioni al codice della strada: chi sorpassa in curva, chi telefona alla guida, chi supera i limiti, chi non rispetta i semafori; chi non rispetta i contratti d’affitto, chi non rispetta gli obblighi scolastici per i figli; chi accende fuochi usando i sacchetti di plastica.
Può bastare?
Perchè le vedo io queste cose e non loro?
Perche se mi provo a “segnalare” qualcosa, mi sembra di essere considerato un inutile rompicoglioni e guardato con commiserazione?
Ma mi faccia il piacere, sig. Libero!
E sanzionano i tartufi!!
Viva l’omertà allora ….e si tenga per se le malefatte degli altri che solo lei ha visto.
Dicendo lei “se prova” a segnalare a chi di dovere si deduce che non lo ha mai fatto per paura di essere uno scocciatore quindi non segnala nulla…. Invece se lo fa sui social è un ganzo.
Faccia questa riflessione… Se un ladro le sta scassina la porta di casa e un vicino vede tutto cosa vorrebbe che facesse?
A) chiamare subito il 112
B) trovare il post su Facebook del suo vicino di casa in cui dice che un ladro ha svaligiato l’appartamento accanto
Le auguro buona serata
Guardi che Lei non ha capito una beata mazza: il mio “se mi provo” significa, secondo il comune senso della lingua italiana, che il tentativo è stato fatto e le dico anche presso sia la premiata e rinomata sede della benemerita del capoluogo mugellano, che gli uffici della municipale. In entrambi i casi, mi è parso che fossi un elemento di disturbo della tranquilla vita di ufficio di entrambe le istituzioni. E poichè i risultati ottenuti sono stati assolutamente nulli, come la sua comprensione di quanto ho scritto, mi permetto di criticare quanto mi pare e sparare anche a zero su si vuole esaltare ed apparire più grande di quanto sia, per fatti di assoluta nullità.
Ma poichè io forse espongo troppi concetti che non sono da tutti compresi, chiudo qui la questione ed ognuno pensi come crede.
Di solito, se devo parlare con un bischero, parlo con il mio.
SE : cong. Col signiificato “nel caso in cui”, “nell’eventualità che”, introduce una frase dipendente (protasi), con la condizione cui è legato il verificarsi di quanto si dice nella frase principale (apodosi).
Se non lo ha capito glielo dico in altre parole.
Se, senza accento (dal latino si), è una congiunzione con valore ipotetico
Se avessi un po’ di pazienza, lo capiresti.
Se lei avesse letto tutto l’articolo avrebbe capito che parla di tartufi e non di patate e l’esposto lo hanno fatto i tartufai autorizzati per tutelare propri dirittii (e hanno fatto bene)
Se di solito l’ha appaga parlare con un bischero, parli col suo.(cit)
Se ha ancora tempo da perdere risponda pure qui sotto.
Se non ha fiducia nelle autorità anche quando fanno bene il loro dovere (come in questo caso) mi dispiace.
La saluto cordialmente