Recati, assessore di Scarperia e San Piero: “Unire la gestione di acqua, gas, luce e e rifiuti è vantaggioso”
MUGELLO – Sta crescendo di tono il dibattito sulla creazione di una “Multiutility” che gestisca unitariamente gas, acqua, luce e rifiuti. Sabato si tiene un’iniziativa promossa da chi contesta la Multiutility (articolo qui), e tra questi il sindaco di Vaglia Borchi (che qui spiega la propria posizione – articolo qui).
Sul fronte favorevole alla costituzione di questa holding di gestione abbiamo interpellato l’assessore Servizi Pubblici e Società Partecipate del Comune di Scarperia e San Piero, il Pd Marco Recati. Che ha risposto ad alcune domande.
Multiutility, che cos’è e a che punto siamo? “Dopo che nel dicembre del 2020 i Sindaci di Firenze, Prato ed Empoli decisero di lanciare la proposta di costituire una holding per la gestione dei servizi pubblici locali è stato attivato un importante lavoro di informazione e confronto, fino ad arrivare alla proposta avanzata dalle holding di riferimento nell’area Firenze-Prato-Pistoia, ALIA, Consciag, Publiservizi e Acqua Toscana, per costituire una Multiutility (0,8€ mld) dei servizi pubblici locali in questo territorio.E’ oggi in atto una discussione di approfondimento con consiglieri, sindaci e assessori dei 64 comuni coinvolti, per poi approdare nei consigli comunali nel mese di ottobre. I consigli poi decideranno se approvare la proposta e daranno mandato al loro sindaco di riportate la scelta all’interno delle società partecipate di cui fa parte il comune. Se questo percorso, come speriamo, porterà ad una maggioranza di risposte positive la costituzione della nuova holding sarà cosa fatta, questo è il primo passo. Poi è prevista una finestra per far confluire altri territori, se vorranno, della nostra regione e successivamente la quotazione in borsa”.
Perché ritenete che sia necessaria un’operazione del genere? Quali i principali vantaggi? “Perché realtà a noi vicine come Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e in particolare Emilia Romagna, hanno già intrapreso questa strada con risultati importanti, costituendo grandi società di gestione dei servizi pubblici locali come Iren (3,7 € mld) , a2a (6,9 € mld), Hera (7,1 € mld) e ACEA (3,4 € mld).I vantaggi sono competitivi: grandi possibilità di indebitamento e conseguente capacità di investimenti, importanti sinergie operative, efficienze funzionali e riduzioni dei costi. Le nostre società sono di piccole dimensioni con ridotta capacita di accesso al credito e insufficienti leve operative per processi di sviluppo e razionalizzazioni dei costi. Una società di maggiore dimensione con il controllo diretto di più servizi, nel nostro caso gestione diretta di acqua (Publiacqua) e rifiuti (ALIA) e con importante partecipazione nel gas tramite Estra (39,6%) e Toscana Energia (31%), avrebbe maggiori possibilità di accedere al credito e di acquistare denaro a costi molto inferiori, cosa che una società in-house o di piccole dimensioni non riuscirebbe fare. Abbiamo il dovere, verso i nostri cittadini, di strutturare un sistema industriale moderno ed efficiente per non limitarsi esclusivamente alle politiche tariffarie”.
Non si rischia di creare “carrozzoni” sempre più grandi, e sempre più lontani dal controllo e dall’indirizzo degli enti locali? “Questa è una delle prime cose che vengono riportate nel dibattito come critica negativa ad una operazione del genere, senza ricordare che di quattro Aziende ne faremo una. Tengo però a ricordare che quella della gestione dei servizi publici locali è materia complicata e che un’approccio superficiale rischia di generare critiche sterili non utili al dibattito, per questo viene facile rispondere con altra domanda. Perché in Emilia questo problema non c’è, nonostante abbiano già costituito una holding di dimensioni importanti? Perché da noi questo problema dovrebbe generarsi e da loro no? L’importante, per l’amministratore pubblico e per il cittadino è che queste società funzionino nella gestione dei servizi e visti gli esempi a noi vicini non ho dubbi che questa possa essere la strada giusta”.
Inoltre si contesta la “privatizzazione” dell’acqua, nonostante le indicazioni del referendum….“Premetto che io al referendum votai no, perché a mio avviso non si può determinare il futuro della gestione dei servizi pubblici locali attraverso lo strumento referendario. La nuova realtà si fonda sulla volontà dei Sindaci di riportare il pubblico alla responsabilità della gestione, superando la stagione nella quale il pubblico era rilegato alla sola funzione di controllo. La Multiutility avrà il 51% del capitale saldamente in mano pubblica e il restante 49% potrà aprirsi alle opportunità del mercato finanziario. La governance resterà saldamente in mano pubblica, la quale avrà il diritto di nomina delle maggioranza degli amministratori ed i vertici del CDA. Se la struttura dell’operazione è misurata all’obbiettivo di voler mantenere la gestione dei servizi in mano dei nostri Sindaci, la scelta della gestione è garanzia di una realtà a servizio dell’interesse collettivo”.
A leggere i social sembrerebbe che la classe politica sia favorevole alla Multiutility perché alla fine impiegherebbe amministratori locali a fine corsa….“Una holding si costituisce per fare in modo di avere una migliore gestione dei servizi pubblici locali. Questa sarà guidata da un CDA che avrà un presidente e un amministratore delegato. La dimensione, l’apertura al mercato sono prospettive che pretenderanno amministratori con conclamata esperienza. Se tra queste persone ci saranno o meno amministratori locali lo vedremo. Ma se un sindaco o un’ assessore negli anni hanno maturato un’esperienza politica importante in questo campo non vedo perché non possano continuare a portare il loro contributo anche nella nuova società”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 settembre 2022